E' USCITO SPLIT! Andare al cinema fa bene al cuore e alla mente.
Trama:
tre giovani adolescenti scomparse, una psicologa specializzata in “persone
speciali”, una affascinante teoria sulla personalità multipla, e un potenziale
serial killer a piede libero: questi gli ingredienti di Split, un thriller
psicologico con doppio colpo di scena, del quale, meno cose sapete, meglio è.
La mente è in grado di farsi corpo, ovvero di plasmare il corpo, o anche di creare un corpo. Basti sapere questo. E come corollario aggiungete che nel cinema firmato da M. Night Shyamalan – quello buono, tra le numerose pellicole deludenti che ha fatto ultimamente - la mente è una parte centrale del divenire filmico, è tessuto del mondo che sta dietro la pellicola cinematografica, è artefice e demiurgo della storia, ipnotica sullo spettatore.
In questo caso Split non è solo banalmente un film su 23 personalità (mannaggia al trailer e a chi ne ha straparlato prima, era più bello scoprirlo nel film!) ma è un film che gioca attraverso i generi, li contamina, è un film dentro il film, dentro il film, dentro il film, che si insinua nei cunicoli della mente, proprio come in quello degli spazi rappresentati, che è chiuso dentro, che ha diverse stanze, luoghi e “non luoghi”. Un film interessante. Anche se non vi nascondo che io non sono un amante del genere.
Qui ci sono poi diverse “menti” che lavorano bene: in primis il regista, anche sceneggiatore, che dopo un po’ di flop in questo film tratta “il plot” con una compattezza capace di tenere insieme tutti i dettagli del film, poi il produttore, che con un budget basso ha trainato un film che gli farà guadagnare milioni di dollari (in America è stato amore a prima vista con importanti risultati al botteghino) e infine i tre attori primari: il “montre” alla francese, nel senso proprio di essere un attore da mostrare “à montrer” e aggiungerei premiare, un maturo James McAvoy, veramente affascinante, la psicologa dagli occhi acuti e azzurri, e la giovane ragazzina imprigionata, il vero supereroe della storia.
Il film poi è “split”, diviso in tanti generi e spicchi, tanti spunti interessanti: si parte dal Silenzio degli innocenti, si vince il fastidio di vedere imprigionate delle adolescenti conturbanti, si passa attraverso un kammerspiele tutto chiuso in una casa-studio di una psicologa, stretti nel soggiorno, poi si attraversano di corsa luoghi oscuri (anche qui, sotterranei e cunicoli, e psicologie multiple) in corsa con atmosfere e giochini da thriller mozzafiato, poi si esplora l’horror fino ad arrivare alla trasformazione, alla creazione dei superpoteri, ma in una proiezione distopica, dove quello che si afferma, non è l’affascinante teoria della psicologa, ma qualcosa che va ben oltre: si può diventare quello che si vuole, basta volerlo fino in fondo, fino all’ultima particella di se stessi.
Il film ha un'escalation che funziona. Poi un finale al vertice della tensione. Dove però, lo ammetto, risento del piacere di altre visioni ancora fresche. Confesso, che con un nostrano Jeeg Robot che lotta contro il male, la Bestia è una figura di scarso fascino. Anche se l’idea che “omnia vincit amor”, e del cuore puro mi piace. E ancor più mi conquista il fatto che poi quella che ci sembra una escalation di finzione si confronti con una vita reale, più dura e amara della finzione stessa. Superati i cunicoli, le storture, le anomalie, l’horrorifico, si arriva nella realtà vera, che supera la fantasia. E qui ti batto la pacca sulla spalla Shyamalan. E batto le mani anche in sala, perché mi infili un sottofinale nei titoli di coda che strappa l’applauso. Bravo.
Credits
REGIA: M. Night Shyamalan; ATTORI: James McAvoy, Haley Lu Richardson, Brad William Henke, Betty Buckley, Anya Taylor-Joy, Jessica Sula, Kim Director; SCENEGGIATURA: M. Night Shyamalan; FOTOGRAFIA: Michael Gioulakis; MONTAGGIO: Luke Franco Ciarrocchi; MUSICHE: West Dylan Thordson; PRODUZIONE: Blinding Edge Pictures, Blumhouse Production; DISTRIBUZIONE: Universal Pictures; PAESE: USA; DURATA: 117 Min.
Nessun commento:
Posta un commento