a cura di
Sandra Romanelli
Aprile è un mese che non passa
inosservato. Spesso, come quest'anno, coincide con la Pasqua e il 25 ricorre
una delle feste nazionali più importanti della Repubblica Italiana:
l'anniversario della Resistenza.
Il 25 aprile è quindi un giorno che
ha un grande significato storico per
il nostro Paese.
A partire dall'8 settembre 1943, sono
avvenuti fatti importanti in Italia che
hanno indotto gli storici e le persone che li hanno vissuti a
testimoniare e a scrivere, per narrare
tutte le vicende avvenute durante la Seconda guerra mondiale.
In questo mese di feste e di memoria
vorrei aggiungere un ricordo: quello dei soldati IMI.
Ma chi erano? Forse non tutti lo sanno.
Per le autorità germaniche erano gli Italienische Militär-Internierte, in realtà erano i soldati del Regio Esercito
Italiano (dopo la nascita della Repubblica Italiana cambiò nome in Esercito
Italiano) catturati dai tedeschi dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943 (che sanciva la
cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani).
Dopo il disarmo, ufficiali e soldati
italiani vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle
fila dell'esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di
detenzione. Solo il 10 per cento circa accettò l'arruolamento nella Wehrmacht,
le forze armate germaniche; gli altri vollero restare fedeli alle istituzioni e
vennero considerati “prigionieri di
guerra”. In seguito le autorità di Berlino cambiarono il loro status
trasformandoli in “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie
della Convenzione di Ginevra del 1929) e quindi lavoratori forzati senza alcuna
tutela, nemmeno il controllo della Croce Rossa.
Tra coloro che si ribellarono all'idea di combattere a fianco dei nazisti e iniziarono una coraggiosa resistenza contro le truppe dell’ex alleato, ci furono i reparti italiani schierati a Cefalonia e Corfu’.
La resistenza della Divisione
"Acqui" a
Cefalonia e delle forze presenti a Corfù rappresenta l'esempio più eclatante
dell'opposizione militare antitedesca e, pertanto, è considerata, dalla maggior
parte delle fonti, uno dei primi atti del Movimento di Liberazione
Nazionale.
La ricostruzione di quei tragici
avvenimenti si basa sui documenti conservati negli archivi italiani,
tedeschi e inglesi, atti del processo di Norimberga contro il generale Hubert
Lanz, comandante del XXII Corpo d'armata da montagna, responsabile delle forze
germaniche schierate nel settore, oltre alle memorie e i diari dei
protagonisti sopravvissuti. Gli
ufficiali che non furono passati per le armi e le migliaia e migliaia di
soldati che combatterono con coraggio contro i tedeschi, vennero fatti prigionieri e inviati nei
campi di concentramento in Germania,
Polonia e Unione Sovietica, dove patirono per le tante umiliazioni subite, il
lavoro forzato in condizioni disumane, la fame, gli stenti, le sofferenze
fisiche e morali e da quei luoghi di
dolore non tutti fecero ritorno.
Per colmare una lacuna, troppo a
lungo protratta e per non dimenticare il loro
sacrificio per l'affermazione di valori fondamentali come la libertà, la
giustizia, la dignità personale, la fedeltà alle istituzioni e l'onore
militare, il 7 ottobre 2015, è stato presentato al Senato della Repubblica
(Palazzo Giustiniani – Sala Zuccari) l’Albo degli Internati Militari Italiani
morti nei lager nazisti negli anni 1943-1945, realizzato dall’Associazione
Nazionale Reduci dalla Prigionia (ANRP) con il contributo della Repubblica
Federale di Germania (Fondo Italo-tedesco per il futuro), in stretta
collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana.
Il lavoro che Italia e Germania hanno
affrontato insieme per la realizzazione
di tale Albo è stato molto importante perché dimostra una volontà comune di
voler costruire un'Europa pacificata e coesa.
Tra i soldati IMI che fecero ritorno
dai campi d'internamento si annoverano alcune personalità celebri nel mondo
della cultura, della politica italiana, dello spettacolo:
Giovannino Guareschi |
Due dei personaggi più famosi creati nel 1948 dalla
sua fantasia, furono Don Camillo e Peppone, interpretati
rispettivamente dall'attore francese Fernandel e Gino Cervi. Si tratta di due
simpatici antagonisti in una serie di racconti che hanno avuto una fortunata e
seguita trasposizione cinematografica.
Fu cofondatore e condirettore
(1945-1957) di un periodico settimanale di satira politica:il Candido
Antonio Guerra, detto Tonino |
Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna,
16/3/1921-21/3/2012) poeta, scrittore. Nel 1953 si trasferì a Roma dove iniziò
una brillante carriera di sceneggiatore.
