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sabato 16 gennaio 2016

Mustang: un film che graffia l’anima

di Annalisa Petrella


“Mustang”, opera prima di produzione turco-francese della giovane regista Deniz Gamze Ergüven, nata in Turchia e di adozione francese, ha ricevuto meritati apprezzamenti e premi nei più importanti festival cinematografici ed è stato scelto, come miglior film straniero, per rappresentare la Francia agli Oscar 2016.

“Avevo una gran voglia di raccontare che cosa significhi essere una donna, una ragazza, in Turchia, questa sorta di filtro permanente che comincia molto presto. La prima sequenza, quando le ragazze giocano al mare montando sulle spalle dei ragazzi, è una cosa che avevo vissuto e ne ero rimasta completamente mortificata, mentre le reazioni dei miei personaggi sono più nell’ordine della rivolta. Quello che ha portato avanti il progetto è stata la volontà di mettere in scena tutte le cose che avrei voluto fare e dire, dando ai personaggi il coraggio che non ho avuto”.


In questo brillante esordio, interamente girato in Turchia in lingua turca e con attori del posto, la Ergüven si è ispirata per il titolo al “Mustang”, il cavallo selvaggio del mitico Far West, simbolo di bellezza, libertà e spirito indomito e ha applicato la metafora alla storia di cinque sorelle adolescenti, dalle fluenti e lunghissime chiome, che vivono in una Turchia in bilico tra Oriente e Occidente dove un passato inaccettabile per la sua arretratezza nei confronti della donna ossessiona il presente. 
Il film risulta subito potente nella rappresentazione dell’energia vitale che unisce le cinque ragazzine protagoniste, orfane da anni e affidate alla cura della nonna e dello zio in un paese del nord della Turchia sul mar Nero, a 600 chilometri da Istanbul. 
All’inizio la messa in scena è ampia e solare. Ultimo giorno di scuola: Lale, la minore delle sorelle, voce portante del film, abbraccia commossa l’amata insegnante che sta per trasferirsi a Istanbul. Poi, con le sorelle e i compagni di scuola, si avvia sulla strada per casa; non mancano i saluti scherzosi, gli inseguimenti, i giochi a spingersi in mare, completamente vestiti, e a spintonarsi in una gara di forza per buttarsi reciprocamente in acqua, ridendo a crepapelle con la naturalezza di un’età meravigliosa. 

Ma, come racconta Lale: -Tutto mutò in un battito di ciglia. 









La spontaneità del gioco e la splendida innocenza delle ragazze viene violata dallo sguardo osceno e dai pregiudizi degli adulti che assistono alla scena, dando il via a una sorta di scandalo che viene riferito alla nonna. In un contesto di grande arretratezza si innesca un ciclone di punizioni, divieti e cancelli che trasforma la vita delle ragazze in un inferno dove dominano prepotenza e prevaricazione. Sotto il ferreo controllo della nonna e dello zio assistiamo alla privazione dei diritti più elementari e a una quotidianità che obbliga le ragazze a subire le visite per la certificazione di verginità, ad abbandonare lo studio e a prepararsi ai loro ruoli di mogli precoci in matrimoni combinati.
La Ergüven, che ha scritto di getto la sceneggiatura con Alice Winocour, ha saputo realizzare un emozionante film di denuncia di un sistema repressivo volto a demolire la volontà individuale della donna, focalizzandosi maggiormente sulle dinamiche positive e sul desiderio di ribellione delle fanciulle che diventano eroine indomite nel tentativo di sfidare la mentalità più retriva e conferendo all’opera una freschezza e un garbo che evidenziano, a maggior ragione, la situazione tragica in cui si trovano scaraventate. 

All’interno della casa-prigione dove vengono confinate, i bellissimi corpi di queste donne-bambine si intrecciano in giochi che ricordano una vita possibile altrove, le risate e le uscite gergali con le quali commentano il loro stato di prigionia fanno sorridere e risaltare la loro splendida innocenza di fronte al sopruso più brutale. 

Tutte insieme sono una forza della natura che sprigiona idee per pianificare una possibile via di fuga e uno dei maggiori pregi di questo film sta proprio nella rappresentazione portentosa del legame che unisce le cinque sorelle. 


- Le ragazze sono come un’idra, un corpo a cinque teste con temperamenti molto diversi che mi permettevano di raccontare in maniera caleidoscopica i cinque destini possibili di una stessa donna. Per la scenografia, abbiamo trovato il sito ideale con una natura inquietante, un’architettura particolare con grandi case che ricordano le fiabe, tradizioni locali come quella di sotterrare i morti nei giardini, una dimensione un po’ fantastica. 

