Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera
Ci sono dei viaggi in cui ti devi tuffare come se
fossero un mare caldo e blu del quale non vedi il fondo. Immagini che sotto la
superficie ci sia qualcosa di bellissimo e misterioso, pieno di vita e di contrasti.
E sai anche che quel qualcosa potrai
vederlo soltanto immergendoti completamente nell’acqua.
Ci sono dei viaggi che sai, prima ancora di
partire, che ti cambieranno – almeno un po’ - la vita. Forse per questo alcuni
viaggi li ho rimandati di anno in anno, fino a quando i tempi non sono
diventati maturi e il richiamo è stato ascoltato. Il Nepal è uno di questi
viaggi.
Il tempio buddista di Swayambhunath - Kathmandu (foto di Marina Fichera) |
Il mio primo
incontro con il Nepal è con la sua capitale, Kathmandu. Incastonata
nell’omonima valle, a circa 1.350 metri sul livello del mare, potrei definirla con
soli tre aggettivi: polverosa, caotica e
vibrante. Nella stagione secca una sottile polvere ricopre case e persone,
animali e motorini. Molti abitanti girano per le strade con una mascherina sulla
bocca perché, tra smog e polvere, spesso l’aria diventa quasi irrespirabile.
Eppure questo luogo, simbolo e rifugio per tanti occidentali negli anni
settanta, è un bizzarro - e affascinante - insieme di negozietti di
paccottiglia, persone e campane tibetane che vibrano all’unisono con
incredibile vitalità.
Kathmandu è mistica e caotica, sembra che tutto
il suo caos sia il mezzo per arrivare alla pace, in un flusso ininterrotto di
energie che scorrono in ogni bugigattolo, in ogni lercia stradina, in ogni
tempio.
Una delle vie di Thamel, il centro storico e turistico di Kathmandu (foto di Marina Fichera) |
Questo
straordinario paese è un luogo pieno di contrasti, contraddizioni e
complessità. In Nepal l'induismo - la principale religione del paese - e il
buddismo si intersecano in uno stretto legame millenario. Qui la multiculturalità è la principale
ricchezza umana, ma in questo periodo storico è anche uno dei peggiori problemi
politici nazionali. I maoisti, attualmente al potere dopo le elezioni del 2016,
vogliono ricreare le macro regioni legate alle numerose etnie himalayane, applicando
così una sorta di divide et impera. E
in molti rimpiangono la monarchia che nel giugno del 2001 fu spazzata via da
uno strano omicidio-suicidio consumato all’interno della famiglia reale.
Al tempio indù di Pashupatinath - Kathmandu (foto di Marina Fichera) |
Bandipur, un piccolo
gioiello tra le montagne himalayane, potrebbe
essere definita la Cortina d’Ampezzo
del Nepal. Il suo candido centro storico, completamente pedonalizzato, è
composto da alcune strade sulle quali si affacciano piccoli hotel, ristoranti a
gestione familiare e negozietti di souvenir. In realtà basta allontanarsi di
poco dalla strada principale per vedere gli esercizi turistici trasformarsi in
negozi per la popolazione. Vedo bambini e galline che corrono lungo la via, il
sarto e quello che sembra un ferramenta. E anche un piccolo bar che si affaccia
sulla valle dove, di fronte a un tramonto indimenticabile, bevo un dolce e
aromatico tè.
Tramonto a Bandipur (foto di Marina Fichera) |
Non solo il tramonto, anche l’alba ha il suo
intrigante fascino. Per andare ad ammirarla mi alzo prestissimo senza alcuno sforzo,
m'inerpico su una collina che sovrasta Bandipur e sono ripagata da una visione
da fiaba. Altissime vette tinte di rosa pallido, valli immerse in
un’incontaminata nebbia, qualche nuvola che punteggia un cielo di un azzurro
pallido venato da leggere sfumature arancio. Durante questo viaggio mi sembra
che il tempo passato a letto sia tempo perso, minuti sprecati, rubati
all’ammirazione della bellezza di queste regioni. E pensare che quando vado in
ufficio la sveglia suona alle otto e faccio quasi fatica ad alzarmi!
