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mercoledì 6 gennaio 2021

Marinella

di  Marisa Vidulli


“Questa è la tua canzone Marinella, che sei volata in cielo su una stella...”

Faber


MARINELLA

 Marinella abitava da molti anni a Genova; sebbene portasse il nome della canzone, forse la più famosa, di Faber, non conosceva bene questa magnifica città.


Il marito, genovese, aveva portato lei, milanese, ad abitare in una grande casa sul mare. Poi erano subito arrivati i figli, il lavoro e la famiglia: insomma aveva, per citare un simpatico modo di dire anglosassone, a lot of work on her hands.

A quei tempi aveva soprattutto coltivato il suo grande amore per il bel marito, che proprio nei carruggio grande di San Lorenzo aveva lo studio da broker marittimo. Prima era uno studiolo nel sottotetto e poi si era allargato, mentre lei aveva allevato i figli, senza curarsi di cosa facesse lui nel suo lavoro, convinta come era che fosse un dio da adorare, servire e ubbidire.

“Ah l'amore, l'amore, quante cose fa fare l'amore...” cantava Luigi Tenco e lei ne era l'esempio vivente. Talvolta, raramente, le sorgeva qualche dubbio sul socio napoletano invadente e supponente, ma il marito le rispondeva:

“non ti preoccupare è un grande armatore!” così grande che era fallito, lasciando il marito in braghe di tela, si fa per dire. Allora addio carruggi, disfatto e svenduto lo studio, chiusa l'attività che soleva dire il bel marito 'avrebbe reso il primo miliardo entro il primo quinquennio'. Per fortuna che Marinella si era messa a lavorare una volta cresciuti i figli, suscitando l'ira del marito:

“e a noi chi ci pensa?” soleva dirle con tono di rimprovero e lei pronta gli rispondeva:

“Io e la colf naturalmente, pagata col mio stipendio di professoressa!”

In seguito Marinella suscitò la sua ammirazione, quando lui vide come la moglie riusciva a gestire il tutto con destrezza. Però un uomo deve pur avere un lavoro! Quindi al marito venne l'idea di sfruttare la sua laurea in economia. Si mise a studiare con accanimento e a 50 anni diede l'esame di commercialista! Con successo lo passò subito: era decisamente un uomo intelligente oltre che affascinante, pensava Marinella guardandolo sempre con gli occhi dell'amore. Ma era anche ambizioso e poco accorto, viziato in famiglia da nonna e madre, le quali gli avevano lasciato una cospicua eredità di appartamenti che ben presto scomparvero, venduti uno ad uno dall'uomo imprevidente. Ma Marinella lo adorava comunque e faceva con lui lunghe favolose gite in barca, una volta addirittura fino a Saint Tropez dove il suo amore aveva comprato casa. Poi vennero le gare di motoscafo dove lei cronometrava e lui guidava; notti magiche, trascorse ormeggiati nella baia di Portofino nel piccolo cabinato, un Coronet di 7 metri, con i loro ragazzi 14 e 11 anni che dormivano sul ponte nel sacco a pelo. Oh, quanto Marinella amava quell'uomo bellissimo ma poco accorto che la ricambiava di eguale passione!

La loro figlia, dopo le nozze, aveva scelto di abitare nella città vecchia, mentre Marinella abitava a Boccadasse, un antico borgo marinaro. Ora, dopo 50 anni, per la prima volta vedeva la sua città con gli occhi non più dell'amore, ma con quelli dell’ intenditrice, attraverso gli occhi della figlia.

Gli acciacchi dovuti all'età non la turbavano più di tanto, ma il ricordo del marito si, quell'uomo bellissimo e poco accorto era volato via una mattina di febbraio, sei mesi prima, dopo avere scritto l'ultimo libro di una collana dedicata a Genova, restando bello e nobile d'animo fino all'ultimo, lottando come un leone per aggrapparsi alla vita che lo lasciava.

Le aveva lasciato in eredità due figli magnifici.

Il maschio, avvocato ancora single, che viveva con lei e guai se non ci fosse stato lui soprattutto negli ultimi tempi, ancora adesso era di grande aiuto per dirimere questioni legali. La figlia bellissima, molto sensibile e realista le aveva regalato un incredibile nipote.

Si, erano una famiglia e questo la ricompensava del dolore patito. Intanto, tralasciando pensieri e considerazioni, una mattina, mentre passeggiavano, Marinella guardava quei luoghi bellissimi mentre la figlia, laureanda in belle arti, le diceva che c'erano tantissimi tabernacoli dedicati alla Vergine e ai Santi, posti di solito alle svolte delle vie... ma come? Lei ex insegnante di inglese non sapeva che ne aveva parlato anche Charles Dickens!”.


Più tardi verso le 11 si fermarono per una sosta in un caffè ombroso, il che fu provvidenziale, visto che la lunga passeggiata aveva stancato non poco Marinella. Davanti a un caffè shakerato le due donne si scambiarono opinioni letterarie che terminarono con la promessa “allora io ti porto e tu mi dai l'ok? Tanto ci vediamo per la pizza in terrazza domenica sera dopo il mare!”

La figlia essendo giovane passava i pomeriggi al mare. Marinella, invece, preferiva andarci la mattina presto dalle 9 alle 11, come si addiceva alla sua età, dato che la temperatura verso mezzogiorno sfiorava i 40 gradi.

Non ho più incontrato Marinella, non ho più saputo nulla di lei, ma mi piace pensare che come nella celebre canzone, dato che non era più giovanissima, se è mancata, sia tornata a brillare in cielo come una stella.

 

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