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venerdì 12 giugno 2015

Oggi parliamo di.. Pucca

di Boris Bertolini


Devo confessare che non avevo molto bene in mente in che modo iniziare questo nostro nuovo incontro, quando all’improvviso mi è sovvenuto un antico adagio che recita: “L’apparenza inganna”.
Quale motto migliore per definire ciò che succede, e chi ne è l’artefice, nella serie di cui ci occupiamo in questo numero?
Ma procediamo con ordine. 
A Sooga, ridente villaggio incastonato tra boschi e montagne di straordinaria bellezza, la vita scorre apparentemente tranquilla e senza particolari scossoni.
Ecco, appunto: apparentemente e solo apparentemente, visto che i suoi abitanti sono tipini tutt’altro che privi di verve e di spirito d’iniziativa e sempre pronti a dar vita a situazioni ad alto tasso pirotecnico.
La nostra protagonista: Pucca


Passiamoli allora in rassegna, a cominciare dai protagonisti.
Iniziamo naturalmente da Pucca, che dà il nome alla serie: graziosa e adorabile bambina di circa dieci anni, cela dietro un sorriso disarmante e accattivante una feroce determinazione, che sfodera al fine di strappare un bacio al suo amato Garu, e una forza sovrumana, che dispiega per difenderlo dagli attacchi dei suoi nemici.
Garu, a sua volta, ragazzino di poco più grande, è un ninja che ha fatto il voto del silenzio e ha consacrato la propria esistenza alle arti marziali, al fine di recuperare l’onore perduto dalla sua famiglia, e alla meditazione.
Il ninja Garu

Ebbene, egli deve temere di più gli agguati amorosi tesigli da Pucca che non quelli armati organizzati dai suoi nemici (che andremo a conoscere più avanti). 
E che dire di Abyo, amico per la pelle di Garu? Sguardo truce e movenze alla Bruce Lee, questo impavido e vanitoso guerriero riesce al massimo a fare strage di... casacche, che si strappa di dosso a ogni apparizione sulla scena.
Non da meno è Chin, migliore amica di Pucca e spasimante di Abyo, la quale si aggira per il villaggio con una vezzosissima gallina (di nome Won e che regolarmente depone un uovo quando si spaventa) sulla testa a mo’ di cappellino.
Anch’essa, come Pucca, a prima vista dà l’idea di essere fragile e indifesa. Niente di più sbagliato: Chin si rivela in parecchie occasioni maestra nell’uso della Katana, che impugna con una disinvoltura e perizia da fare invidia alla Uma Thurman di “Kill Bill”. 
Abyo, sodale di Garu

Questi naturalmente non sono gli unici personaggi “particolari” che popolano il villaggio Sooga.
Possiamo, infatti, imbatterci in Bruce, il padre di Abyo (di nuovo un riferimento a Bruce Lee), di professione poliziotto, che parla con il tipico tono piatto e monocorde delle comunicazioni di servizio e che ha l’abitudine di concludere ogni frase con l’espressione “Passo!”, indipendentemente se questa sia appropriata o no (e quasi mai lo è).
Oppure incrociare sul nostro cammino i tre cuochi del ristorante cinese, i quali hanno un modo tutto loro di intendere la propria professione culinaria, trasformandola in una via di mezzo tra un’arte marziale e un percorso ascetico-filosofico.
I tre cuochi del ristorante cinese e Dada

Ancora, possiamo intrattenerci con Dada, cameriere imbranato del medesimo ristorante, il quale oltre a essere timido e impacciato, soffre di un evidente problema d’incontinenza vescicale, che si rende evidente tutte le volte che egli si trova in imbarazzo o in difficoltà (per capirsi, si forma un’inequivocabile chiazza gialla ai suoi piedi...); oppure con Soso, personaggio che veste come un monaco, odia la violenza e dispensa pillole di saggezza.
Infine, possiamo incontrare i nemici di Garu, tutti inevitabilmente destinati a fare una pessima e ingloriosa fine.
Il primo è senza dubbio Tobe; questi, ninja arci-rivale di Garu e capo di una banda composta da degli emeriti imbranati, vede i suoi tentativi regolarmente frustrati non dalla bravura o dal coraggio di Garu ma dalla potenza di... Pucca, la quale, come detto, si trasforma in un’impietosa e devastante arma di distruzione ogniqualvolta vede il suo beneamato Garu in pericolo.
Tobe, nemico giurato di Garu