La valle immersa nella nebbia all’alba - Bandipur (foto di Marina Fichera) |
Quando si pensa al Nepal la mente va subito alla
neve e al freddo della catena di montagne più alte al mondo, l’Himalaya. E
invece questa nazione è un insieme di regioni con ecosistemi completamente
diversi tra loro.
Il 31 dicembre ero al Parco Nazionale di Chitwan,
regione tropicale ricca di animali e acqua a sud-ovest di Kathmandu, ed ero in
maniche corte! A Chitwan ho assistito ad alcune partite di elephant polo. La versione tropical-himalayana
del dinamico sport ippico è lentissima e stravagante. Un cocente sole mi frigge
la testa anche sotto il tendone mentre il foltissimo pubblico acclama i propri
beniamini, indolenti pachidermi dalle orecchie e proboscidi decorate con colori
sgargianti.
Una partita di Elephant polo a Chitwan (foto di Marina Fichera) |
Avere la
possibilità di dormire due notti in una casa nepalese è un’esperienza preziosa,
che va vissuta con rispetto e gioia. Ho avuto la fortuna di dormire nella casa
che vedete nella foto sotto, a Ghale Gaun, un villaggio appena dentro l'Annapurna
Conservation Area, a poco meno di 2.100 metri di altitudine.
Per entrare in
casa è doveroso abbassare la testa perché la porta è bassa, e questo non perché
i nepalesi siano di piccola statura. È un gesto antico che ha un motivo ben
preciso. Entrando nella casa che ha ospitato per generazioni gli avi devi
dimostrare loro rispetto. La dimensione della porta, che obbliga a un inchino per
poter passare senza sbattere la testa, fa si che nessuno se ne dimentichi.
La casa di Kamala a Ghale Gaun – a destra la stanzetta in cui ho dormito (foto di Marina Fichera) |
Al piano terra
la padrona di casa, la bella Kamala, si muove con grazia e forza tra il cortile
e la linda cucina. Kamala é una giovane donna nepalese di 35 anni che ha già
vissuto molte vite: figlia, sposa, madre e poi vedova. È una donna colta, parla
inglese, ha una naturale eleganza. Alle pareti sono appese delle foto di un bel
giovane con la divisa militare – immagino il marito – e alcune sue foto di
qualche anno fa, in cui sorride serena.
Le sue due
figlie adolescenti ora studiano nel paese in fondo alla valle e lei è rimasta a
condividere questo piccolo edificio bianco su due piani con il nonno e pochi
avventurosi turisti.
La casa è senza
infissi, senza riscaldamento, senza frigorifero o lavatrice, senza doccia. Ha una
splendida cucina, piena di pentole lucide e bicchieri brillanti, ma senza
finestre. Kamala è autosufficiente, ha l'orto, le galline, una capra e un'arnia
– la vedete nella foto sopra, riparata da un tettuccio di lamiera bianca – in
cui le api producono un miele forte, che racchiude in sé i fiori di rigogliose
valli himalayane cinte da montagne alte oltre 7.000 metri. Secondo i nostri
standard non possiede nulla. Eppure nei suoi occhi sereni e curiosi io vedo
che ha tutto.
Io e i tre
compagni di viaggio con cui condivido il soggiorno da Kamala siamo molto
curiosi di sapere com’è la sua vita. Due giorni sono troppo pochi per capire la
vera essenza di una realtà così lontana dalla nostra, perciò passiamo le due
sere a tempestarla di domande. Il nonno a un certo punto si scoccia, bofonchia
qualcosa e se ne va a dormire al piano di sopra. Io le scatto alcune foto e
lei, per contro, tira fuori il suo smartphone e fotografa i suoi quattro ospiti
italiani. Cheeese!
