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mercoledì 28 giugno 2017

C'ERA UNA VOLTA MILANO...E C'É ANCORA: LA CASA


di Giovanni De Pedro
 
Casa Galimberti a Milano-zona Porta Venezia
  
Quando finisce un amore, così com'é finito il mio.
Senza una ragione nè un motivo, senza niente.
Ti senti un nodo in gola, ti senti un buco nello stomaco.
Ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente...
                                             (Riccardo Cocciante)

Anch'io mi sono sentito così, alla fine di un amore, soprattutto perchè dovevo cercarmi una casa in affitto. Ogni volta che vedevo un'agenzia immobiliare sembrava mi apparisse la Madonna e andavo in estasi. Passavo con lo sguardo tutti gli annunci esposti, selezionandoli a seconda delle mie possibilità. Quando trovavo quello che pareva giusto mi lanciavo nell' ufficio e cominciavo la scalata al Paradiso o la discesa verso l' Inferno.


- Abbiamo un bellissimo monolocale, zona Corvetto con vista sul Duomo. -
Con sguardo sorpreso domando:
- Com'è possibile vedere il Duomo da così lontano? -
- Andiamo a vederlo, così potrà rendersene conto di persona. -
Arrivati all' appartamento situato all' ottavo piano, guardo fuori dalla finestra e  dico:
- Io non vedo il Duomo! -
- Guardi in quella direzione - mi dice l'agente indicando - di sera si vede meglio ma se osserva bene si vede la Madonnina. -
Sforzando la mia vista dico:
- Mi scusi, vedo soltanto la testa della Madonnina ma non il Duomo! -
- Beh, la Madonnina dove sta? Sopra il Duomo e quindi è vista Duomo! -
Altro agente immobiliare:
- Le proponiamo un terzo piano senza ascensore, zona Viale Monza con la fermata della metropolitana di Pasteur sotto casa, è un bilocale di quaranta metri quadrati alla fantastica cifra di quattrocento euro mensili...spese comprese! Un affarone! -
Domando perplesso:
- Mmh interessante, è possibile visitarlo? -
- Certo, possiamo andarci anche adesso perchè è libero subito -dice alzando la voce come fossimo al mercato del pesce.
Arriviamo al bilocale, i tre piani a piedi non mi sembrano così faticosi, entriamo e comincio la mia perlustrazione. Carino, ben arredato ma mi sorge un atroce dubbio guardando l' angolo cottura:
- Ma dove si trova il fornello? -
- Questo è un appartamento all'avanguardia, niente gas. Forno e fornello elettrici - mi dice entusiasta indicando due piastre e un microonde.
- E...per l'acqua calda? -
- Scaldabagno elettrico! Favoloso, eh? -
- Non mi dica che pure il riscaldamento - m' interrompe e dice:
- Efficientissimi caloriferi elettrici! -
Pensando faccio due conti al volo, senza calcolatrice elettrica. Quattrocento euro spese comprese ma che spese vuoi che ci siano, non c'è l'ascensore e la tassa dei rifiuti tocca pagarla a me, quindi altri cento euro all'anno; con il fatto che tutto è elettrico non avrei le bollette del gas ma in compenso quelle elettriche supererebbero abbondantemente i duecento euro al mese. Allora dov'è il vantaggio?
Cambio agenzia immobiliare e in questa mi propongono un fantastico bilocale arredato con vista sulla ferrovia di Lambrate, ottimo per imparare gli orari dei treni. I fidanzati che lo occupavano si sono lasciati pur avendo pagato due mesi in anticipo. L' appartamento non è male, a parte la vista e il divano di pelle nera che potrei sostituire, le pareti sono colorate: una verde acido e l'altra viola ma potrei sempre imbiancarle. Il prezzo rientra nel mio budget e decido di prenderlo. L'agente, un uomo di grossa stazza, panciuto, con capelli lunghi e unti, ha un accento romanesco e mi fa entrare nel suo ufficio, dove mi mostra con orgoglio i quadri d'arte contemporanea, di sua realizzazione, raffiguranti New York con uno stile molto kitsch. Firmo il compromesso senza battere ciglio pur di togliermi dalla vista quegli orrori artistici.
Quello stesso pomeriggio mi telefona il "pittore" immobiliare per informarmi che i due innamorati hanno fatto pace e torneranno a vivere nel bilocale. Mi dispiace un po' ma mi sono salvato dall' incubo del divano in pelle nera!
A questo punto, stanco di passare da un' agenzia all'altra, decido di fare un passo importante e alquanto doloroso: la domanda per una casa popolare!