Seguono, in ordine sparso: Muji, capo di una gang di zombie, o i tre Ninja vagabondi, che regolarmente fanno una pessima fine, non appena arrivano a tiro di Pucca.
Eh sì, perché nonostante tutti gli sforzi profusi dagli avversari di Garu per avere successo, inevitabilmente i loro piani e preparativi falliscono, in quanto non viene mai tenuta nel dovuto conto la variabile, o forse sarebbe meglio definirla la costante, secondo la quale dove c’è Garu immancabilmente c’è anche Pucca.
Discorso a parte meritano poi altri tre personaggi più o meno fissi della serie: Ring-Ring, Babbo Natale e Soo.
Ring-Ring è una ragazzina viziata e capricciosa, molto piena di sé, che punta anch’essa a Garu; come Pucca, quando si arrabbia si trasforma in una guerriera implacabile, che usa i lunghi capelli e le maniche dell’abito tradizionale come delle armi micidiali.
Babbo Natale, divenuto presenza quasi stabile dopo un’apparizione iniziale in un episodio natalizio, è una specie di caricatura del personaggio di Santa Klaus, con, oltretutto, un suo oscuro passato da tenere ben celato 
Soo è la divinità, incarnata, che sovrintende alla vita del villaggio; costui abita in un tempio poggiato su una nuvola e viaggia a sua volta su una nuvoletta; altra sua peculiarità è di essere sempre circondato da un numero imprecisato (in quanto prossimo all’infinito) di bellissime fanciulle.
Abbiamo dunque passato in rassegna i caratteri che danno vita alle storie descritte nei vari episodi della serie; come abbiamo visto non manca un abbondante campionario di varia umanità in questo piccolo ma frizzante villaggio.
Inutile dire che ogni episodio diventa una ghiotta occasione, per tutti loro, per dare libero sfogo alle proprie peculiarità.
Pucca raggiante con il suo "trofeo"

Ecco allora che Pucca, anche quando è immersa nelle sue attività quotidiane, come sfrecciare per le strade del villaggio alla guida del motorino con cui consegna a domicilio i piatti preparati dai tre cuochi nel ristorante cinese, non appena percepisce la presenza di Garu si mette immediatamente in caccia.
Oppure Tobe, il quale, ossessionato dall’idea di sconfiggere Garu in duello, si lambicca le meningi per creare agguati e trappole tanto elaborate quanto fallimentari, vuoi per l’insipienza dei suoi assistenti, vuoi per l’immancabile intervento risolutore di Pucca.
Soffermandoci ora sulla struttura generale delle varie puntate, possiamo dire che esse seguono un copione standard: al tema principale, che può variare da una giornata trascorsa a giocare sul ghiaccio a una festa mascherata, s’intrecciano i due tormentoni che caratterizzano il tutto: il solito, ennesimo, tentativo di Tobe di sconfiggere Garu, e le spericolate prodezze di Pucca mirate a strappare un bacio a quest’ultimo.
Pucca, Chin e l'inseparabile Won

La nostra eroina, infatti, non concepisce nemmeno lontanamente l’idea che un qualsiasi ostacolo possa frapporsi fra lei e il suo amato ninja, cosicché la potremo vedere mentre li spazza via con noncuranza oppure mentre si getta in totale incoscienza in imprese a prima vista totalmente folli. 
È fin troppo facile dire chi riesce nel proprio intento e chi no: mentre Tobe, inesorabilmente, è costretto a ritirarsi con le pive nel sacco, messo fuori combattimento da Pucca, questa invece riesce (quasi) sempre a poggiare le labbra sulla guancia di Garu.
Quest’ultimo, infatti, viene a volte colto di sorpresa, e quindi non gli resta che lasciar fare; altre volte invece riesce a fuggire, inseguito con ogni mezzo da Pucca che, ovviamente, non demorde.
Dal punto di vista della narrazione, è intuitivo che il tutto possa funzionare (ed effettivamente lo fa) solo a patto che il ritmo del racconto si mantenga costantemente incalzante, così da catturare e tenere in pugno l’attenzione del pubblico.
In questo senso, una grande mano viene fornita dalla grafica, gradevole nel segno, tondeggiante e pieno, dal colore, acceso ma non fastidioso, anzi caldo e accattivante e dall’animazione, semplice, senza fronzoli ma assolutamente funzionale.
In aggiunta a ciò, il sempre efficace effetto mimico di cui sono stati dotati in primis Pucca e Garu, non a caso gli unici due personaggi privi di parola (ma non privi di “effetti sonori”): le loro smorfie valgono più di mille discorsi, così come i puntini di sospensione o interrogativi che si accendono al di sopra delle loro teste in determinate circostanze.
Questa serie a episodi si è sviluppata in due cicli: una prima tranche, dalla durata di tre minuti, e un secondo blocco in cui la lunghezza è stata portata a otto minuti.
Pucca e Ring-Ring si sfidano

Anche la collocazione spaziale e temporale delle storie ha visto un’evoluzione: a un certo punto il villaggio Sooga non è stato più sufficiente, e così i nostri si sono visti catapultare in luoghi ed epoche diverse.
Eccoli allora, per esempio, in Canada, a raccogliere sciroppo d’acero, nelle grandi pianure del Mid-West a popolare un accampamento di Nativi americani o nell’Olanda al tempo degli “hippies”; addirittura è stato realizzato un episodio ambientato nello spazio e nel futuro.

Una  futuribile Pucca
Il successo della serie è innegabile, come dimostrato anche dalla produzione di tutta una serie di oggetti (capi di abbigliamento in testa alla fila) identificabili grazie alla presenza dei protagonisti.
In conclusione, una più che buona produzione della casa coreana Vooz, che è stata capace di regalarci momenti di autentici allegria e buonumore.

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