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lunedì 30 giugno 2014

Intervista a un giovane e promettente scrittore agli esordi

(a cura di Mimma Zuffi)

Si chiama Luca Romani, lo conosco da qualche tempo e quando lessi la prima stesura di "Non ho voglia del destino" pensai subito che avrebbe "sfondato", doveva solo trovare l'Editore giusto! E così è stato. Una "piccola ma grande" Casa Editrice (Edizioni Leucotea) ha creduto in lui, ha pubblicato il suo romanzo e l'ha presentato al Salone del Libro di Torino. Quale miglior trampolino di lancio?

Ci siamo rivisti e non potevo farmi sfuggire l'occasione di fare quattro chiacchiere con lui:



Ciao Luca: spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il tuo percorso?


In primis Mimma, volevo ringraziarti per l’opportunità dell’intervista e salutare tutti i lettori di Sognaparole Magazine. Tornando alla domanda, sono un ragazzo di trentun anni che è partito da un paesino di duemila anime per approdare a diciannove anni in una città, che tu conosci bene, come Milano. Prima mi sono laureato in Comunicazione digitale e poi, ormai da nove anni, ho iniziato a lavorare nel campo dell’Information Technology. La tecnologia è sempre stata la mia passione e, di contro, la troppa tecnica ha fatto emergere alcuni anni fa il lato più artistico della mia personalità.
Che cosa amo fare è una domanda che richiederebbe troppo tempo per rispondere, correndo il rischio di annoiare i vostri lettori. In poche parole amici, viaggi, calcio, tecnologia, scrittura e lettura. Una vita normale, direi.
Per concludere, qual è il mio percorso è una bella domanda. Non conosco la risposta, ma posso fare una citazione che mi è molto cara, e se non vado errato è di Coelho: “Non è importante la meta, ma il cammino.” Ecco, visto che nella vita la meta la conosciamo tutti, purtroppo, cerchiamo almeno di goderci il cammino.

Qual è il tuo rapporto con la scrittura? Quali tempi e modi le dedichi?


La scrittura ha un ruolo fondamentale nella mia vita, ma molto più per il mio lavoro principale di Project Manager con mail, documenti tecnici e altri scritti che possono sembrare noiosi. La passione per la scrittura creativa, come ho detto prima, è emersa qualche anno fa.
Preso dagli affanni quotidiani, purtroppo, non ho molto tempo a disposizione e lo trovo soprattutto la sera, anzi diciamo la notte. Amo andare a dormire tardi, i problemi poi sono al mattino quando devo svegliarmi per andare in ufficio…

La scrittura del romanzo e la sua pubblicazione hanno cambiato il tuo rapporto con lo scrivere e più in generale hanno influenzato il tuo modo di essere?

No, direi proprio di no. Ho vissuto molto serenamente questo percorso. Dal momento in cui ho scritto la prima frase fino al momento della pubblicazione. Anzi credo che il percorso sia ancora lungo, molto lungo.

A chi t'ispiri? Quali sono stati i libri che ti hanno “segnato”?


Eh, bella domanda. Anche qui ci vorrebbero pagine e pagine. Sono un lettore appassionato in primis. Che dire, amo Dostoevskij, Kafka, i poeti maledetti. Amo Platone e Socrate. Amo Nietzsche. Ma non posso citare solo questi. E Edgar Allan Poe dove lo mettiamo? Poi penso all’Ulisse di Joyce e a Carmelo Bene. Ecco, tra gli italiani posso citare, oltre a Bene, anche Antonio Tabucchi e Dino Buzzati – Dante lo diamo per scontato? Non finirei mai di citare scrittori che amo come Hemingway e quelli della Beat Generation, ma devo fermarmi. Tra i contemporanei uno dei pochi che mi sorprende sempre a ogni libro è Chuck Palahniuk, anche se qualche ‘cantanota’ negli ultimi libri, a mio modesto parere, l’ha presa. Tuttavia, se devo citarti un libro, uno che sia uno, ti dico ‘Uomini e topi’ di Steinbeck. È un libro di una sensibilità sconcertante. Descrive l’animo umano nel suo intimo. Cito questo solo per una scelta di cuore, non è possibile indicare un solo libro.

Luca, entriamo nel vivo dell’intervista parlando del tuo romanzo. Come nasce il progetto di "Non ho voglia del destino"? Qual è la sua genesi?

"Non ho voglia del destino" nasce il 22 giugno 2009. Me lo ricordo solo perché ho ancora il primo file di word in cui ho scritto la prima frase, non perché sono matto. Mi ricordo che quella sera tornando a casa dal lavoro mi venne l’idea che sta alla base del libro. Emozionato, una volta rientrato, mi sono messo al computer a scrivere. Ho scritto il titolo, il mio nome e la prima frase. Poi mi sono fermato. Avevo in mente la storia, l’inizio e come sarebbe terminato. Non sapevo cosa ci sarebbe stato in mezzo e come si faceva a scrivere un romanzo. Mi sono completamente congelato. Ho capito che sarebbe stato un gran casino. A quel punto potevo desistere e tornare alla mia vita normale oppure iniziare a studiare e continuare quest'avventura. Mi sono iscritto a un corso di scrittura creativa tenuto da Fabio Fox Gariani all’Humaniter e ho iniziato a leggere libri che trattavano questo tema specifico. Ecco, questa è la genesi di "Non ho voglia del destino". Fate voi i calcoli di quanto c'é voluto…

Entriamo nel merito del romanzo, se dovessi raccontarlo a uno che non l'ha mai letto cosa gli diresti?