Case popolari in zona San Siro
Case popolari nella zona Nord Milano






Mi reco alla sede dell' ALER dove mi dicono che per la richiesta devo rivolgermi agli uffici competenti dei sindacati o di altre organizzazioni, mi chiedo perché, visto che l' ALER è l'ente assegnatario che gestisce l' edilizia popolare.
Non importa, vado a un sindacato in zona Buenos Aires, è mattina presto ma capisco che non rientrerò tra i primi dodici che hanno firmato su un foglio, affisso alla saracinesca, da un qualsiasi filippino e vengo a conoscenza del fatto che alcuni passano anche prima della mezzanotte per attaccare un foglio con la loro firma sulla saracinesca, nella notte qualcun altro può passare staccare il foglio e sostituirlo con un altro, così potrà rientrare nella lista dei dodici che verranno accolti nell'ufficio la mattina seguente, insomma una strada senza uscita!
Allora mi reco in un altro ufficio dove mi assegnano un numero di attesa e penso: "Questi sì che sono seri!". Giunto il mio turno vengo sottoposto a un interrogatorio di centinaia di domande, quella che mi lascia più perplesso è quando l'impiegato mi chiede:
- Risiede in Lombardia da più di dieci anni? -.
Io sono nato a Milano, ho sempre vissuto in provincia e in città e ho sempre lavorato qui, quindi sì, sono residente da più di dieci anni; ma questo mi mette alla pari di uno straniero che vive in Lombardia da almeno undici anni e che magari ha una famiglia numerosa.
Vengono calcolati i risparmi sul mio conto corrente bancario, non sono molti ma mi fanno sentire ricco quando mi sento dire:
- La cifra è alta e supera la soglia stabilita ma se non inseriamo questi euro rientra nella norma e potrà avere un punteggio più alto. Poi la chiameremo per venire a firmare quando la domanda sarà pronta, siamo sempre aperti anche ad agosto. -
Passano i mesi ma non ricevo nessuna telefonata e, preoccupato, un giorno di settembre mi reco all'ufficio che trovo chiuso per ferie!
Quando ormai stanno per scadere i termini di presentazione per la domanda, ricevo finalmente la tanto attesa chiamata per andare a firmare.
- Allora, vediamo - mi dice l'impiegato aprendo la cartelletta con il mio nome - col punteggio realizzato ci sono buone possibilità, credo che dovrà attendere solo un paio d' anni. Fra un mese usciranno le graduatorie e dovrà venire qui perché solo noi possediamo la password per entrare nel sito. -
Dopo due mesi, navigando in Internet, entro nel sito apposito e riesco a vedere le graduatorie senza avere bisogno di password! Sono al novemilaottocentesimo posto su ventottomila domande, consolante! Ma, guardando la lista, mi accorgo che c'è solo un italiano nei primi dieci posti e solo cinque nei primi venti. Penso che questi stranieri siano residenti in Lombardia da più di dieci anni e hanno famiglia, ma mi domando se sia giusto  che io essendo nato, avendo vissuto e lavorato per tutta la vita nella mia terra abbia meno diritto ad avere una casa.
Ho urgenza di trovare un appartamento e ricomincio il mio tour attraverso gli annunci immobiliari e, tra questi, mi salta all'occhio un monolocale che avevo già visitato mesi prima e mi era sembrato troppo piccolo. Preso l'appuntamento vado a rivederlo e, adesso che è vuoto mi appare più ampio, non una reggia ma molto meglio di come lo ricordavo, forse perché il divano-letto è chiuso, non c'è lo stendibiancheria aperto, non c'è più la cuccia del cane, hanno portato via l'acquario e il coniglio che viveva in bagno; insomma è partita l'Arca di Noè!
Mi piace anche il balconcino che lo rende come se fosse un primo piano, invece è al pianterreno con il custode che abita nella porta accanto, è come avere un guardiano ventiquattro ore al giorno!
- OK, il prezzo è giusto, lo prendo! -
Finalmente è terminato il mio calvario immobiliare e vivo in questo piccolo monolocale dove ho compreso che l'importante è avere un tetto sopra la testa e quattro mura dove sentirti protetto perché si può assaporare la libertà anche in soli ventidue metri quadri di felicità.
 
Il bosco verticale di Stefano Boeri (foto dal web)





8 commenti:

  1. Complimenti! Mi ha coinvolto dall'inizio alla fine è la scelta della fotografia del palazzo del bosco verticale alla fine è stata perfetta. Rita.

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    1. Grazie Rita, per il tuo apprezzamento. Giovanni.

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  2. dalle bellissime parole della canzone di Cocciante sei riuscito a farci vivere un'esperienza comune a molti...e con il solito modo di scrivere a volte canzonatorio a volte provocatorio. Complimenti
    M

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    1. Grazie M per le tue belle parole. Giovanni

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    2. Grazie M per le tue belle parole. Giovanni

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  3. Ciao Giovanni, il tuo testo mi è piaciuto tantissimo,bellissima l'introduzione con le parole della canzone di Cocciante. Hai uno stile di scrittura molto riconoscibile, direi unico, bravo! Grazia

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  4. Ti ringrazio per le tue splendide parole. Grazie Grazia, Giovanni.

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  5. Bel racconto e bellissimo finale ... "soli 22 metri quadri" bastano per creare un nido d'amore... P.

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