Ponte alle Grazie - pagg. 259 - € 18,00
Il nuovo attesissimo libro del vincitore del Premio Strega, autore di Qualcosa di scritto e Sogni e favole.
A tre anni da Due vite, esce il nuovo libro di Emanuele Trevi.
Dedicato al rapporto con il padre psicanalista. Un romanzo sull’elaborazione del lutto.
Il percorso di guarigione della psiche e attraverso la scrittura.
Un libro profondo e divertentissimo.
Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre gli ripete spesso un'istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto». Per non perderlo (ad esempio, fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell'infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.
Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Così il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua atmosfera inquieta e feconda, e così facendo prova a sciogliere (o ad approfondire?) l'enigma del padre.
Muovendosi nel suo sempre mutevole territorio, fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell'esistenza, storia culturale del Novecento (ne La casa del mago – accanto a straordinari personaggi contemporanei, tra cui spicca Paradisa, una prostituta peruviana – figurano Carl Gustav Jung, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Ernst Bernhard...), Emanuele Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi. Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama più sottile dell'essere, se li si ascoltare, se si sa lasciarli accadere.
Emanuele Trevi (Roma, 1964), tra i più apprezzati scrittori e critici della sua generazione, collabora con il «Corriere della Sera». Ponte alle Grazie ha pubblicato i tre romanzi Qualcosa di scritto (2012, finalista Strega, vincitore del Premio Europeo per la Letteratura, tradotto in diciotto lingue), Sogni e favole (2019, Premio Viareggio) e Il figlio del mago (2023), e una nuova edizione del saggio Musica distante (2012). Tra i suoi altri librii ricordiamo Istruzioni per l'uso del lupo (Castelvecchi, 1994), I cani del nulla (Einaudi, 2003), Senza verso (Laterza, 2004), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), Il popolo di legno (Einaudi, 2015). Con Due vite (Neri Pozza, 2020) ha vinto il Premio Strega 2021.
Su La casa del mago hanno detto
“Passo dopo passo, Emanuele Trevi è arrivato all’essenza della letteratura, e ne ha fatto il luogo di una cerimonia ininterrotta in cui incontrare i morti. La casa del mago è il libro bellissimo e potente in cui racconta il padre, celebre psicoanalista junghiano. La forza della sua scrittura non si può definire facilmente, la sua necessità e il suo valore sì. Trevi cattura il mistero della vita, della sua vita e di quella del padre, e la racchiude nella luce obliqua del sortilegio e dell’incantesimo.”
Roberto Andò
“Emanuele Trevi, il figlio del "mago", è anche lui un mago. E questo libro è il suo incantesimo.”
Antonio Scurati
“In questo romanzo, pieno di grazia e di ironia, la perdita del padre è un imprinting, un episodio leggendario dell’infanzia che è più di un presagio, è la prossemica esatta di una relazione in cui è impossibile, malgrado le intenzioni, proteggersi l’un l’altro. Appropriandosi degli spazi e degli oggetti appartenuti a quel disertore degli umani, eppure loro guaritore, che gli è stato padre, di fronte al suo enigma indecifrabile Emanuele Trevi scopre forse che cosa significa esserne il figlio.”
Rossella Postorino
“Trevi è un’ipnotista, con geometrica svagatezza ti conduce sul palmo della tua stessa mano.”
Concita De Gregorio
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