L'AMICO ALBERO
L'albero in antico era improntato all'idea di amicizia; era come un
gigante buono che forniva riparo, frescura, legna e frutti. E voce! Questo non
solo nel mondo greco,
dove Zeus per comunicare con i mortali
dava voce alle querce del bosco sacro di Dodona in Epiro: Ma anche
presso i celti, gli hindu, gli aborigeni: gli antropologi hanno scoperto che in
Sud America certe tribù adottavano un albero (consacrato dallo sciamano) per
mettersi in comunicazione con qualcuno di lontano: lo usavano come noi il
telefono...
Pura suggestione? Platone diceva che gli
uomini sono “alberi con le radici rovesciate”: in effetti, come gli alberi,
prendiamo energia dal cielo e dalla terra. Non la trasformiamo altrettanto bene
però...
Inoltre, oggi conosciamo sin
dalle elementari la funzione clorofilliana, grazie alla quale i laboratori del
fogliame liberano ossigeno; ma pochi sanno che, mentre gli stomi emettono
ossigeno, la punta delle foglie provvede a liberare energie sottili. Pertanto più le
fronde sono frastagliate, o aghiformi (cioè dotate di un maggior numero di
apici, come nei pini e nelle mimose),
maggiore sarà la quantità e la finezza dell’energia emessa. E sapete quali sono
i maggiori distributori i additivo? Pini, abeti, larici e mimose. Fateci caso.
Segnalo un libro molto godibile, ma non recente: L'amico albero di
Lidia Kaskar, editato da Idealibri.
IL MONDO DELLA FASE
Esso coesiste, come le barche ed il mare,
ma è l’uno e l’altro, fuori dallo spazio-tempo e non materia; ogni sua
componente è soggetta ad oscillazione, che ha un ritmo; questo ritmo può essere
diverso per ogni soggetto che, muovendosi, risuona; più numerosi i risonanti,
maggiore la tendenza ad intonarsi, cioè a mettersi in fase. Quando i ballerini
di un musical danzano, oppure i membri di un coro cantano, o i monaci di un
convento pregano, agiscono ed interagiscono all’unisono, cioè ‘oscillano in
fase’, o -appunto- ‘risuonano’ alla stessa informazione.
A mio parere presenta qualche analogia col
fenomeno dei domini
di coerenza riscontrati dai
fisici nell’acqua (di cui siamo composti), domini dove l’interazione fra
molecole risulta potenziata. In tal senso potreste considerare domini di coerenza - fra le doverose virgolette - la Firenze
del ‘400, l’Università di Friburgo per dei secoli, quella di Princeton negli
anni ’20 del novecento e la Vilnius
dello stesso periodo: in essi un’armonia partecipata permetteva a
ciascuno di esprimere il meglio di sé.
Peccato che l’uomo post o trans-moderno,
grazie alla sua irrisolta discordanza, sia ancora sotto-dotato in visione
olistica. Potrà anche aver letto che le parti sono perennemente in relazione
con l’intero (molecole ed organi, organi e corpo, corpo ed ambiente, terra e
universo ecc), ma - senza un coinvolgimento personale e senza aver sviluppato
insieme tenacia e docilità - resterà incapace di attivare ‘il legame tra’ (pertanto ci sarà chi
traslocherà su un albero per impedirne l’abbattimento e chi si armerà di
motosega e manderà il filmato a Paperissima).
La realtà (inclusa quella
non visibile del mondo
subatomico e di quello sottile) sarebbe frutto di ininterrotte relazioni su base energetica e
tale scambio sarebbe regolato dalle frequenze, come esemplificato, a livello
biochimico, da una cellula: essa spalanca la porta ai rifornimenti ‘arriva la
pappa’ ed ai ricambi ‘è in arrivo un treno carico di’ solo quando nella
serratura entri la chiave adatta. Pensate alle tessere magnetiche degli
alberghi: la serratura della camera scatta solo quando esposta alla frequenza
vibratoria su cui è regolata.
Analogamente, ogni essere attrae chi è intonato alla stessa nota - magari a un'ottava inferiore o superiore - ed è disturbato da
vibrazioni diverse dalla propria; non si tratta propriamente di antipatia o simpatia, cui concorrono anche i cordoni di
connessione coi loro file di memorie, ma di accordo e dissonanza.
Conoscere meglio il fenomeno (ferma
restando quell’attrazione degli opposti che gli adolescenti sembrano
prediligere) potrebbe risparmiare certi dolorosi svarioni affettivi ed
alleviare quei momenti di sconforto caratteristici di chi, cominciato un percorso
di auto-trasformazione, si sente un apolide, estraniato ed estraneo al ‘prima’,
solo.
L’evoluzione spirituale prende avvio col rendersi utili al prossimo ed
esprimere affetto incrementa la forza propulsiva.
L’amore non è solo ciò che organizza, è una
energia fondante. Non è un nuovo elemento da inserire in ciò che
esiste, perché è precedente al
tutto.
Non si deve pensare di reintrodurre
l’amore, ma di
eliminarne le distorsioni.
Lo stesso è per l’armonia, il cui principio è di base: do più spazio ed intensità all’aspetto armonia piuttosto che all’aspetto caos.
Ma volere il bene degli altri è già amore? È una gradazione dell’Amore,
un primo passo.
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