recensione di Giovanni De Pedro
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Vi ricordate il 15 Luglio
2013? Mentre si correva la Maratona di Boston al traguardo scoppiarono due
ordigni rudimentali costituiti da pezzi di metallo e polvere da sparo inseriti
in due pentole a pressione; ci furono tre morti e duecentosessantaquattro
feriti. Jeff Bauman quel giorno è lì, per riconquistare la ragazza che ama,
viene ferito nell'esplosione e perde entrambe le gambe. Poichè ha visto uno degli
attentatori fornisce l' identikit alla Polizia ma anche l'attentatore è
morto, mentre l'altro verrà catturato. Con la forza e l'aiuto della medicina
moderna, Jeff riesce a tornare a camminare e racconta la sua esperienza in un
libro, grazie alla collaborazione di Bret Witter.
Questa potrebbe sembrare
una storia come tante ma, nel 2017, John Pollono scrive una sceneggiatura tratta dal libro di
Bauman e il regista David Gordon Green ha realizzato un film, che dal 4 Luglio
viene proiettato nelle sale cinematrografiche italiane e la storia diventa
molto diversa da come appare.
Dopo essersi lasciati
varie volte, Jeff (Jake Gyllenhaal) vuole riconquistare Erin (Tatiana Maslany)
e si reca a Boston per esporre, al traguardo della maratona a cui partecipa la
ragazza, un cartello dove dichiara di amarla. Jeff si ritrova vicino a un
ragazzo, ignorando che si tratta di un attentatore che farà esplodere una delle
due bombe. Nell'attentato Jeff perde gli arti inferiori ma la sua famiglia,
invece di preoccuparsi del suo dolore e della sua nuova condizione, vede in
questo incidente un' opportunità di guadagno per poter vivere bene facendo
diventare Jeff, suo malgrado, l'eroe che lui non vuole essere. La madre di
Jeff (Miranda Richardson) comincia a organizzare interviste, tra cui una con
Oprah Winfrey, interventi ai maggiori eventi sportivi di hockey e baseball.
Tutta la famiglia di Jeff si stringe intorno a lui, anche zii e cugini,
tracciando l' immagine dell' America provinciale: birra, sigarette, risse, baseball e orgoglio americano a go-go.
L'unica persona che
comprende lo stato d'animo e la sofferenza di Jeff è Erin che si riavvicina al
suo ragazzo sfidando la famiglia di lui e accudendolo durante il suo cammino
per abituarsi alle protesi che sostituiranno le sue gambe. Erin è l'unico
appoggio sincero del ragazzo, diventato l'eroe che non vuole essere, e non si sente
eroe per essere scampato a un attentato, anche se la gente lo tratta come un
semidio che ha fatto vedere la forza degli americani contro i fondamentalisti
islamici.
Toccante è l' incontro di
Jeff con Carlos, un ispanico che lo ha soccorso, dopo l'attentato, salvandogli
la vita. Carlos gli racconta una storia commovente, riguardante la morte dei
suoi due figli e Jeff viene toccato nel profondo del cuore e decide di lottare, anche in ricordo di questi ragazzi, accettando l'invito a
partecipare all'apertura della nuova stagione di baseball dei Red Sox, a fianco
di Carlos e con grande orgoglio della famiglia di Jeff.
Nel frattempo, Erin si è trasferita a vivere in casa di Jeff ma proprio la sera in cui lo aspetta per dirgli il segreto che cambierà la loro vita, Jeff non si presenta restando a bere al pub in compagnia della sua famiglia.
Il film è piacevole e toccante, naturalmente non vi svelerò tutto, invitandovi ad andare a vederlo, vi dico soltanto che il lieto fine è garantito.
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Grazie Giovanni per aver presentato questo film che merita di essere visto.
RispondiEliminaArianna
Grazie a te per il tuo interessamento. Giovanni
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