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lunedì 13 luglio 2015

Nanni Moretti in "Mia madre"

di Annalisa Petrella

Una breve riflessione sul film “Mia madre”, di Nanni Moretti, a conclusione della stagione cinematografica, ricca di proposte valide: mi riferisco in particolare ai tre film italiani presentati - e bistrattati - al festival di Cannes. 
Dedicato alla madre venuta a mancare cinque anni fa, il film rappresenta un nuovo importante tassello nella prestigiosa carriera del grande regista che, dopo una lunga elaborazione del lutto, ha realizzato un’opera intimistica estremamente delicata nella quale, attraverso i tre protagonisti - la madre e i suoi due figli Margherita e Giovanni - narra la dolorosa fase terminale della vita con tutte le implicazioni affettive e pratiche che comporta. 


Moretti, che nel film recita la parte del figlio Giovanni, ha adottato una strategia di rovesciamento delle parti, attribuendo alla Buy, che interpreta la parte di Margherita, il proprio modo di essere, pensare e agire.
 “C’è molto di me in Margherita, anche se ho sempre pensato come protagonista a una donna, alla stessa Buy, mentre scrivevamo. Giovanni invece è il Nanni che vorrei essere. Margherita ha quelle spigolosità, quel nervosismo, quel senso di inadeguatezza, non è accudente, accogliente, brava a tenere insieme tutte le cose, piuttosto fatica, sta sempre da un'altra parte rispetto a dove è in quel momento, pensando con urgenza ad altro , racconta Moretti.
Quindi, la Buy, attrice, diventa nel film lo specchio del Moretti che conosciamo, con le sue idiosincrasie, reticenze e inadeguatezze: è una regista affermata, nevrotica, a disagio nei confronti di se stessa e del mondo, con la preoccupazione di dover sempre dimostrare di essere all’altezza e anche

in campo affettivo è sostanzialmente instabile. Sta girando un film impegnato sul tema di una fabbrica che chiude, con tutti i problemi che ricadono sugli operai, la lavorazione l’assorbe completamente, ma il risultato non la soddisfa come vorrebbe ed è sempre scontenta. Il rapporto con la madre gravemente ammalata è profondo, importante, ma anche lì c’è qualcosa d'irrisolto perché come figlia non riesce a starle vicina quanto e come vorrebbe. Nel film, Margherita Buy offre l’interpretazione sublime di un Moretti in versione femminile.

Moretti, di contro, recita la parte del fratello saggio, pacato, quello che sa sopportare le avversità con rassegnazione e dispensare consigli sempre con discrezione, quello che, pur avendo un’ottima posizione lavorativa, arriva a licenziarsi per stare vicino alla propria madre in ogni attimo e poterla accompagnare fino all’ultimo. Mai visto sulla scena un Moretti così controllato e consapevole, si avverte in lui una maturità nuova, un pudore nel manifestare i propri sentimenti e la rara capacità di farsi da parte.
La madre, Ada, ex professoressa di latino al liceo, è interpretata dalla grande attrice di teatro Giulia Lazzarini: la sua recitazione è portentosa, modulata in ogni scena, anche la più commovente, con una misura perfettamente controllata. La voce, gli sguardi, il sorriso scaturiscono dal suo volto con una naturalezza che solo una Signora del Teatro può regalare allo spettatore
Sia la Lazzarini sia la Buy hanno vinto il David di Donatello, rispettivamente come attrice non protagonista e protagonista: premio meritatissimo per entrambe con standing ovation per la Lazzarini che, con gli occhi lucidi, ha ringraziato pubblicamente Nanni commuovendo tutta la platea. 

