Morellini editore - pagg. 216 - € 15,90
Assurta alle cronache mondiali come la pazza che sparò ad
Andy Warhol - tanto che nel 1996 ne venne tratto un film (I Shot Andy
Wharol) -, Valerie Solanas fu invece una figura cruciale della
controcultura degli anni Sessanta. Frequentatrice del Greenwich Village e
della Factory, lesbica dichiarata, icona del femminismo radicale, è
l’autrice del celebre Manifesto SCUM. Oggi ritorna alla ribalta, oggetto
di rinnovato interesse da parte dei nuovi femminismi radicali e dei queer
studies.
La sua opera, riscoperta nel mondo anglosassone da più di un
decennio, resta invece ancora poco nota al pubblico italiano. Trilogia
SCUM colma questa lacuna, presentando per la prima volta nel mondo tutti
gli scritti di Solanas – Manifesto SCUM in una nuova traduzione e due inediti a livello
mondiale In culo a te, Prontuario
per fanciulle – in un unico volume arricchito da due introduzioni critiche.
Composta prima del risveglio della seconda ondata femminista
degli anni Settanta, a cui ha fornito un impulso decisivo, l’opera di
Solanas rivela tutta la sua straordinaria attualità. Con la sua verve
polemica e provocatoria, cinica e incendiaria, anticipa temi politici e
sociali dibattuti ancora oggi, tra i quali l’uso della tecnologia
riproduttiva, l’esclusione delle donne dalla cultura, dall’arte, dalla
scienza e dalle risorse economiche, il lavoro domestico non retribuito
delle donne, il sessismo psichiatrico e la critica radicale
all’eterosessualità obbligatoria.
Valerie Solanas (Ventnor, New Jersey 1936 – San
Francisco 1988), scrittrice e commediografa.
Piú volte vittima di abusi sessuali, fin dall’infanzia,
visse dall’età di 15 anni per le strade di New York sostenendosi con
l’elemosina e la prostituzione. Nel 1965 scrisse il dramma teatrale Up your Ass (In culo a te).
Nel 1967 scrisse “SCUM Manifesto”, dapprima autoprodotto e
venduto da lei stessa per la strada a 25 cent alle donne e 50 agli uomini,
e poi pubblicato da Olimpya Press. Nel 1968 sparò a Warhol, che si era
rifiutato di produrre Up your Ass e fu condannata a tre anni di detenzione.
Passò il resto dei suoi giorni fra la strada e vari ospedali psichiatrici,
morì a San Francisco all’età di 52 anni.
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