Il film, mano a mano che la tragedia procede, presenta un incupimento progressivo che coinvolge sempre più lo spettatore risvegliando incredulità, rabbia e un terribile senso d’impotenza. I tratti incisivi della narrazione scalfiscono l’anima, ma la Ergüven non cede mai alla commozione ricattatoria dimostrando una sensibilità e un talento cinematografico di prim’ordine. 
Le cinque protagoniste sono perfette nelle loro parti e si muovono all’unisono come un affiatatissimo quintetto d’archi. 
I loro nomi: Lale-Gunes Sensoy, Nur-Doga Doguslu, Ece-Elit İşcan, Selma- Tugba Sunguroglu, Sonay-Ilayda Akdogan. Una promessa.

Nello scioglimento finale il film si apre sul Bosforo, nella meravigliosa baia di Istanbul: l’abbraccio tra Lale e la sua insegnante commuove nel profondo e fa sperare in una possibile prospettiva di cambiamento.

37 commenti:

  1. Conosco bene la Turchia e la sua gente. Il film è poeticamente accusatorio. Bella la tua recensione.
    Miriam

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  2. Recensione bellissima di un film che ho perso e vorrei vedere. Laura

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  3. Per me è il film più riuscito della stagione, è un piacere leggerti. Sonia

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  4. Non sono solito guardare film di questo tipo e mi hanno un po trascinato : avevano ragione loro e mi sono del tutto ritrovato in questa recensione. Vittorio

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  5. Non sono solito guardare film di questo genere e mi hanno un po trascinato: avevano ragione loro e mi sono del tutto ritrovato in questa recensione. Vittorio

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  6. Mustang è ben fatto e ti fa stare male per il trattamento riservato alla donna in alcune parti del mondo. La sua recensione è tanto bella! Luigi

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  7. Grazie Annalisa per le tue bellissime recensioni! Mustang mi ha colpito molto con il suo messaggio forte e chiaro e una delicatezza commovente.
    Ludmilla

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  8. Recensione intensa e perfettamente centrata! Angela

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  9. Le giovanissime attrici si sono calate nella parte come se avessero già esperienza di recitazione, si vede che la regista ha saputo guidarle molto bene. Il film mi ha commosso e la recensione ha colto lo spirito completamente. Giusy

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    1. Un bel cast con una regia ben calibrata. Grazie. Annalisa

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  10. Il titolo dato alla recensione è bello e azzeccato infatti Mustang graffia e fa sanguinare l'anima per la rabbia. Complimenti da Antonio

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    1. Anche a me piace molto il titolo e la ringrazio l. Annalisa

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  11. Non ho voluto andare a vederlo per evitare di incavolarmi davanti all' ingiustzia, ho cambiato idea. Grazie. Ivan

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  12. Bellissima recensione. ..ho visto il film e attraverso la tua descrizione del film ho rivissuto le emozioni provate. Brava. Lucrezia

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  13. Bellissima recensione. ..ho visto il film e attraverso la tua descrizione del film ho rivissuto le emozioni provate. Brava. Lucrezia

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  14. La tua recensione è bella e molto completa. Lia

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  15. Ti leggo sempre con piacere perché hai una scrittura agile e convincente. Claudia

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  16. Grazie per la segnalazione di questo film che purtroppo ho perso. La tua recensione è molto bella e invoglia a vederlo. Spero lo ripropongano nelle nostre sale.

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    1. Sicuramente tornerà nelle sale per la candidatura agli Oscar. Annalisa

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  17. Purtroppo non ho visto il film, ma la tua recensione è talmente viva e partecipe del dramma di queste giovani donne che mi spinge a cercare di recuperare ciò che ho perso. Complimenti e grazie della bella recensione. Serenella

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    1. Cara Serenella, ringrazio te dell'attenzione. Annalisa

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  18. Sono riuscito a vedere il film e sottoscrivo quanto esposto nella recensione che ho apprezzato molto. Giulio

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  19. Brava Annalisa,hai espresso bene tutta la gamma delle sensazioni
    che il film desta negli spettatori,dall'incredulità alla rabbia.

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  20. Cara Stefania, ti ringrazio tanto.
    Annalisa

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  21. ho visto il film a un cineforum estivo e mi è piaciuto tanto

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