Collaborò con i più grandi registi italiani e stranieri. Tra le sue numerose
sceneggiature si ricorda:
Matrimonio
all'italiana (1964), I girasoli (1970) con la regia di
Vittorio De Sica.
Deserto rosso (1964), Blow-Up (1968),
Zabriskie Point (1970) con la regia di Michelangelo Antonioni.
Per il film Blow- Up, in collaborazione con il regista Antonioni ricevette la
candidatura al Premio Oscar 1967.
La decima
vittima (1965) con la regia di Elio Petri.
Uomini contro ( 1970), Il caso Mattei (1972) regia di Francesco
Rosi.
Amarcord (1973)
E la nave va (1983), Ginger e Fred (1986) regia di Federico
Fellini.
Caro Michele (1976), Il male oscuro (1989), regia
di Mario Monicelli.
Kaos (1984) di Paolo e
Vittorio Taviani.
Gino Marinuzzi Junior (New York, 7 /4/1920 – Roma 1996) musicista e compositore italiano, figlio del compositore italiano e
direttore d'orchestra Gino Marinuzzi.
Mario Rigoni
Stern (Asiago, 1/11/1921- 16 giugno 2008) militare e scrittore.
Nel 1953 pubblicò il libro autobiografico Il sergente nella neve-
edizione Einaudi, in cui narra la sua
esperienza di sergente degli Alpini,
nella disastrosa ritirata di Russia, durante la Seconda guerra mondiale.
Luigi Silori (Roma, 19/11/1921- 9/7/1983) scrittore, critico letterario,
conduttore radiofonico e televisivo.
Silori fu uno dei pochi ufficiali
sopravvissuti al massacro di Cefalonia.
Quelli che vennero catturati, poiché si rifiutarono di collaborare con i tedeschi, furono deportati in Germania nel campo di prigionia di Fullen, detto "il
campo della morte."
Tornato in Italia, dopo essersi
laureato alla Sapienza di Roma, fu assistente universitario del poeta
Giuseppe Ungaretti.
Gianrico Tedeschi |
Gianrico Tedeschi ( Milano, 20/4/1920), attore di teatro, cinema e televisione.
Nel 2011 ha ricevuto il Premio UBU,
il riconoscimento di teatro più importante in Italia.
Tra i personaggi dello spettacolo, furono
militari IMI internati nei campi di prigionia, anche Raffaele Pisu e Luciano
Salce.
Tra i personaggi della cultura e della politica
si annoverano: Antonio Cederna, Giuseppe Avolio, Pino Arpioni,
Vittorio Emanuele Giuntella (ha scritto un volume: Il nazismo e i lager,
ed. Studium, in cui testimonia l'esperienza da lui vissuta), Giuseppe
Lazzati (docente universitario e rettore dell'Università Cattolica),
Antonino Meli (magistrato), Alessandro Natta (politico, autore del
volume autobiografico L'altra Resistenza, ed. Einaudi, riguardante le
vicende dei soldati IMI), Edilio
Rusconi (editore e produttore cinematografico).
bellissimo articolo
RispondiEliminaGrazie Sandra! Articolo molto interessante
RispondiEliminaRomano
Non puoi immaginare quanto mi ha commossa il tuo articolo. Mio padre, catturato l'8 settembre sulla dragamine T 7, è stato utilizzato come forza lavoro itinerante. La sua vita è stata breve e io lo rimpiango tanto. Grazie Sandra!
RispondiEliminaFranca
Cara Sandra, l'articolo è molto interessante e anche se ero a conoscenza del fatto storico, ritengo il tuo approfondimento estremamente valido e istruttivo per non dimenticare.
RispondiEliminaMaria
Grazie Sandra! Anche nella mia famiglia c'è stato chi ha sofferto la prigionia nei campi di lavoro...grazie del ricordo.
RispondiEliminaLucia
Complimenti Sandra! Mi ha fatto piacere approfondire un fatto storico così importante e soprattutto ho trovato interessantissimo il fatto di riportare i superstiti noti. Grazie!
RispondiEliminaPietro
Mio padre è stato nelle miniere di carbone del Land della Saar e, di seguito, spostato in altri campi, anche al confine con la Polonia. Franca.
RispondiEliminaGrazie Sandra! Molto bello ed istruttivo. Lo farò leggere anche alle mie figlie.
RispondiEliminaLaura
Brava Sandra nessuno dovrebbe dimenticare questi terribili avvenimenti purtroppo passati sotto silenzio. Grazie.
RispondiEliminaIda
Mai dimenticare. Mariangela.
RispondiEliminaSandrina sei sempre molto brava, precisa, una passione infinita un abbraccio
RispondiEliminaGrazie a tutti per i graditi commenti e per i ricordi.
EliminaSandra