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domenica 14 giugno 2020

La Guardia Nazionale Repubblicana nella memoria del generale Niccolo Nicchiarelli, 1943-1945, di Stefano Fabei


(a cura di Mimma Zuffi)

Nei giorni scorsi, tra il 25 aprile e il 1° maggio, si è tornati a parlare, come ogni anno, pur se con minore retorica a causa del Coronavirus, della guerra civile che tra il 1943 e il 1945 vide fronteggiarsi, gli uni contro gli altri armati, fascisti e antifascisti, i ribelli dell’onore che avevano aderito alla Repubblica sociale italiana, e i ribelli della libertà che avevano raggiunto le fila della Resistenza. La lacerazione consumatasi allora si è perpetuata, e per certi aspetti accentuata nel tempo, malgrado i tentativi di pervenire a una pacificazione basata su una «storia condivisa» che a oltre 70 anni dai fatti sembra rimanere una chimera.


Se certe ferite non si sono mai rimarginate – e ciò è comprensibile perché chi ha vissuto, combattuto e sofferto allora, si è quasi sempre rifiutato di riconoscere a chi era schierato sul fronte opposto bontà d’intenti e onestà – oggi che i protagonisti della guerra civile sono ormai quasi tutti scomparsi soltanto la storia, intesa come revisione e rilettura del passato, senza pregiudizi e alla luce dei documenti finora rimasti nascosti, può aiutare a capire quel tragico momento della vita nazionale da cui è nata, senza soluzione di continuità, l’Italia democratica.
«Fascismo al crepuscolo e continuità dello Stato» è non a caso il titolo della prima parte del libro di Stefano Fabei su La Guardia Nazionale Repubblicana nella memoria del generale Niccolo Nicchiarelli, 1943-1945 (Mursia, 2020, Euro 18,00). Questo saggio apporta un ulteriore contributo alla storia della RSI e alle vicende, politico-militari, riguardanti l’Italia centro-settentrionale tra il 1943 e il 1945. Delle forze armate della repubblica fondata dal Duce la GNR fu la prima per nascita e numero di uomini. Vi confluirono, con qualche centinaio di agenti della Polizia dell’Africa Italiana, 120.000 Camicie nere della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e circa 90.000 Carabinieri. Uomini tra loro molto diversi per fede politica: le Camicie nere si sentivano la guardia armata della rivoluzione fascista, mentre i Carabinieri erano in gran parte, fedeli a Casa Savoia, o almeno tali erano ritenuti. La Guardia dunque finì per essere «un ibrido e naturalmente non riuscito connubio» come la definì il maresciallo Rodolfo Graziani, ministro della Difesa della RSI. Tuttavia, agli ordini di Renato Ricci e poi di Mussolini, la GNR assolse i propri compiti, primo fra tutti il controllo del territorio.
Fabei, autore nel 2013 di una biografia di Niccolo Nicchiarelli (Il generale delle Camicie nere, Pietro Macchione), ricostruisce il contesto in cui questo alto ufficiale della Milizia operò nella RSI. Console generale, aveva combattuto con coraggio in Africa settentrionale, poi sul fronte orientale («TAGLIAMENTO» La legione delle Camicie nere in Russia (1941-1943), in Edibus, 2014), quindi in Slovenia.  Alla nascita della RSI nel 1943 ricevette l’incarico di presentare il progetto di costituzione della GNR, di cui dall’estate del 1944 diventò, in quanto capo di stato maggiore di Mussolini, il vicecomandante. Con tale ruolo cercò di salvare i Carabinieri dai progetti di eliminazione tentati dai tedeschi sostenuti dai fascisti intransigenti che consideravano la Benemerita fedele al re traditore. Per Nicchiarelli, invece, quest’arma, «unica forza di polizia disciplinata e tecnicamente preparata» a disposizione, doveva essere salvaguardata per presidiare il territorio nazionale dopo la fine del fascismo e garantire la continuità dello Stato, a prescindere dalla sua caratterizzazione politica. La GNR aveva inoltre assoluta necessità dei Carabinieri per compiere i servizi d’istituto che i provenienti dalla Milizia non potevano ancora conoscere e svolgere con la necessaria preparazione. Il volume, dotato di un’appendice contenente fra l’altro il Memoriale di Nicchiarelli, è molto documentato e ricco di note; ha il pregio di unire il rigore storico a una chiarezza espositiva che rende piacevole la lettura.




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