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venerdì 25 ottobre 2019

La casa mangia le parole, di Leonardo G. Luccone


(a cura di Mimma Zuffi)
Ponte alle Grazie - pagg. 544 - € 18,00



Mentre una coppia si disgrega e il loro bambino lotta con la dislessia, mentre Roma sembra abbandonarsi al declino e la borghesia alla propria insensatezza, la Natura va incontro a un cambiamento epocale.
Un esordio narrativo originale e vigoroso.


Due protagonisti, lacerati nella loro crisi esistenziale, soccombono nell’entropia del mondo.
Il senso di catastrofe imminente in forma di romanzo.


Trentuno dicembre 2012. L’ingegner De Stefano e sua moglie – per il mondo che li circonda una coppia ideale: belli, benestanti, di successo – sono sull’orlo della rottura ma non riescono a confessarlo ai genitori di lei e come ogni anno passano San Silvestro in loro compagnia. Emanuele, il figlio amatissimo e unico, sembra aver quasi superato la sua dislessia e avviarsi verso una vita finalmente felice. 


La Bioambiente, azienda romana specializzata in energie rinnovabili in cui De Stefano si accinge a ricevere un’agognata promozione, pare vivere un momento florido, e l’amicizia con il collega Moses, geniale ecologista italoamericano, può forse fornire una sponda al suo disordinato bisogno di cambiamento. Ma l’anno che sta per arrivare passerà sulle loro vite come un turbine, ne spezzerà ogni certezza e li cambierà tutti, per sempre.
Comincia così, con un Capodanno pieno di non detti, il primo romanzo di Leonardo G. Luccone, che – grazie a uno stile inedito, dalla tessitura sapiente, all’uso incalzante e originale dei dialoghi, a un congegno narrativo che nel finale svela il suo magistrale equilibrio – tiene assieme i temi del disagio privato, la decadenza di un’intera classe, il grande sfondo di una Natura che pare ribellarsi alle nostre insolenze e mostra tutta la sua impietosa potenza.

«Tutto ciò che accade accade senza che ce ne accorgiamo».

«Quando traduci e curi molto bene i romanzi degli altri, e lo fai per vent’anni, dentro di te dev’esserci per forza un bravo romanziere. Leonardo G. Luccone lo ha trovato, e lo ha tirato fuori».
Sandro Veronesi

«Un romanzo che scoppia di energia. La tristezza della discordia coniugale sulla faccia del figlio dislessico è lacerante, vivida. L’amicizia tra De Stefano e Moses è tratteggiata in modo meraviglioso. Sono i dialoghi magistrali a portare avanti il romanzo, un romanzo notevole».
Percival Everett



Leonardo G. Luccone vive e lavora a Roma. Ha tradotto e curato volumi di scrittori angloamericani come John Cheever e F. Scott Fitzgerald.
Il suo ultimo libro, Questione di virgole (Laterza, 2018), ha vinto il premio Giancarlo Dosi per la divulgazione scientifica. La casa mangia le parole è il suo esordio nella narrativa.




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