(a cura di Mimma Zuffi)
L’Italia
si è persa nel labirinto del rancore e della paura.
I
penultimi si rifanno sugli ultimi, i poveri sui migranti ancora più poveri di
loro.
Come
possiamo uscire da questa situazione esplosiva?
Che
ruolo deve avere la sinistra in questo contesto?
Gli
italiani hanno paura. Nella generazione precedente il futuro non appariva
ombroso come appare oggi. Non che mancassero i conflitti sociali, ma una persona,
negli anni settanta e ottanta (per non dire di prima), aveva fiducia nel fatto
che lavorando sodo e giocando bene le proprie carte avrebbe lasciato ai suoi figli
una vita migliore, più ricca, aperta a maggiori possibilità e carica di
prospettive. Il futuro era un luogo spazioso e promettente. Oggi le cose sono
più cupe. I giovani non hanno aspettative per il futuro, spesso guadagnano meno
dei loro genitori e hanno sicuramente meno prospettive di crescita.
Siamo più
poveri di futuro e questo scatena un rancore diffuso nella società e – come
sempre avviene in tempi di crisi – porta alla ricerca di un facile capro
espiatorio: un soggetto chiaro e visibile da incolpare per la nostra
condizione.
Questo
tema è stato centrale nelle ultime elezioni politiche e l’esito è stato chiaro.
La sinistra deve ritrovarsi a partire da qui o perde se stessa. Se non ci si
misura col disagio delle periferie e delle fasce più deboli della comunità, è
fatale che il discorso venga preso in carico direttamente dalle forze populiste
e xenofobe, che infatti hanno vinto. Per una sinistra che voglia tornare a
giocare un ruolo centrale nella mutata società italiana (e europea) è
fondamentale che il discorso si riporti sulla questione sociale, il lavoro e la
lotta alle disuguaglianze. Bisogna rompere il circolo vizioso della guerra tra
poveri e cioè del rancore e della paura.
Nel labirinto delle paure è
il risultato della collaborazione tra due personalità che a Milano sono
protagoniste di questa lotta da molti anni. Aldo Bonomi, sociologo da tempo
impegnato nell’analisi del mutamento sociale in atto, e Pierfrancesco Majorino,
assessore alle Politiche sociali del comune e membro del Partito Democratico.
Il loro contributo non è solo un’analisi della difficile situazione presente,
ma anche un invito alla sinistra a intraprendere un cammino convinto per
superare lo stato di cose esplosivo che si è venuto a creare. Particolarmente
dopo la sconfitta delle ultime politiche. Un manifesto per il rinnovamento
della sinistra. Un grido lanciato da chi è direttamente a contatto col disagio
sociale. Un progetto per il futuro della convivenza in forma di libro.
Aldo
Bonomi, sociologo, è fondatore e direttore dell’istituto di
ricerca Consorzio A.A.S.TER., che si occupa principalmente delle dinamiche
sociali, antropologiche ed economiche dello sviluppo territoriale. Già
collaboratore del «Corriere della Sera», scrive su «Il Sole 24 ore» e dirige la
rivista «Communitas». Molto ampia la sua produzione saggistica, da cui citiamo Il
capitalismo molecolare. La società al lavoro nel nord Italia (1997), Il
capitalismo personale. Vite al lavoro (con Enzo Rullani, 2005), Il
rancore. Alle radici del malessere del nord (2008), Sotto la pelle dello
Stato. Rancore, cura, operosità (2010), Elogio della depressione (con
Eugenio Borgna, 2011), Il capitalismo in-finito. Indagine sui territori
della crisi (2013), Dialogo sull’Italia. L’eclissi della società di
mezzo (con Giuseppe De Rita, 2014) e La società circolare. Fordismo,
capitalismo molecolare, sharing economy (2016). Per Bollati Boringhieri ha
pubblicato Il trionfo della moltitudine. Forme e conflitti della società che
viene (1996), Manifesto per lo sviluppo locale. Teoria e pratica dei
patti territoriali (con Giuseppe De Rita, 1998) e Il distretto del
piacere (2000).
Pierfrancesco
Majorino è assessore presso il Comune di Milano alle Politiche
Sociali, Salute e Diritti. Si occupa di diritti sociali da oltre vent’anni, fin
da quando, nel 1998, è stato nominato Consigliere del Dipartimento Affari
sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Segretario milanese dei
Democratici di Sinistra (2004-2007), nel 2008 è capogruppo del Partito
Democratico in Comune e tre anni dopo entra nella Giunta del sindaco Giuliano
Pisapia. Capolista del PD, viene rieletto in Consiglio comunale nel 2016, e
nominato assessore dall’attuale sindaco Giuseppe Sala. Majorino è anche autore
teatrale e scrittore di narrativa; tra i suoi romanzi ricordiamo Dopo i
lampi vengono gli abeti (2005), L’eterno giovedì (2007) e Maledetto
amore mio (2014).
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