!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

martedì 7 febbraio 2017

C'ERA UNA VOLTA MILANO...E C'É ANCORA : I TRASPORTI PUBBLICI


di Giovanni De Pedro

Tram  ieri
...e oggi

  
Qualche tempo fa un mio amico di Roma venne a farmi visita e rimase stupito dell'efficienza dei trasporti pubblici di Milano.
" Sono puntuali, ce ne sono tanti, frequenti e sono puliti" mi disse entusiasta.
Pensavo venisse da un altro pianeta, se avesse sentito i commenti dei milanesi, soprattutto di una certa età, avrebbe pensato di essersi sbagliato o di essere stato molto fortunato.


A volte, quando sono alla fermata del tram e il tabellone segna un'attesa di quattro minuti, penso cosa vuoi che siano quattro minuti nell’arco della giornata?
Ma evidentemente mi sbaglio perché contrariamente a me le persone cominciano a muoversi frenetiche su e giù per la banchina e commentano arrabbiati: " Uffa! Dicono quattro minuti ma sicuramente saranno di più, speriamo almeno che arrivi! "
Ma ecco che superati i fatidici quattro minuti di pochi secondi, se non vedono in lontananza il tram, iniziano a sclerare: " Ecco, lo sapevo, altro che quattro minuti, è già in ritardo, neanche si vede!"
" Signora, non si vede forse perché c’é nebbia! " faccio notare.
Quando il tram arriva, un minuto dopo il previsto, tutti salgono in fretta con la faccia imbronciata lanciando sguardi minacciosi al povero conducente.
Mi chiedo cosa debbano fare quelle persone impazienti e nervose, forse niente di particolare, magari solo andare a casa per sedersi davanti alla TV.
Fu in una simile occasione che il mio amico romano commentò :
" Però almeno qui da voi passa! "
Dopo aver visto la metropolitana di Roma, mi sono convinto che quella di Milano è veramente ordinata, almeno non devo viaggiare in pieno inverno con i finestrini aperti per vedere a quale fermata sono arrivato perché il vagone, vetri compresi, sono un unico graffito.
In metropolitana come sui mezzi di superficie, c'è sempre qualcuno che forse ha paura di restare a bordo tutta la vita e per questo si piazza davanti alle porte d'uscita, spesso con la cuffia per ascoltare la musica, che tutti possono sentire anche senza auricolari e allora mi capita di pensare : " Scenderà alla prossima fermata?! "
No, assolutamente no!! Restano ancora a bordo e se mi permetto di dire:" Scusi ma non può mettersi da un’altra parte? ", ti guardano con aria interrogativa e, frastornati dal suono della musica, ti urlano:" E dove? ". Il mio sguardo perlustra l'interno del vagone o dell'autobus e scopro che i corridoi sono vuoti! Credo che vengano pagati da qualcuno per fare i disturbatori e sembra che godano a farsi strattonare a ogni fermata dalle persone che scendono e da quelle che salgono.
I posti a sedere riservati agli anziani e alle donne incinte sono sempre occupati, spesso da giovani o da bambini messi a sedere dalle mamme perché, poverini, sono troppo stanchi per tutte le attività che fanno e quando dovrebbero cedere il posto a chi spetta fanno finta di niente e l'anziano di turno inizia a borbottare esibendo tutto un repertorio di parole da scaricatore di porto, spesso in milanese, che non usava dai tempi del Carlo Cudega ( tempi lontani ).
Mi è capitato di voler cedere il posto, anche se non riservato, a persone di una certa età e ho ricevuto una compilation di risposte che divido in tre categorie:
- quella con tono gentile e sorriso annesso: " Grazie, meno male c'è ancora qualcuno gentile.
- quello con tono aggressivo e grugno sul viso: " Scusi ma, secondo lei, sono così vecchio? Maleducato! "
- quello lo vorrei ma non lo dico: " Molto gentile ma tra poco devo scendere".
Ti chiedi, allora, cosa fare, qual è il giusto comportamento? L'ultima risposta, poi, è molto ambigua perché ti chiedi a quanto equivale quel "tra poco", dato che, dopo averlo detto, passano varie fermate e devi scendere, la persona è ancora a bordo e appena vede che ti alzi, si siede in fretta e furia prima che qualcuno la preceda. Allora, quante fermate sono questo "tra poco"?

La linea rossa, la linea 1 del metrò


Per scendere o per uscire dalla metropolitana esistono le scale normali o le scale mobili. A Milano, sulle scale mobili ci sono dei cartelli con scritto " Tenere la destra ", il mio amico romano si stava chiedendo il motivo di quella scritta e ricevette subito la risposta vedendo schizzare al suo fianco qualcuno che sparì come un fulmine.
Mi sono sempre chiesto perché la gente cammina o corre sulle scale mobili e non usa quelle normali?
Dopo lunghi calcoli matematici approfonditi sono arrivato alla conclusione che: se la scala si muove e tu contemporaneamente ti muovi, arrivi all'uscita in anticipo di circa quattordici secondi, tempo che risparmi per poter bere un caffè al volo o sbrigare il lavoro in anticipo di quattordici secondi!
Ci sono linee degli autobus dove se parli italiano nessuno ti capisce, si parla arabo, cinese, spagnolo e nei pochi spazi che restano, donne salgono con due bambini più uno in pancia e un altro in carrozzina che va puntualmente a occupare lo spazio per i disabili (categoria che può salire su pochi mezzi per via delle barriere architettoniche) ma soprattutto quasi nessuno timbra il biglietto. A volte faccio un sogno ad occhi aperti, immagino di essere un controllore e chiedo a tutte le persone sedute di esibire il biglietto, poi dico a coloro che ne sono sprovvisti di alzarsi perché non hanno diritto di sedersi ed ecco che magicamente molti dei sedili si svuotano mentre la gente si trova ammassata nei corridoi!
Pagare il biglietto rende più efficiente il servizio e usare i mezzi pubblici renderebbe più pulita l'aria di questa metropoli congestionata dal traffico.

Un tipico tram di legno






4 commenti:

  1. Bravo giovanni un bel ritratto

    RispondiElimina
  2. Grazie Anonimo, spero di essere riuscito nel mio intento ovvero descrivere situazioni reali in maniera ironica. Giovanni.

    RispondiElimina
  3. Bel pezzo sui costumi locali...

    RispondiElimina
  4. Grazie anonimo,questa purtroppo è la realtà. Giovanni

    RispondiElimina