Uno dei siti storici di Bhaktapur distrutti dal terremoto del 2015 (foto di Marina Fichera) |
I segni del
terribile terremoto che ha colpito il Nepal nell’aprile del 2015 – in cui
perirono 9.000 persone - sono ben visibili in molte località. Una delle zone più
colpite è stata quella di Bhaktapur, pochi chilometri a est della capitale, in
cui sono stati danneggiati oltre cento siti storici. La ricostruzione di questi
siti, fondamentale per la ripresa del turismo, è iniziata con grande impiego di
mezzi e uomini, ma tutta la città avrebbe bisogno di un concreto aiuto.
Alcune delle abitazioni del centro Bhaktapur distrutte (foto di Marina Fichera) |
Bhaktapur è una città di una bellezza commovente.
Gli sfregi del terremoto ne hanno ferito lo splendore, ma non importa. Non
credo di aver mai visto una città con un’atmosfera magica e una luce magnifica
come questa. La luce è unica, amabile come oro la mattina, calda come ambra al
tramonto. E ti senti in armonia con l’intero universo, in pace con te stesso e
con gli altri.
Bhaktapur al tramonto (foto di Marina Fichera) |
Molti sono i motivi per cui ho sofferto di una
malinconia struggente e feroce al ritorno del viaggio. Non riuscivo a scrollarmi di dosso i colori, le
vibrazioni, i sorrisi del Nepal. E non voglio nemmeno farlo completamente,
perché non avevo mai provato così forte la sensazione di voler tornare prima
possibile in un luogo. Sapevo che questo viaggio mi avrebbe cambiato - almeno
un po’ - la vita e sono felice di aver accettato questo incontro con me stessa attraverso il meraviglioso Nepal. A presto,
namasté!
Le parole hanno il
potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili
possono cambiare il mondo.
Buddha
Simpatico il tuo racconto: riesci a trasferire delle sensazioni originali e, almeno nel mio caso, a scatenare piacevoli ricordi particolari.
RispondiEliminagrazie Giancarlo, ciao!
EliminaMarina
Emozionante,essenziale ed è un complimento, intrigante! fa "sentire" i sapori e "vedere" i colori solo leggendo le tue impressioni! Cristina
RispondiEliminaTi ringrazio molto Cristina, un commento prezioso!
RispondiEliminaCiao
Marina
Intense le emozioni di questo viaggio e condivido anche la tua riflessione finale. Sandra
RispondiEliminaGrazie Sandra, un saluto
RispondiEliminaMarina
che bello Marina,,,come sempre, sei riuscita a trasmettere tante piacevoli emozioni,sensazioni, riflessioni, stati d'animo.
RispondiEliminaGrazie, Roberta e Gianfranco
Grazie carissimi amici,
EliminaA presto, si spera per un nuovo viaggio insieme!
Marina
Bellissimo articolo sia per la descrizione che per le foto che ci hanno trasmesso un'intensa emozione e voglia di visitare il Nepal. Complimenti!!!
RispondiEliminaPatrizia ed Alice
Grazie Care!! Patrizia quando ci vediamk ti racconto
EliminaUn abbraccio
Marina
meraviglioso... come sempre troppo corto, è bello sognare ma dura poco... brava Marina!
RispondiEliminaciao, Stefi
Ti ringrazio Stefi!:)
EliminaUn saluto
Marina
Descrizione meravigliosa e poetica di uno dei luoghi più belli e spirituali della Terra, mi è sembrato di rileggere qualche passo della Profezia di Celestino, tanta é stata la delicatezza e l'Amore che han mosso la Tua mente ,il Tuo cuore...e la mano.. grazie, cara Marina,felice di essere tra i Tuoi Amici,,un abbraccio affettuoso!!!
RispondiEliminaChe bello, grazie Antonia!!!
EliminaUn carissimo saluto
Marina
Le tue parole hanno creato emozioni e poesia che rispecchiano le immagini. Le tue parole non cambieranno il mondo ma, sicuramente, la mia visione di questa affascinante terra lontana. Grazie, Juanito.
RispondiEliminaJuanito qualsiasi cambiamento, anche il più piccolo, é sempre positivo! Grazie, ciao
EliminaMarina