Dopo l’anteprima mondiale al Festival di Locarno e la presentazione al Festival di Venezia, è appena uscito nelle sale italiane “Dove eravamo rimasti”, ultimo film di Jonathan Demme – per intenderci il regista premio Oscar di “Philadelphia” e “Il silenzio degli innocenti” – grande appassionato di musica rock che aveva già raccontato in un documentario e in un film-concerto la musica di Neil Young e dei Talking Heads (“Neil Young: Heart of Gold” e “Stop Making Sense”).
Va sottolineato che la band che accompagna la Streep è formata da professionisti e che tutti i brani musicali sono rigorosamente eseguiti dal vivo e non doppiati in studio. Ancora una volta Meryl Streep, di cui già conosciamo anche le eccellenti doti musicali – si pensi alla sua performance esibita in “Mamma mia" – offre al pubblico una prova interpretativa di grande calibro in un film che non risparmia qualche ovvietà e forzatura.
La storia. Ricki, travolta dalla passione per la musica rock, ha lasciato da parecchi anni marito e figli per realizzare il suo sogno finché un giorno, contattata dall'ex marito (Kevin Kline) per comunicarle i gravi problemi della figlia, ritorna a casa e si trova di colpo a fronteggiare situazioni complesse nel tentativo di conciliare sensi di colpa, doveri ed emozioni contrastanti. Tutto ciò viene tradotto sulla scena dalla Streep con la consueta maestria, i momenti drammatici vengono stemperati dall’ironia e dalla spontaneità di un personaggio autentico che vive al di fuori degli schemi convenzionali. L’attrice è affiancata da Rick Springfield, splendido lead guitar della band, da Kevine Kline e da Mamie Gummer, sua figlia anche nella vita.
A proposito del suo personaggio la Streep ha dichiarato: “Amo di Ricki l'onestà, la schiettezza e, in particolare, le contraddizioni. Non si pente di quello che ha combinato nella vita. Lei è ciò che ha scelto di essere, coerentemente con la sua personalità e il suo istinto di donna”.
Meryl Streep (Summit – New Jersey, 1949) è l'attrice che ha ottenuto il maggior numero di candidature a premi e riconoscimenti internazionali. I più importanti: 19 nomination agli Academy Awards e 3 premi Oscar vinti, 29 nomination ai Golden Globe e 8 premi Golden Globe vinti, 2 premi Bafta (gli Oscar inglesi), 2 David di Donatello, il Marco Aurelio nel 2009 e poi ancora Cannes e l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino 2012.
Gli Oscar
Nel 1980 ha vinto il primo premio Oscar come miglior attrice non protagonista con il film “Kramer contro Kramer”, nel 1983 ha vinto il secondo, come miglior attrice protagonista, con “La scelta di Sophie” e nel 2012 ha ottenuto il terzo, come miglior attrice protagonista, nel film “The Iron Lady”, interpretando il ruolo di Margareth Thatcher.
Sicuramente l’amore per il teatro ha fortemente contribuito alla sua solida formazione: dopo i corsi dell’Actor’s Studio di New York recita in opere di Shakespeare, Ibsen, Shaw e Pirandello, e proprio mentre interpreta un’opera di Tennessee Williams, viene notata dal grande regista Fred Zinnemann che la scrittura immediatamente per una parte nel film “Giulia”, con attrici del calibro di Vanessa Redgrave e Jane Fonda. Siamo nel 1977, data del suo debutto nel cinema, nel doppiaggio e nelle produzioni televisive Season e The Deadliest.
L’esperienza cinematografica di Meryl è contrassegnata dalla guida di grandi registi. Dopo Zinneman lavora con Michael Cimino ne “Il Cacciatore”, uscito nel 1978, ottenendo la prima candidatura agli Academy Awards, come attrice non protagonista, per l’intenso ruolo della fidanzata abbandonata che poi ritrova l’amore. Nel film lavorano De Niro e John Cazale, fidanzato della Streep; proprio durante le riprese Cazale scopre di avere un male incurabile e viene a mancare subito dopo, a soli quarantadue anni, sostenuto fino alla fine dall’amore della sua compagna.
Successivamente l’incontro con lo scultore Don Gummer le fa ritrovare l’amore, il loro sodalizio ancora oggi rappresenta un rarissimo esempio di continuità nello star system hollywoodiano.
Tra i primi “La donna del tenente francese”, di Karel Reisz, 1981, (premio BAFTA per la sua interpretazione), mette in luce oltre alle sue doti interpretative anche la rara capacità di riuscire a utilizzare la voce cambiando l’intonazione e l’accento con estrema facilità. Nel film la Streep passa con una naturalezza assoluta dall'inflessione inglese a quella americana, a seconda del personaggio che interpreta: la versione in lingua originale ne è una prova stupefacente che il doppiaggio annulla.
A parte i tre film per i quali ha vinto l’Oscar, segnalo quelli che, a mio avviso, sono imprescindibili:
• La mia Africa, con uno splendido Robert Redford, per la regia di Sydney Pollack, 1985,
• La casa degli spiriti, regista Bille August, 1993
• I ponti di Madison County, regista Clint Eastwood, 1995
• La stanza di Marvin, regista Jerry Zaks, 1996
• La musica del cuore, regista Wes Craven,1999
• The hours, regista Stephen Daldry, 2002
• The Manchurian Candidate, regista Jonathan Demme, 2004
• Radio America, regista Robert Altman, 2006
• Il diavolo veste Prada, regista David Frankel, 2006
• Rendition, regista Gavin Hood, 2007
• Il dubbio, regista John Patrick Shanley, 2008
• The Iron Lady, regista Phyllida Lloyd, 2011
Quando i giornalisti la intervistano e fanno riferimento alla sua bravura e al record di premi conquistati lei sorvola, schermendosi, ma non può fare a meno di ammettere che si reputa una privilegiata perché ha potuto svolgere un lavoro che sente suo da sempre.
