(di Marisa Vidulli)
E
ALL'IMPROVVISO MIRELLA SI ACCORSE DI VOLERGLI BENE COME A UN NIPOTE.
Il ragazzo se ne era appena uscito da casa sua, col cappuccio nero della tuta calato sulla testa e il suo solito sorriso scanzonato
Era particolarmente allegro quel giorno e gli occhi ridenti e irridenti brillavano più del solito
Perbacco,
ne aveva ben d'onde, aveva appena fissato l'itinerario del suo viaggio di nozze.
America
San Francisco e poi Hawaii
Mirella
ascoltava quell'irrefrenabile fiume di parole e sognava a occhi aperti, che lei
li aveva già visti quei luoghi e ora li rivedeva attraverso le sue entusiaste
parole, che le mettevano allegria
Era
uno di quelli che si sposavano ancora in chiesa, il ragazzo, e talvolta in
chiesa l'organo suonava e quando andava al concerto dei POOH portava la madre, anzi le aveva
fatto proprio quel regalo per il suo compleanno, anche se chiaramente quella
musica datata non era il suo genere.
Sì, come a un nipote gli voleva bene, pensava Mirella augurandogli in cuor suo che la vita non gli presentasse troppe curve a gomito, perché lei , ricca di esperienza per i suoi anni, sapeva che mantenere saldo il timone della nave, anche se il mare non è propriamente tranquillo, è fondamentale per non perdere la rotta. La vita poi ti presenta tante notti prima degli esami e gli esami non finiscono mai.
Lo
augurava a lui, il suo giovane fisioterapista trentenne, come lo augurava di
tutto cuore al suo adorato nipote di 21 anni-
I suoi due figli avevano già imparato, a loro spese e, a suo tempo, a mantenere la rotta nelle inevitabili procelle della vita.
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