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martedì 9 ottobre 2018

Cinema - Una storia senza nome



Di Annalisa Petrella


Presentato fuori concorso al festival di Venezia, è uscito in questi giorni nelle sale italiane Una storia senza nome, il nuovo film di Roberto Andò che racconta una vicenda reale attorniata da molte leggende sulla sparizione di un dipinto di Caravaggio, La natività, rubato dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969.


Il regista nelle interviste a Venezia racconta che fin da bambino era rimasto incuriosito da questa vicenda che intrigava la sua fantasia; all’epoca tutti ne parlavano in famiglia e a Palermo, alcune fonti sostenevano la tesi che si fosse trattato di un furto su commissione, oppure che ci fosse dietro la mafia per la vendita della tela, ritagliata in quattro parti e venduta ad altrettanti collezionisti.  Al di là delle diverse ipotesi, Andò è convinto che il quadro, che non è mai stato ritrovato, esista ancora oggi, integro e nelle mani di qualcuno che probabilmente non è neppure consapevole del suo valore inestimabile.  

Nella realizzazione del film il regista, partendo da un fatto di cronaca, costruisce un giallo dai toni di una comicità che sconfina nel  noir  e che investe il mondo
del cinema: la protagonista, Valeria, interpretata da una Micaela Ramazzotti in gran forma, è la segretaria di un produttore cinematografico, ma in incognita lavora come ghost writer per uno sceneggiatore di successo, Alessandro Pes, impersonato da Alessandro Gassmann, che da anni non scrive un rigo e sfrutta Valeria, penna sopraffina, sempre alla ricerca di un’idea che possa diventare cinema. Valeria è perdutamente innamorata di Alessandro, un Gassmann perfettamente calato nella parte del cialtrone, ridanciano, donnaiolo, e conduce un’esistenza schiva, sempre nell’ombra.
La sua vita viene sconvolta dall’entrata in scena di un misterioso poliziotto in pensione, interpretato da un notevole Renato Carpentieri, che le propone un soggetto basato sul famoso furto del Caravaggio in cui si svelano i dettagli di quel crimine, perfetto per un nuovo lungometraggio. Valeria ne è affascinata al punto da dedicare ogni attimo a disposizione alla scrittura di uno straordinario soggetto che scatena l'entusiasmo dei produttori e di un noto regista che lo fa diventare un film.

Qui ci addentriamo sempre di più in un discorso metacinematografico e abbiamo il cinema nel cinema, un sentito omaggio che Andò dedica alla settima arte, vista come mezzo espressivo capace di investigare la realtà e di trascenderla. La sceneggiatura di Valeria diventa un film per la regia di Jerzy Kunz, parte assegnata al noto regista Jerzy Skolimowski che ironicamente interpreta se stesso, e durante la lavorazione aumentano citazioni classiche e richiami dei personaggi del film al mondo reale del cinema, del resto sappiamo che il tema del doppio è sempre stato molto a cuore a Roberto Andò, si pensi ad esempio al bellissimo “Viva la libertà”.

La storia, sempre più rocambolesca, fa emergere segreti, paure, ricatti, col risultato che Valeria diventa l’esca in una vicenda incontrollabile. Per una volta non è il cinema che si ispira alla realtà, ma accade esattamente il contrario.
Il tono del film, pur rifacendosi a uno spunto criminale, con schizzi di realtà parlamentare, critica politica e cinematografica, è volutamente leggero, divertente, sempre in bilico tra commedia e noir, con una nota di suspense. Le location prestigiose ci rivelano una Sicilia preziosa e suggestiva a cominciare dall’oratorio di San Lorenzo, dove sull’altare è esposta una splendida copia del quadro utilizzata anche per il film.

Ripetendo quanto fece Tomasi di Lampedusa che sul manoscritto de Il Gattopardo scrisse “Une histoire sans nom”, lo stesso titolo, dato al film all’inizio provvisoriamente, è diventato quello definitivo.







5 commenti:

  1. film intrigante e recensione appropriata. Vittorio

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  2. Molto stimolante, mi ha trasmesso il desiderio di vedere il film.

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  3. Ho molto apprezzato la capacità del regista di avere il tocco della commedia anche quando la storia vira decisamente aldrammatico.Bellrecensione

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