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sabato 29 marzo 2025

IL RAGAZZO COL CAPPUCCIO NERO

 

(di Marisa Vidulli)


 

E ALL'IMPROVVISO MIRELLA SI ACCORSE DI VOLERGLI BENE COME A UN NIPOTE.

Il ragazzo se ne era appena uscito da casa sua, col cappuccio nero della tuta calato sulla testa e il suo solito sorriso scanzonato

Era particolarmente allegro quel giorno e gli occhi ridenti e irridenti brillavano più del solito


Perbacco, ne aveva ben d'onde, aveva appena fissato l'itinerario del suo viaggio di nozze.

America San Francisco e poi Hawaii

Mirella ascoltava quell'irrefrenabile fiume di parole e sognava a occhi aperti, che lei li aveva già visti quei luoghi e ora li rivedeva attraverso le sue entusiaste parole, che le mettevano allegria

Era uno di quelli che si sposavano ancora in chiesa, il ragazzo, e talvolta in chiesa l'organo suonava e quando andava al concerto dei POOH portava la madre, anzi le aveva fatto proprio quel regalo per il suo compleanno, anche se chiaramente quella musica datata non era il suo genere.

Sì, come a un nipote gli voleva bene, pensava Mirella augurandogli in cuor suo che la vita non gli presentasse troppe curve a gomito, perché lei , ricca di esperienza per i suoi anni, sapeva che mantenere saldo il timone della nave, anche se il mare non è propriamente tranquillo, è fondamentale per non perdere la rotta. La vita poi ti presenta tante notti prima degli esami e gli esami non finiscono mai. 

Lo augurava a lui, il suo giovane fisioterapista trentenne, come lo augurava di tutto cuore al suo adorato nipote di 21 anni-

I suoi due figli avevano già imparato, a loro spese e, a suo tempo, a mantenere la rotta nelle inevitabili procelle della vita.

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