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mercoledì 1 novembre 2017

Charlie “Bird” Parker, una vita al ritmo del bebop

di Marina Fichera

“Vedi, se smetti di voler imparare cose nuove è come se tu non fossi più vivo. Ed è davvero così, la musica è talmente vasta che non ce la farai proprio mai a impararla tutta”
Charlie Parker a un sassofonista principiante, 1954

Alcuni esperti dicono che ci sono due ere nella storia del jazz, prima di Charlie Parker e dopo Charlie Parker.
Quando si pensa a Charlie”Bird” Parker vengono subito in mente immagini di vecchi jazz club americani, ricolmi di note, fumo e anime perse. Anime uniche e fragili, come quella di Parker, geniale musicista che nella sua breve e intensa vita ha cambiato la storia della musica jazz.

Charlie “Bird” Parker è stato uno tra i più influenti jazzisti, un artista innovativo e travolgente come le note che uscivano vorticose dal suo sassofono contralto. Un raffinato compositore e improvvisatore, un musicista che attraverso il blues ha creato e sviluppato il genere bebop, ed è ancora oggi un modello per migliaia di jazzisti.

Charlie Parker


Nato nell’agosto 1920 a Kansas City, ha un’infanzia segnata dall’abbandono del padre e dagli scarsi interessi scolastici. E’ però proprio a scuola che riceve, tra il 1931 e il ‘32, il suo primo strumento musicale. E’ un flicorno contralto con cui inizia a suonare nella banda scolastica. Solo nel 1933, incantato dai suoni jazz che vibrano in città chiede alla madre, e ottiene, un sassofono contralto usato. Strumento che inizia a suonare da autodidatta, guardando e ascoltando i numerosi jazzisti che frequentano la città.

All’inizio degli anni ’30 Kansas City è un crocevia di musicisti, mafiosi, giocatori d’azzardo, un mondo estremo che riesce a vivere nonostante la grande depressione e il proibizionismo. E in questo ambiente, nel 1935, Charlie, abbandonati definitivamente gli studi scolastici, inizia la carriera di musicista professionista, e di eroinomane. La dipendenza dall’eroina, da cui non riuscirà mai a disintossicarsi, segnerà il resto della sua vita, artistica e umana.

Nei primi anni della carriera da professionista suona con varie formazioni swing di Kansas City, ma il salto di qualità avviene nel 1939, con il primo viaggio a New York e Chicago. Per un certo periodo Charlie gira numerose città con l’orchestra di Jan McShann e, tornato a New York nel 1942, si fa notare per le nuove sonorità dei suoi assolo. Poco dopo, a causa della sua dipendenza dall’eroina, viene cacciato dall’orchestra perché si presentava strafatto.

 
Copertina del disco Bird and Diz

E’ sempre nel 1942 che conosce quello che definirà “l’altra metà del mio cuore”, Dizzy Gillespie. In Gillespie Charlie trova un’affinità musicale e tecnica praticamente perfetta. Insieme svilupperanno il nuovo genere bebop e Charlie dimostrerà la propria abilità, raggiungendo la piena maturità artistica.

Charlie Parker – Ornithology

Nel novembre del 1945 realizza la prima registrazione come leader per l’etichetta Savoy. All'incisione del disco, oltre a Dizzy Gillespie, Curly Russel (contrabbasso) e Max Roach (batteria), partecipa un giovane e promettente trombettista, invitato da Parker, Miles Davis.

Billie’s Bounce da The Savoy recordings

A partire dal 1947 Parker inizia a incidere e andare in tournée con il suo quintetto stabile. Con questa formazione raggiunge gli apici della carriera artistica.
La capacità di improvvisare si esprime ai massimi livelli. Le note sgorgano sempre più rapide mentre le linee melodiche scorrono in un susseguirsi di lirismo e virtuosismo.

Parker in quel periodo s’interessa anche alla musica classica europea, senza dubbio più colta. Stravinsky è un suo punto di riferimento, e negli anni 1949-50 incide due album con formazione jazzistica e sezione d’archi. I dischi sono ripresi dall’etichetta Verve nel 1995.

Charlie Parker with Strings – The master takes

In un’intervista dei primi anni ‘50 dichiara “La musica è sostanzialmente melodia, armonia e ritmo, ma voglio dire, si può fare ben altro con la musica. Sai, può essere descrittiva in molti modi diversi”.[1]
Ascoltare April in Paris  ci porta a Parigi in un giorno di primavera. Le note del sassofono di Charlie sono come una romantica passeggiata sugli Champs-Elysées, gli archi un fresco venticello sul Lungosenna, la batteria e il piano ricordano il ritmo dei boulevard.
In Summertime, celeberrimo brano di George Gershwin, il contralto è squillante e luminoso come una calda giornata del Sud, gialla di sole e grano.

Le idee musicali geniali di Parker sono però continuamente in contrasto con il suo stile di vita, irrequieto e irregolare. In seguito a una condanna per possesso di droga, nel 1951 gli viene revocato il permesso per esibirsi nei locali notturni dello stato di New York. E’ l’inizio del disfacimento del quintetto.

Charlie diventa sempre più schiavo di droga e alcool, e il silenzio s'impadronisce di lui. La famiglia è in rovina, le liti si susseguono, la salute vacilla pericolosamente. La perdita della figlia Pree, nel marzo 1954 è un durissimo colpo. Ormai non è quasi più in grado di suonare, si esibisce raramente.
L’ultimo, tormentato, concerto è dei primi giorni di marzo 1955, alla fine Parker litiga aspramente con Bud Powell ed è invitato ad andarsene.
Nel marzo 1955, a soli 34 anni Charlie “Bird” Parker muore, in circostanze mai chiarite.

Nel 1988 Clint Eastwood rende un intenso omaggio a Charlie Parker nel suo “Bird”, film con cui vince un Golden Globe come migliore regista, mentre l’attore protagonista, Forest Whitaker, conquista la palma come miglior attore al Festival di Cannes per la sua profonda interpretazione.
Locandina del film Bird di Clint Eastwood – 1988

Ancora oggi, attraverso l’ascolto e lo studio della musica di Parker, e in particolare degli assolo, il bebop e il blues svelano i propri segreti ai musicisti professionisti e ai dilettanti come me. Perché suonare la musica di Bird è sempre un’esperienza intensa e la possibilità di imparare a improvvisare attraverso il suo esempio entusiasmante.

Charlie Parker – Now’s the time

A oltre sessant’anni dalla sua scomparsa, la musica di Charlie “Bird” Parker è ancora profondamente viva. Charlie, un uomo che ha vissuto la vita alla velocità raddoppiata del bebop, un artista che ha lasciato un segno profondo nel jazz e una musica potente e vibrante come fiumi tempestosi di note ed emozioni.




[1] Da Charlie Parker, Vita e musica di C. Woidek ed. EDT/Siena jazz

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