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giovedì 26 maggio 2022

La passeggiata di Valentina

 (di Marisa Vidulli)


Un suono di chitarra arriva da lontano poi più vicino man mano che si incammina verso il mare, infine lo vedo il suonatore, rannicchiato accostato al muro: note potenti escono dalla sua chitarra, lei si commuove lacrime sgorgano dagli occhi. La musica è così, ti trapassa l'anima e ti dona felicità.

 

Vale ha sempre amato i cantanti di strada, i suonatori come questo e ha sempre pianto, a volte anche dando spettacolo ma la vita le ha insegnato a non dar peso allo sguardo degli altri, le basta questa commozione; torna a casa felice , la musica l' ha salvata da una giornata difficile. Il quotidiano pieno di imprevisti non ha scalfito quel magico momento di euforia, ha quasi scordato l'operazione che l' aspetta, il pace maker al cuore, il suo ormai si è consunto, forse ha sentito e amato troppo, i suoi battiti sono stati troppi o troppo violenti, come quelli di oggi allo sentire le note strappate alla chitarra dallo sconosciuto ma decide che non rinuncerà alle passioni del suo cuore, qualcosa si è risvegliato in lei oggi,
Non rinuncerà all'emozione, sarebbe snaturare l'unica verità indiscutibile di se stessa, sarebbe come ucciderla. Proverà a convivere col buonsenso senza permettergli di diventare il suo padrone non concedendogli troppo spazio né molto ascolto.
Che sia un moderatore discreto, però. Educato e gentile, non assoluto. Un buon amico da tenere sottobraccio, che capisca e che sia indulgente se non viene ascoltato proprio subito. Che rallenti l'azione o il sentimento, ma non fermi.
Che non la spenga, per carità. Lei vuole invecchiare ridendo.
Il chitarrista di strada biondo, giovane e muscoloso con quel tatuaggio strano sul polso, l' aveva intrigata oltre che emozionata, era più giovane di lei sui trenta mentre VALE ne aveva 50, ma non era questo il punto, da tempo sentiva che la sua identità era come frantumata e lei cercava di ricomporla con pazienza fatica e coraggio da quando il suo compagno l'aveva lasciata cinque anni addietro. Stava attraversando esperienze, emozioni e paure per costruire lentamente una rinascita.
Aveva perso la sostanza, la matrice di se stessa e chi l' abbracciava- aveva avute altre relazioni in quei cinque  anni, non si accorgeva che stringeva soltanto un involucro, ecco questi pensieri mettevano in subbuglio la mente e il cuore di VALE mentre rientrava lentamente dalla sua passeggiata con ancora nelle orecchie le note della chitarra e negli occhi il bel chitarrista sconosciuto
come spesso succede sono i dettagli irrilevanti e incongrui a rimanere impressi negli occhi e a lei erano rimasti impressi i muscoli e gli occhi azzurrissimi,
chissà se lo avrebbe rincontrato, di solito questi suonatori di strada si spostano nei luoghi più suggestivi e frequentati della città, domani sarebbe andata nel piazzale antistante il duomo per risentirlo. Infatti il giorno seguente eccolo là seduto sui gradoni della chiesa di San Lorenzo, attorniato da un piccolo gruppo di astanti incantati come lei da quel suono prepotente. Erano quasi le 13, Vale si appostò nel caffè di fronte alla chiesa e quando lui ebbe finito e racchiuso lo strumento dentro l'astuccio raccolse ogni briciola di coraggio e gli andò incontro, ben determinata a conoscere la sua storia,
Dopo essersi presentata lo invitò a bere un caffè e scopri che era francese, studente alla Sorbona , fuori corso e girava il mondo in estate come nella miglior tradizione degli chansonnier francesi, solo che lui non cantava ma adorava la chitarra.
L'accento francese del suo italiano fluente, il sorriso sbarazzino , i muscoli guizzanti che si intravvedevano sotto la maglietta a maniche corte fecero il resto, così nacque la loro storia.

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