di
Marina Fichera
“Vedi, se
smetti di voler imparare cose nuove è come se tu non fossi più vivo. Ed è
davvero così, la musica è talmente vasta che non ce la farai proprio mai a
impararla tutta”
Charlie Parker a un sassofonista principiante, 1954
Alcuni
esperti dicono che ci sono due ere nella
storia del jazz, prima di Charlie
Parker e dopo Charlie Parker.
Quando
si pensa a Charlie”Bird” Parker vengono subito in mente immagini di vecchi jazz
club americani, ricolmi di note, fumo e anime perse. Anime uniche e fragili,
come quella di Parker, geniale musicista che nella sua breve e intensa vita ha
cambiato la storia della musica jazz.
Charlie
“Bird” Parker è stato uno tra i più influenti jazzisti, un artista innovativo e
travolgente come le note che uscivano vorticose dal suo sassofono contralto. Un
raffinato compositore e improvvisatore, un musicista che attraverso il blues ha creato e sviluppato il genere bebop, ed è ancora oggi un modello per migliaia di jazzisti.
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Charlie Parker |
Nato
nell’agosto 1920 a Kansas City, ha un’infanzia segnata dall’abbandono del padre
e dagli scarsi interessi scolastici. E’ però proprio a scuola che riceve, tra
il 1931 e il ‘32, il suo primo strumento musicale. E’ un flicorno contralto con
cui inizia a suonare nella banda scolastica. Solo nel 1933, incantato dai suoni
jazz che vibrano in città chiede alla madre, e ottiene, un sassofono contralto
usato. Strumento che inizia a suonare da autodidatta, guardando e ascoltando i
numerosi jazzisti che frequentano la città.
All’inizio
degli anni ’30 Kansas City è un crocevia di musicisti, mafiosi, giocatori
d’azzardo, un mondo estremo che riesce a vivere nonostante la grande
depressione e il proibizionismo. E in questo ambiente, nel 1935, Charlie, abbandonati
definitivamente gli studi scolastici, inizia la carriera di musicista
professionista, e di eroinomane. La dipendenza dall’eroina, da cui non riuscirà
mai a disintossicarsi, segnerà il resto della sua vita, artistica e umana.
Nei
primi anni della carriera da professionista suona con varie formazioni swing di
Kansas City, ma il salto di qualità avviene nel 1939, con il primo viaggio a
New York e Chicago. Per un certo periodo Charlie gira numerose città con
l’orchestra di Jan McShann e, tornato a New York nel 1942, si fa notare per le
nuove sonorità dei suoi assolo. Poco dopo, a causa della sua dipendenza
dall’eroina, viene cacciato dall’orchestra perché si presentava strafatto.
Copertina del disco Bird and Diz
E’
sempre nel 1942 che conosce quello che definirà “l’altra metà del mio cuore”,
Dizzy Gillespie. In Gillespie Charlie trova un’affinità musicale e tecnica
praticamente perfetta. Insieme svilupperanno il nuovo genere bebop e Charlie
dimostrerà la propria abilità, raggiungendo la piena maturità artistica.
Charlie Parker – Ornithology
Nel
novembre del 1945 realizza la prima registrazione come leader per l’etichetta
Savoy. All'incisione del disco, oltre a Dizzy Gillespie, Curly Russel
(contrabbasso) e Max Roach (batteria), partecipa un giovane e promettente
trombettista, invitato da Parker, Miles Davis.
Billie’s Bounce da The Savoy
recordings
A
partire dal 1947 Parker inizia a incidere e andare in tournée con il suo
quintetto stabile. Con questa formazione raggiunge gli apici della carriera
artistica.
La
capacità di improvvisare si esprime ai massimi livelli. Le note sgorgano sempre
più rapide mentre le linee melodiche scorrono in un susseguirsi di lirismo e
virtuosismo.
Parker
in quel periodo s’interessa anche alla musica classica europea, senza dubbio
più colta. Stravinsky è un suo punto di riferimento, e negli anni 1949-50
incide due album con formazione jazzistica e sezione d’archi. I dischi sono
ripresi dall’etichetta Verve nel 1995.
Charlie Parker with Strings – The
master takes
In
un’intervista dei primi anni ‘50 dichiara “La
musica è sostanzialmente melodia, armonia e ritmo, ma voglio dire, si può fare
ben altro con la musica. Sai, può essere descrittiva in molti modi diversi”.[1]
Ascoltare
April in Paris ci porta a Parigi in un giorno di primavera. Le
note del sassofono di Charlie sono come una romantica passeggiata sugli Champs-Elysées,
gli archi un fresco venticello sul Lungosenna, la batteria e il piano ricordano
il ritmo dei boulevard.
In
Summertime, celeberrimo brano di
George Gershwin, il contralto è squillante e luminoso come una calda giornata
del Sud, gialla di sole e grano.
Le
idee musicali geniali di Parker sono però continuamente in contrasto con il suo
stile di vita, irrequieto e irregolare. In seguito a una condanna per possesso
di droga, nel 1951 gli viene revocato il permesso per esibirsi nei locali
notturni dello stato di New York. E’ l’inizio del disfacimento del quintetto.
Charlie
diventa sempre più schiavo di droga e alcool, e il silenzio s'impadronisce di
lui. La famiglia è in rovina, le liti si susseguono, la salute vacilla
pericolosamente. La perdita della figlia Pree, nel marzo 1954 è un durissimo
colpo. Ormai non è quasi più in grado di suonare, si esibisce raramente.
L’ultimo,
tormentato, concerto è dei primi giorni di marzo 1955, alla fine Parker litiga
aspramente con Bud Powell ed è invitato ad andarsene.
Nel
marzo 1955, a soli 34 anni Charlie “Bird” Parker muore, in circostanze mai
chiarite.
Nel
1988 Clint Eastwood rende un intenso omaggio a Charlie Parker nel suo “Bird”,
film con cui vince un Golden Globe come migliore regista, mentre l’attore protagonista,
Forest Whitaker, conquista la palma come miglior attore al Festival di Cannes
per la sua profonda interpretazione.
Locandina del film Bird di Clint Eastwood – 1988
Ancora
oggi, attraverso l’ascolto e lo studio della musica di Parker, e in particolare
degli assolo, il bebop e il blues svelano i propri segreti ai
musicisti professionisti e ai dilettanti come me. Perché suonare la musica di Bird è sempre un’esperienza intensa e la
possibilità di imparare a improvvisare attraverso il suo esempio entusiasmante.
Charlie Parker – Now’s the time
A
oltre sessant’anni dalla sua scomparsa, la musica di Charlie “Bird” Parker è
ancora profondamente viva. Charlie, un uomo che ha vissuto la vita alla
velocità raddoppiata del bebop, un artista che ha lasciato un segno profondo
nel jazz e una musica potente e vibrante come fiumi tempestosi di note ed
emozioni.
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