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martedì 30 novembre 2021

VIAGGIO IN SICILIA

 di Sandra Romanelli

 

La bambina dal fiocco azzurro (2a parte)

per leggere la prima parte collegarsi al link sottostante:

https://sognaparole.blogspot.com/2021/09/la-bambina-dal-fiocco-azzurro.html

 

                             Agrigento -La valle dei templi -panorama

 

L’agriturismo

 

L’estate era giunta e i preparativi per le vacanze stavano già per iniziare. Angelina e il marito avevano ricevuto, da parte di alcuni parenti,  l’invito di unirsi a loro per trascorrere una settimana in Sicilia. Il sole e il calore di quell’isola avrebbero presto allontanato il ricordo dell’inverno freddo e nebbioso che caratterizza le città del Nord, dove loro vivono.

Nei giorni che precedettero la conferma del viaggio, Angelina aveva sfogliato riviste, dépliant e brochure turistiche per scoprire notizie sui luoghi più belli da visitare. Il soggiorno si sarebbe svolto in un agriturismo della campagna agrigentina, dove il paesaggio appariva straordinario per le coltivazioni di grano, vigneti e uliveti.


Appena arrivati notarono con piacere che la struttura era dotata di ogni comfort, al di sopra delle loro aspettative: camere ben arredate, ampie e luminose; la ristorazione utilizzava i prodotti tipici del territorio, il personale era gentile e professionale, quindi la vacanza prometteva molto bene.

Nonostante non avesse più rivisto il paesino che aveva lasciato da bambina, Angelina  era  tornata spesso nell’isola, come ospite presso i parenti; per questo motivo conosceva bene la cultura e le abitudini siciliane, inoltre l’impronta delle sue origini le era rimasta come un segno indelebile.

Tante volte aveva ripensato alla casa in cui era nata, ma le immagini si facevano sfuocate; ricordava solo che si trovava vicino alla chiesa di Santa Rosalia; più chiara invece, era la memoria del resto del paese e del luogo dove aveva vissuto fino al suo trasferimento al Nord; ricordava soprattutto il laboratorio di sartoria di mamma Maria, le sue simpatiche lavoranti, in particolar modo una di loro: Melina.

Il ricordo nitido di questa lavorante  era legato al fatto che Melina, nei momenti liberi, amava realizzare bambole di pezza; cuciva loro bellissimi vestitini, utilizzava la lana per fare i capelli, e dipingeva i visi con mano d’artista.

La vacanza procedeva nel miglior modo possibile.

Nell’agriturismo avevano conosciuto altri villeggianti, con i quali si ritrovavano spesso a conversare. Una signora siciliana, Rita, era molto incuriosita da quel gruppetto proveniente dal Nord.

-  Come mai avete scelto proprio la Sicilia per le vostre vacanze?-

- Volevamo tornare nella terra dei nostri genitori- rispose Anna,  cugina di Angelina- siamo nati tutti al Nord, ma i nostri genitori provenivano dall’isola.-

-  Loro sono nati tutti al Nord è vero, io sono l’unica nata qui in Sicilia- aggiunse Angelina.

-  Dov’è nata? - chiese Rita.

Angelina ebbe un attimo di esitazione nel rispondere, ma appena fece il nome del suo paese d’origine, Rita le si avvicinò, molto meravigliata.

-  Anch’io sono nata lì e non ho mai lasciato il paese, neppure quando mi sono sposata, conosco tutti, ma...strano... lei non la ricordo. Dove abitava?-

-  Sono nata in una vecchia casa, proprio vicino alla chiesa di Santa Rosalia, poi ho vissuto in un’altra abitazione, ma sempre vicino alla chiesa-.

- É nata in contrada Santa Rosalia? Ma come è possibile? - domandò Rita sempre più meravigliata-. Anch’io sono nata e vissuta lì! Mi chiamo Rita; lei come si chiama?-

- Angelina… ci siamo  trasferiti al Nord quando ero ancora una bambina.

- Angelina! Si chiamava così una delle figlie della nostra vicina di casa, la Gnura Doria!

- Era la mia mamma naturale.-

- No, non è possibile una tale coincidenza!- esclamò la donna sempre più stupita- Io sono una delle figlie di Maruzza. Posso darti del tu? Ti ricordi di me? Conosco i tuoi fratelli e le sorelle. Se dico loro che sei qui, verranno tutti a trovarti, sono sicura...non ti hanno mai dimenticata!

Neppure Angelina li aveva dimenticati, ma la vita lontano da loro era sempre stata piena d’impegni e lei non aveva potuto e forse neanche voluto tornare alle sue origini.

- Se conosci i miei fratelli, salutali tutti per me. Anch’io sarei veramente felice di rivederli!

- Se riesco a contattarli, sono sicura che prima di ripartire li rivedrai tutti! Lascia fare a me, organizzerò io l’incontro. So che loro non hanno mai smesso di ricordare la loro sorellina lontana!-

Rita lasciò Angelina con la promessa di un incontro con i suoi fratelli e lei restò fiduciosa e trepidante, in attesa di quell’evento.

