Salani pagg. 264 - € 14,90
Si tratta di un libro molto speciale che, attraverso la voce unica di questo scrittore, racconta, dal suo punto di vista competente, appassionato, curioso e ironico, la Russia, cultura e lingua, attualità e mentalità, attraverso anni di viaggi, letture, traduzioni e disavventure. Un ritratto personalissimo, rapsodico, geniale, a base di letteratura e di vodka, e qualcos’altro
«E
una volta, era il ’93, era autunno, abitavo sulla prospettiva Grande dell’Isola
Vasil’evskij,a Pietroburgo, per andare in biblioteca prendevo un filobus, tutte
le mattine, il filobus numero 10, e una mattina, pioveva, son montato sul
filobus che era pieno tranne che in un cerchio di un metro di diametro perché
sul tetto del filobus, se così si può dire, in alto, c’era un buco;allora loro
cosa avevano fatto, i russi? Avevano fatto un buco anche per terra, e l’acqua
scorreva, e il filobus andava, e io, mi ricordo,
avevo
pensato ‘Ecco, questa è la Russia’».
Viaggio
sentimentale nel paese degli zar, dei soviet, dei nuovi ricchi e nella più
bella letteratura del mondo
«Ho
cominciato a studiare russo nell’autunno del 1988, trent’anni fa, e, anche se
ero già adulto, avevo venticinque anni, per me la Russia è stato il posto dove
sono diventato grande. Ci sono arrivato nel 1991, quando era ancora Unione
Sovietica, ero là durante la rivoluzione del 1993, con l’assalto alla Casa
bianca, ci ho vissuto durante il coprifuoco che ne è seguito, ho fatto la fila
per comprare il pane, ho comprato un orologio Raketa, ho vissuto a Mosca quando
non si trovava la carta igienica, ho visto lo studio del più grande pittore
russo contemporaneo, ho fatto una fotografia nella giacca di Sergej Dovlatov,
ho partecipato al primo festival d’arte d’avanguardia e delle performance di
San Pietroburgo, ho fatto tutta, senza mai scendere, la Transiberiana, da Mosca
a Vladivostok, ho visto i soldi che distruggevano la rovina incantevole della
piazza del Fieno di Dostoevskij, ho dormito su un banco del settore libri rari della
biblioteca pubblica di Pietroburgo, ho pianto nella sala di lettura numero 4
della biblioteca Lenin di Mosca, ho trovato per la prima volta il coraggio di
regalare dei fiori a una donna e ho scoperto, in Russia, come mi piace
l’Italia, il suo odore, e mi sono accorto, studiando russo, di che lingua meravigliosa
è l’italiano: in questo libro ci son queste cose, e qualche altra ancora, ci
sono trent’anni che hanno ribaltato il più grande paese del mondo che,
miracolosamente, è rimasto il posto stupefacente che era la prima volta che ci
sono andato, nel 1991».

Paolo Nori è nato a Parma e abita a Casalecchio
di Reno, vicino a Bologna. Autore di moltissimi libri, è uno tra gli scrittori
più noti del panorama letterario italiano. Tra le sue ultime uscite ricordiamo La
piccola Battaglia portatile, Manuale pratico di giornalismo disinformato,
Undici treni, Fare pochissimo (sotto lo pseudonimo Paolo Onori).
Tra le sue ultime curatele e traduzioni: Tre matti di Gogol’,
Dostoevskij, Tolstoj, Tre giusti di Nikolàj Leskóv, Un eroe dei
nostri tempi di Michail Lermontov, Memorie di un giovane medico di
Michail Bulgakov. Per Salani ha curato la prefazione del Maestro e
Margherita di Bulgakov nei classici.
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