di Giovanni De Pedro
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Qualche tempo fa un mio
amico di Roma venne a farmi visita e rimase stupito dell'efficienza dei
trasporti pubblici di Milano.
" Sono puntuali, ce ne
sono tanti, frequenti e sono puliti" mi disse entusiasta.
Pensavo venisse da un altro
pianeta, se avesse sentito i commenti dei milanesi, soprattutto di una certa
età, avrebbe pensato di essersi sbagliato o di essere stato molto fortunato.
A volte, quando sono alla
fermata del tram e il tabellone segna un'attesa di quattro minuti, penso cosa
vuoi che siano quattro minuti nell’arco della giornata?
Ma evidentemente mi sbaglio
perché contrariamente a me le persone cominciano a muoversi frenetiche su e giù
per la banchina e commentano arrabbiati: " Uffa! Dicono quattro minuti ma
sicuramente saranno di più, speriamo almeno che arrivi! "
Ma ecco che superati i
fatidici quattro minuti di pochi secondi, se non vedono in lontananza il tram,
iniziano a sclerare: " Ecco, lo sapevo, altro che quattro minuti, è già in
ritardo, neanche si vede!"
" Signora, non si vede
forse perché c’é nebbia! " faccio notare.
Quando il tram arriva, un
minuto dopo il previsto, tutti salgono in fretta con la faccia imbronciata
lanciando sguardi minacciosi al povero conducente.
Mi chiedo cosa debbano fare
quelle persone impazienti e nervose, forse niente di particolare, magari solo
andare a casa per sedersi davanti alla TV.
Fu in una simile occasione
che il mio amico romano commentò :
" Però almeno qui da
voi passa! "
Dopo aver visto la
metropolitana di Roma, mi sono convinto che quella di Milano è veramente
ordinata, almeno non devo viaggiare in pieno inverno con i finestrini aperti
per vedere a quale fermata sono arrivato perché il vagone, vetri compresi, sono
un unico graffito.
In metropolitana come sui
mezzi di superficie, c'è sempre qualcuno che forse ha paura di restare a bordo
tutta la vita e per questo si piazza davanti alle porte d'uscita, spesso con la
cuffia per ascoltare la musica, che tutti possono sentire anche senza
auricolari e allora mi capita di pensare : " Scenderà alla prossima
fermata?! "
No, assolutamente no!! Restano
ancora a bordo e se mi permetto di dire:" Scusi ma non può mettersi da
un’altra parte? ", ti guardano con aria interrogativa e, frastornati dal
suono della musica, ti urlano:" E dove? ". Il mio sguardo perlustra
l'interno del vagone o dell'autobus e scopro che i corridoi sono vuoti! Credo
che vengano pagati da qualcuno per fare i disturbatori e sembra che godano a
farsi strattonare a ogni fermata dalle persone che scendono e da quelle che
salgono.
I posti a sedere riservati
agli anziani e alle donne incinte sono sempre occupati, spesso da giovani o da
bambini messi a sedere dalle mamme perché, poverini, sono troppo stanchi per
tutte le attività che fanno e quando dovrebbero cedere il posto a chi spetta
fanno finta di niente e l'anziano di turno inizia a borbottare esibendo tutto
un repertorio di parole da scaricatore di porto, spesso in milanese, che non
usava dai tempi del Carlo Cudega (
tempi lontani ).
Mi è capitato di voler
cedere il posto, anche se non riservato, a persone di una certa età e ho
ricevuto una compilation di risposte che divido in tre categorie:
- quella con tono gentile e
sorriso annesso: " Grazie, meno male c'è ancora qualcuno gentile.
- quello con tono aggressivo
e grugno sul viso: " Scusi ma, secondo lei, sono così vecchio? Maleducato!
"
- quello lo vorrei ma non lo
dico: " Molto gentile ma tra poco devo scendere".
Ti chiedi, allora, cosa
fare, qual è il giusto comportamento? L'ultima risposta, poi, è molto ambigua
perché ti chiedi a quanto equivale quel "tra poco", dato che, dopo
averlo detto, passano varie fermate e devi scendere, la persona è ancora a
bordo e appena vede che ti alzi, si siede in fretta e furia prima che qualcuno
la preceda. Allora, quante fermate sono questo "tra poco"?
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Per scendere o per uscire
dalla metropolitana esistono le scale normali o le scale mobili. A Milano,
sulle scale mobili ci sono dei cartelli con scritto " Tenere la destra
", il mio amico romano si stava chiedendo il motivo di quella scritta e
ricevette subito la risposta vedendo schizzare al suo fianco qualcuno che sparì
come un fulmine.
Mi sono sempre chiesto
perché la gente cammina o corre sulle scale mobili e non usa quelle normali?
Dopo lunghi calcoli
matematici approfonditi sono arrivato alla conclusione che: se la scala si
muove e tu contemporaneamente ti muovi, arrivi all'uscita in anticipo di circa
quattordici secondi, tempo che risparmi per poter bere un caffè al volo o
sbrigare il lavoro in anticipo di quattordici secondi!
Ci sono linee degli autobus
dove se parli italiano nessuno ti capisce, si parla arabo, cinese, spagnolo e
nei pochi spazi che restano, donne salgono con due bambini più uno in pancia e
un altro in carrozzina che va puntualmente a occupare lo spazio per i disabili
(categoria che può salire su pochi mezzi per via delle barriere
architettoniche) ma soprattutto quasi nessuno timbra il biglietto. A volte
faccio un sogno ad occhi aperti, immagino di essere un controllore e chiedo a
tutte le persone sedute di esibire il biglietto, poi dico a coloro che ne sono
sprovvisti di alzarsi perché non hanno diritto di sedersi ed ecco che
magicamente molti dei sedili si svuotano mentre la gente si trova ammassata nei
corridoi!
Pagare il biglietto rende
più efficiente il servizio e usare i mezzi pubblici renderebbe più pulita
l'aria di questa metropoli congestionata dal traffico.
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Bravo giovanni un bel ritratto
RispondiEliminaGrazie Anonimo, spero di essere riuscito nel mio intento ovvero descrivere situazioni reali in maniera ironica. Giovanni.
RispondiEliminaBel pezzo sui costumi locali...
RispondiEliminaGrazie anonimo,questa purtroppo è la realtà. Giovanni
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