 L’incontro con i fratelli

Mancavano due giorni alla fine della vacanza quando il proprietario dell’agriturismo chiamò Angelina e suo marito e disse loro che alcune persone avevano affittato un ampio locale dell’edificio per organizzare una festa in cui Angelina sarebbe stata l’ospite d’onore. Comunicò loro il giorno e l’ora dell’evento.

Quando Angelina e il marito entrarono nella stanza, la sorpresa fu grande per entrambi: una moltitudine di persone li accolse con un grande applauso. Lei rimase impietrita dall’emozione.

Rita  disse loro che insieme ai fratelli e sorelle, con i propri consorti, erano venuti, per conoscerla, anche i figli con i nipoti.

Il marito spingeva Angelina verso i parenti, esortandola ad abbracciare ora Lena, ora Catena, poi, insieme a Rita, accompagnandola da Giovanni, il fratello più anziano che, pur di rivederla, aveva chiesto al figlio di portarlo all’agriturismo, nonostante la difficoltà delle sue condizioni di salute. Saro le presentò la moglie che teneva in braccio il più piccolo dei nipotini. Fu stupita poi dalla somiglianza che tutti notarono tra lei e Tanuzzu, il fratello minore; lei stessa poté constatare quanto fosse vero.

Giovanni, la osservava  con attenzione, senza mai staccare gli occhi da lei, quasi volesse recuperare tutti gli anni passati lontano dalla sorellina lontana, poi sentì il bisogno di fare un tuffo nel passato.

- Angelina, vèni vicinu a mia, ti vogghiu parrari.

Lei subito si avvicinò a lui. 

- Ti ricordi quannu da picciridda ti facevo jucari?- e senza aspettare risposta iniziò a intonare, a bassa voce:

Curri, curri, sciccareddu, porta furmentu a lu mulineddu,

u mulineddu nun c’è chiù e ‘u sciccareddu…scoppa jù

Angelina ebbe un flash improvviso. Si rivide bambina, nella vecchia casa di contrada Santa Rosalia, seduta sulle ginocchia di Giovanni e, pur non avendo mai più parlato il dialetto, si ricordò il finale di quella filastrocca: scoppa jù e, a quelle parole, lui la faceva andare giù con la schiena, tenendole forte i polsi; lei aggiungeva... Arrè! E tornava su. Ma non le uscì la voce per pronunciare le parole di quella filastrocca, troppo antiche, troppo lontane nel tempo, ma pur sempre vive nel ricordo.

- Ora le mie ginocchia e le mie gambe non sono più quelle di una volta, sono costretto a muovermi con questa carrozzina, ma la testa funziona sempre sai e i ricordi del passato sono ancora più vivi di quelli del presente.-

- Quant’ero felice, Giovanni, quando mi facevi giocare! Riuscivi sempre ad asciugare le mie lacrime e a farmi ridere-.

Angelina pensò che ci sono immagini del passato che non si possono cancellare, rimangono stampate nella mente e alimenteranno sempre il bagaglio dei nostri ricordi.


Il dono più bello

Poi accadde il momento più emozionante.

Rita avvertì Angelina che i fratelli e le sorelle, avevano voluto fermare la felicità di quell’incontro  con un dono: un grosso cestino contenente i prodotti della gastronomia siciliana, in particolare la   frutta martorana, preparata con la pasta di mandorle, prelibatezze di terra e mare, formaggi, vini. Poi i doni proseguirono con bellissimi oggetti in ceramica decorata a mano. Lena e Catena avevano imparato, da ragazze, l’arte del ricamo e ancora si dedicavano a questa attività, così vollero farle dono di qualche oggetto ricamato.

- Se poi ti piacciono pizzi e merletti, Lena è maestra in quest’arte-   affermò Catena.-

Angelina era frastornata da quella meravigliosa accoglienza, superiore ad ogni aspettativa. Continuava a dire:

- Grazie, ma non dovevate…non so come ricambiare...-

Lena si affrettò a rassicurarla:

- Rivederti è stato il regalo più grande per noi- poi, un po’ timidamente, aggiunse- Catena ha una sorpresa per te.-

La sorella le mostrò un pacchetto e lo depositò sul tavolo accanto a lei. Era avvolto dentro una carta rosa e argento,  legato con un nastro dorato.

 

                                                      (foto di Sandra Romanelli)

Angelina lo aprì e quando vide il contenuto sorrise divertita e abbracciando le sorelle domandò:

- Ma come avete fatto a conservarla per così tanti anni!-

Allora Catena iniziò a narrare un fatto, ormai assopito nei ricordi  di Angelina, ma che ora si risvegliava e riprendeva vita, mentre la sorella raccontava.

Era un pomeriggio d’estate, le sorelle giocavano a campana sulla strada, davanti a casa, quando videro passare Angelina, insieme a Melina.