Il tema trattato è struggente e le emozioni che il film risveglia sono laceranti, tutti siamo figli e possiamo immedesimarci naturalmente nel dramma della perdita e se, per di più, siamo anche madri, il livello di partecipazione emotiva lievita spasmodicamente. Ma l’arte di Moretti sta proprio nella capacità di dosare, in uno splendido gioco di equilibri, gli elementi che compongono la storia, inserendovi, ad esempio, alcune scene indimenticabili intrise di pura comicità che fanno da contrappunto al dolore.
Mi riferisco in particolare a quella in cui avviene lo scontro tra la regista, Margherita Buy, e l’attore italo-americano John Turturro, durante la registrazione di una scena del film nel film, che si potrebbe definire esilarante anche per la magica interpretazione di un Turturro fatuo e smemorato che instilla un tocco di sana ironia in una situazione che si dipana lentamente sul filo della tragedia. 
Va riconosciuto a Moretti il merito di aver saputo comporre un film sorvegliato e toccante, cosa che in un’opera a sfondo autobiografico non è certo facile da realizzare, con un linguaggio universale e intimo che sfiora le corde di chiunque lo guardi, coinvolgendolo in una serie di emozioni che si rapportano anche al proprio vissuto. 
La parte finale di “Mia madre”, pur nella sua inevitabile tristezza, infonde un senso di serenità, un’emozione contenuta, quasi di conforto, per l’inattesa scoperta di tanti aspetti sconosciuti, persino ai figli, della persona amata che, attraverso i racconti di coloro che l’hanno frequentata, viene riscoperta e svelata in tutta la sua bellezza.
Gli ex allievi della professoressa di latino raccontano aneddoti ed episodi degli anni di scuola ignoti a Margherita e Giovanni, trasmettendo loro una sorta di eredità morale che amplia la sfera dei ricordi, la colma di sfumature preziose e imprime nell’animo un sentimento di fiducia e positività di fronte al grande vuoto della privazione. 
Due voci femminili, prima dei titoli di coda: 
Margherita: - Mamma, a cosa pensi?
Mamma: - A domani.

36 commenti:

  1. Mi ritrovo perfettamente nella sua analisi sapiente e densa di sensibilità. D. Verri

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  2. Leggere le sue recensioni è sempre un piacere! Clara

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  3. Preferisco la recensione al film forse perché Moretti non è nelle mie corde, anche se in mia madre c'è del sentimento. Bruno Z.

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  4. Nanni Moretti è un grande e tu gli hai reso onore con stile e introspezione. Veronica

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  5. Bravissima! Moretti è un regista unico. Fiore

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    1. Moretti è uno dei più significativi registi italiani contemporanei. Grazie. Annalisa

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  6. La madre interpretata dalla Lazzarini non si dimentica. Brava Annalisa

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    1. Sono pienamente d'accordo e la ringrazio. Annalisa

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  7. Lei scrive con eleganza e profondità e la seguo sempre, grazie. C. B.

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    1. Cara o caro C.B., il suo apprezzamento è stimolante e gratificante. Annalisa

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  8. Seguo sempre con interesse i tuoi scritti e ogni volta non posso fare a meno di complimentarmi con te.
    Miriam

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    1. Cara Miriam, è un piacere ricevere le tue conferme. Grazie! Annalisa

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  9. Condivido ogni parola della sua splendida recensione. Marco Badinotti

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    1. Grazie del commento bellissimo. Annalisa

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  10. Margherita Buy dimostra ancora una volta la sua capacità di entrare nella parte ed è molto convincente.

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    1. La Buy è indubbiamente una delle nostre attrici migliori. Annalisa

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  11. Bel film e bella recensione! Licia

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  12. la recensione è delicata e piena di sensibilità e di eleganza. forse più del film che pure è un buon film.

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  13. Bella recensione di un film sofferto

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  14. La recensione è bellissima e mi ha fatto riconsiderare il film ( forse un po' scontato ) e mi scuso con Nanni. ALFREDO

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  15. Condivido la lettura che fai del film, dei personaggi e delle dinamiche che si muovono fra loro; non è per me il migliore dei film di Moretti, ma tratta in modo "maturo" il tema dell'assenza, tema peraltro già affrontato in alcuni dei suoi ultimi film. C.V.

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  16. Una recensione veramente a 360 gradi, affronta ed analizza sapientemente tutti gli aspetti del film sviscerandoli e riempiendoli di maggiori significati rispetto a quelli che uno spettatore distratto riesce ad individuare. Brava Annalisa, bellissima recensione! Lucrezia

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  17. Cara Lucrezia, sei sempre attenta e generosa nei tuoi commenti, grazie! Annalisa

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  18. Il tuo commento al film mi ha spinto ad andare a vederlo e mi è piaciuto. Mariella

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  19. Il film mi ha rattristato ma è bello e mi ha fatto rivivere un periodo difficile; Turturro mi ha divertito. La sua analisi è perfetta. Ebe

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  20. Gentile Ebe, la ringrazio. Annalisa

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