Il suo volto insolito, sofisticato, dal profilo scolpito, privo di ritocchi estetici, è inconfondibile ed esprime un fascino magnetico, la sua professionalità è rigorosa, il perfezionismo nello studio e nella creazione dei personaggi è quasi maniacale e proprio grazie al suo talento eccezionale e a una totale padronanza scenica, in ogni registro, Meryl Streep ha saputo ritrarre una galleria di volti femminili indimenticabili.
Il suo volto insolito, sofisticato, dal profilo scolpito, privo di ritocchi estetici, è inconfondibile ed esprime un fascino magnetico, la sua professionalità è rigorosa, il perfezionismo nello studio e nella creazione dei personaggi è quasi maniacale e proprio grazie al suo talento eccezionale e a una totale padronanza scenica, in ogni registro, Meryl Streep ha saputo ritrarre una galleria di volti femminili indimenticabili.
Nel 2004 le viene riconosciuto il suo contributo alla storia del cinema: considerata la più grande attrice vivente, Meryl Streep riceve il Life Achievement Award dall’American Film Institute.
Il suo successo non ha mai conosciuto battute d'arresto e attualmente, all’età di sessantasei anni, l’attrice continua a ricevere proposte che vaglia con intelligenza e versatilità. A breve la vedremo in “Suffragette”, per la regia di Sarah Gavron, ambientato in Inghilterra ai tempi delle prime lotte femministe, dove, nei panni di Emmeline Pankhurst, si batterà per l’estensione del diritto di voto alle donne.
Seguo sempre con interesse le sue recensioni che trovo molto chiare e appropriate. Zelda
RispondiEliminaLa ringrazio. Annalisa
EliminaNon perdo mai un film con la Streep e la sua presentazione del film e dell'attrice le rende onore. D. P.
RispondiEliminaGrazie! Annalisa
EliminaHo visto il film e la sua recensione è esatta perché non si tratta di un capolavoro ma di un film godibile con l'attrice più brava del mondo. Mara Piazza
RispondiEliminaÈ sicuramente la migliore. Grazie. Annalisa
EliminaInteressante presentazione del personaggio Streep corredato da fotografie molto belle. Luca
RispondiEliminaHo inserito la foto del volto in bianco e nero che trovo bellissima. Grazie. Annalisa
EliminaMeryl Streep è l'unica che si può permettere di recitare in qualsiasi parte ottenendo risultati bellissimi; fa piacere che la rivista parli dell'attrice e, in particolare, che se ne occupi lei che scrive così bene. Armida
RispondiEliminaCara Armida, la ringrazio del commento. Annalisa
EliminaPur non essendo un film da Oscar, è piacevole e Meryl Streep riesce sempre a immedesimarsi nelle parti con estrema bravura. Ottima recensione (come sempre sai fare).
RispondiEliminaMiriam
Cara Miriam, ti ringrazio tanto. Annalisa
EliminaBella recensione il film mi era fuggito
RispondiEliminaGrazie. Annalisa
EliminaMeryl Streep è unica! L'articolo è molto bello perchè offre notizie che non conoscevo. Laura
RispondiEliminaSono d'accordo sulla Streep. Grazie. Annalisa
EliminaÈ sempre un piacere leggerti. Giovanna
RispondiEliminaTi ringrazio, Giovanna. Annalisa
EliminaBella voce la Streep che canta per figlia e marito accpompagnata dal suono leggero della chitarra, la scena è impagabile! Brava Annalisa. Lucia
RispondiEliminaLa canzone è "American girl" di Tom Petty e l'interpretazione della Streep è superba. Grazie. Annalisa
EliminaBrava Annalisa. Come sempre precisa, puntuale, completa. Grazie per la bella recensione.
RispondiEliminaGrazie a te del bellissimo commento. Annalisa
RispondiEliminaLa recensione presenta una Streep a tutto tondo che fa capire le sue qualità di attrice e di donna e mi è piaciuta moltissimo!
RispondiEliminaLa ringrazio tanto. Annalisa
RispondiEliminaSono un'ammiratrice di Meryl Streep,attrice strepitosa,poliedrica e affascinante,ma non ho
RispondiEliminavisto il film.Il tuo commento però è così ben fatto che mi sembra di esserne stata spettatrice.
Stefania
Grazie, Stefania, del bellissimo commento. Annalisa
RispondiEliminaBella recensione che fa apprezzare la rivista. I suoi articoli sono un fiore all'occhiello. Renzo Bruni
RispondiEliminaBella recensione che fa apprezzare la rivista. I suoi articoli sono un fiore all'occhiello. Renzo Bruni
RispondiEliminaIl suo commento è davvero lusinghiero e la ringrazio.
RispondiEliminaAnnalisa
Bravissima Annalisa! Sono una grande ammiratrice di Meryl Streep e delle tue recensioni.
RispondiEliminaLudmilla
Cara Ludmilla, mia fedele lettrice, ti ringrazio tantissimo! Annalisa
RispondiEliminaBrava come sempre!
RispondiEliminaGrazie! Annalisa
RispondiEliminaNon ho visto il film e la lettura della recensione ha stimolato la mia curiosità...andrò a vederlo! Cin. Val
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