Lena la chiamò e lei lasciò subito la mano ferma di Melina e si mise a correre gioiosamente verso di loro. Aveva la sua bambola di pezza  nell’altra mano, ma nella corsa la strinse al petto, per non perderla.

- Angelina, vieni a giocare con noi!- la invitò Lena.

- Adesso non posso, devo andare in paese con Melina, ma quando tornerò mi fermerò a giocare, aspettatemi!-

- Fermati adesso- insistette Lena- dopo non verrai più!-

- Sì verrò, vedrai... vi lascio Mimì, la mia bambola, così siete sicure che dopo tornerò a riprenderla!- e così dicendo la consegnò loro. Poi tornò da Melina con la quale riprese il cammino verso il paese.

Poco dopo, Maruzza -che aveva il compito di occuparsi dei bambini di Doria, mentre la loro mamma era al lavoro-, si affrettò a richiamare in casa le bambine.

Al ritorno Angelina passò di nuovo in quella strada, ma non trovò nessuno davanti a casa.

- Melina, fammi salire dalle mie sorelle, così posso riprendere Mimì.

- Lascia stare, è tardi, ti farò una bambola, ancora più bella di Mimì- la rassicurò Melina.

Angelina proseguì il suo cammino con lei, ma prima di allontanarsi guardò verso le finestre, sperando di vedere qualcuno dei suoi fratelli o mamma Doria, per salutarla. Nessuno si affacciò, così lei tornò a casa, ma non mancò di raccontare l’episodio a Maria e Salvatore.

- È vero, Catena, ricordo bene quel giorno che vi incontrai e vi lasciai la bambola, ma voi, come avete fatto a conservarla per così tanto tempo?-

- Giocavamo sempre con la tua bambola, facevamo finta fossi tu e le raccontavamo ogni momento delle nostre giornate. La tenevamo con molta cura, ma col passare degli anni, quando non fu più tempo di giochi, senza rendercene conto la bambola sparì.

La ritrovammo in un baule, solo dopo la morte di mamma. Lei aveva conservato un oggetto di ognuno di noi. Di te c’era una vecchia foto sul seggiolone, tutta sgualcita e questa bambola di pezza. Ora te la riportiamo perché vogliamo che sia tu a conservarla ancora, se lo vorrai.-

Sul viso sorridente di Angelina spuntò una lacrima e davanti a sé vide il volto lontano e sfuocato di mamma Doria  e quello più nitido di mamy Maria che la incoraggiava a lasciare alle sorelline la bambola di pezza.

Ora, come per miracolo, Mimì era di nuovo tra le sue mani.

Al momento di salutarsi erano tutti commossi, ma felici. Angelina pensò che un pomeriggio così pieno di ricordi e di emozioni  non lo aveva mai vissuto.

La sera, prima di addormentarsi, le immagini di quelle ore appena trascorse, le si affollavano alla mente; la notte trascorse in un turbinìo di pensieri, di parole e  di volti che si susseguivano ininterrottamente.

Oggi le sorelle Lena e Catena sono in contatto costante con Angelina; i fratelli, purtroppo, non ci sono più, ma ciò che l’accompagnerà per sempre è la gioia di averli ritrovati.

***

Ancora oggi ci sono signore abili come Melina, nel confezionare bambole. Con generosità, loro  mettono la loro creatività per realizzare le Pigotte, il cui ricavato va a favore dei bambini in difficoltà..

Infatti, grazie al Progetto Pigotta Unicef, si possono adottare bellissime bambole di pezza come questa.

 


 


Foto Bambola Unicef – foto Progetto Pigotta Unicef

 di Sandra Romanelli

 


4 commenti:

  1. Innanzitutto si deve ammirare la prosa della scrittrice, che, sciolta e scorrevole, trasmette al lettore tutte le emozioni che provano i vari personaggi del racconto. E poi, importante è il valore del ricordo. Quando esiste affetto, amicizia e condivisione, tra persone che si sono incontrate nelle alterne vicende della vita, il ritrovarsi cancella il distacco e riunisce i tempi dello stare insieme.
    Ieri è sempre oggi.
    Un plauso alla scrittrice.
    Ida

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    1. Grazie per aver posto l'accento sul valore dei ricordi. Essi costituiscono il bagaglio che ci portiamo appresso ed è vero, cara Ida, sono pure il nostro presente.
      Credo che la memoria possa aiutarci a rielaborare i fatti e consentirci di percorrere con maggiore consapevolezza e serenità le strade del futuro.
      Sandra

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  2. Molto commovente. Credo che ognuno ritrovi un po' di sé e del proprio vissuto, se non negli eventi, nei sentimenti forti della famiglia, specialmente nei periodi travagliati quando è importante stringere i denti.
    Mi è piaciuta molto la storia. bella la scrittura.
    Franca

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    Risposte
    1. Grazie, Franca, per il gradimento. Concordo con te sull'importanza di ancorarci, in primis, ai sentimenti solidi della famiglia a cui aggiungo l'amore e la generosità verso il prossimo e le emozioni pure che ci trasmette la bellezza dell'arte.
      Sandra

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