Direi che è un libro a metà tra il thriller e l’avventura. Un libro snello da leggere, sono circa 140 pagine, ma che cerca di trattare temi complessi come il destino e il nostro libero arbitrio. È ambientato in più luoghi e su più piani temporali e alla base di tutto c’è un mistero da risolvere: il ritrovamento di uno strano diario scritto da più persone diverse in luoghi e tempi differenti e, successivamente riunito. Joyce Conforti, il protagonista, lo ritrova nella sua soffitta e il manoscritto entra di forza nella sua vita, modificandola per sempre.

Quanto c’è di Luca Romani in "Non ho voglia del destino"?




Credo che in ogni libro ci sia dentro una buona parte dell’autore. Non c’è molto a livello autobiografico. Alcuni dei primi lettori hanno letto nel protagonista qualche mio aspetto, ma altri invece hanno visto tratti fisici e caratteriali completamenti diversi. C’è un po’ di me, questo è vero, ma c’è anche molto che non appartiene al mio quotidiano.



Qual è stato il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione? E’ stato semplice?


La pubblicazione! Che bella parola per uno scrittore esordiente. Sembra una meta ma, come ho detto prima, in realtà non lo è. Il percorso è stato lungo e difficile. Ho cercato un Editore per più di un anno prima di arrivare a pubblicare con Edizioni Leucotea. Una casa editrice seria – con al S maiuscola -  che valorizza le opere che pubblica. Vi cito una frase di Matteo Moraglia, vera anima di Edizioni Leucotea, che alla presentazione del mio libro al Salone del Libro di Torino mi disse, parlando di scrittori esordienti, che in fondo in fondo siamo tutti esordienti quando facciamo qualcosa; se non abbiamo l’opportunità di farlo (in questo caso pubblicare) resteremo sempre esordienti.
A fronte di questa esperienza positiva devo purtroppo raccontare che ho ricevuto moltissime proposte di pubblicazione a pagamento (con richieste anche di contributi fino a tremila euro). Invito tutti a non percorrere questa strada senza senso. Una volta stampati questi libri rimarranno in un magazzino senza riuscire mai a trovare un lettore.

Chiudiamo con la classica domanda: quali sono i tuoi prossimi progetti?


Ora sto chiudendo il montaggio del mio primo cortometraggio “Mimesi” che tratta il tema del rapporto tra realtà e rappresentazione artistica. Verrà presentato a settembre 2014 e al momento abbiamo già reso disponibile il trailer in rete.

Per quanto riguarda la scrittura, invece, sto lavorando a un secondo libro. Cambio completamente genere; infatti, sto scrivendo un reportage di viaggio. Il libro racconta del viaggio che ho fatto nel 2013 con alcuni amici per tornare dal Kirghizistan senza prendere aerei, tutto via terra. Un viaggio lungo più di diecimila kilometri. Sulle orme di Marco Polo. Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Turchia, Grecia, Albania. Sette Stati prima di arrivare in Italia, a casa. Le valli incantate del Kirghizistan, le magnifiche maioliche di Samarcanda e dell’Uzbekistan, le ‘porte dell’inferno’ – un cratere di gas naturale infuocato nel bel mezzo del deserto del Karakum - di Darvaza in Turkmenistan, i colori e gli odori di spezie dell’Iran e della Turchia; fino ad arrivare in Europa in Grecia e in Albania. Solo a ripensarci mi vengono i brividi!
Il titolo al momento è “Ciao Mamma vado in Kirghizistan!”; il lavoro è ancora lungo, ma d’altra parte abbiamo detto che è importante il percorso non la meta, vero?

A questo punto non mi resta che salutare Luca mentre mi dice "Ciao, Mimma, vado in Kirghizistan!". Good luck!

P.S. Vi segnalo le pagine Facebook di Non ho voglia del destino e di Mimesi, per news e aggiornamenti basta fare un like alle pagine.

MIMESI:
https://www.facebook.com/pages/Mimesi/753651191334855?fref=ts

NON HO VOGLIA DEL DESTINO:
https://www.facebook.com/nonhovogliadeldestino?fref=ts


13 commenti:

  1. Congratulazioni, Luca, leggerò il tuo romanzo.
    Annalisa

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  2. Molto interessante. Andrò a cercarlo in libreria e me lo divorerò. Complimenti.
    Myriam

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    Risposte
    1. Grazie mille spero che le attese non vengano deluse :)
      Luca

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  3. ma sei un vulcano, quante cose interessanti fai: Spero che tu scriva un reportage del tuo viaggio e che in qualche modo si possa vedere Mimesi. Il libro andrò a prenderlo e penso che lo leggerò tutto d'un fiato.
    Sara

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  4. Il reportage è in fase di scrittura :) vediamo se ci saranno spunti anche nel viaggio di quest'anno kirghizistan-kazakistan-siberia-mongolia-cina :) se riesco a tornare in Italia cmq :)
    grazie mille comunque.
    Luca

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  5. Certo che torni! Aspettiamo il reportage, magari corredato da foto!
    Sara

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  6. Che attività frenetica! Leggerò senz'ombra di dubbio il tuo libro! L'avventura che ti aspetta è affascinante! Complimenti.
    Antonella

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    1. e si infatti fra un po' ci rimango secco se non mi riposo un po' :) scherzo! comunque grazie mille!

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  7. Grande intervista, Mimma. Grande libro, Luca. Lo leggerò sicuramente.
    Giovanni.

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  8. Ho visto che la tua intervista è tra i pezzi più letti. Posso solo augurarti che anche il tuo libro sia un successo perchè deve essere molto intrigante. Lo comprerò di sicuro. Complimenti.
    Daniele

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