Bollati Boringhieri - pagg. 149 - € 16,50
La
morte non esiste più. Allo stesso tempo, però, viviamo costantemente circondati
dai morti. Relegata lontano dalla nostra quotidianità, medicalizzata, espunta
dalle nostre vite, l’esperienza del morire vive oggi una situazione
paradossale, quando le immagini e le parole dei cari estinti tornano e
irrompono all’improvviso dagli schermi dei nostri telefoni. Moriamo, ma
continuiamo a esistere nella presenza ineliminabile della nostra passata vita
online.
Social
network, chat, siti web costituiscono insieme, ad oggi, il più grande cimitero
del mondo. Il territorio esplorato dalla fantascienza, dalla fiction e,
recentemente, da una delle serie più perturbanti che mette al centro della sua
riflessione il rapporto tra uomo e tecnologia, Black Mirror, sembra superato
dalla nuove intelligenze artificiali.
Sono già disponibili bot con cui
dialogare e capaci di interpretare i nostri stati d’animo per poi sostituirsi a
noi quando saremo trapassati, e continuare a parlare con i nostri cari; il
profilo Facebook che consultiamo compulsivamente più volte al giorno, quando
mancheremo, diventerà una vera e propria lapide virtuale, e i nostri amici
potranno continuare a farci gli auguri ogni anno nell’aldilà.
E
ancora, il web è diventata la più grande piazza pubblica per celebrare il
ricordo o condividere anche l’esperienza privata del lutto. Insieme piangiamo i
nostri cari, insieme ricordiamo i nostri beniamini. Insieme, in un futuro
prossimo, vivremo una seconda vita nella realtà virtuale. Davide Sisto, giovane
filosofo che da lungo tempo ha consacrato i suoi studi alla relazione tra morte
e cultura digitale, per la prima volta mette insieme un discorso interpretativo
che ha al centro il rapporto nuovo della nostra società con la morte indotto
dall’avanzamento tecnologico.
La
morte si fa social è il migliore esempio di umanesimo capace
di confrontarsi con l’era digitale. L’uomo ha sempre pensato la morte. Oggi più
che mai il digitale offre un’opportunità per ripensare la morte in una
prospettiva rivoluzionata.
Davide Sisto,
filosofo,
assegnista di ricerca in Filosofia Teoretica presso l’Università di Torino, è
esperto di tanatologia: si occupa del tema della morte a partire da un punto di
vista filosofico e in relazione alla medicina, alla cultura digitale e al
postumano. Insegna al Master «Death Studies & the End of Life»
dell’Università di Padova, collabora con diverse Asl piemontesi ed è curatore,
insieme a Marina Sozzi, del blog Si può dire morte. Oltre a numerosi
saggi su riviste nazionali e internazionali, ha pubblicato Lo specchio e il
talismano. Schelling e la malinconia della natura (2009), Narrare la
morte. Dal romanticismo al postumano (2013) e Schelling. Tra natura e
malinconia (2016).
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