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giovedì 23 febbraio 2017

Due ombre

di Giorgia Cafaro


-Stai diventando più chiara
Disse un’ombra alla sua amica, una notte che stavano stese sul muro di un palazzo. Da giorni il nero intenso stava sbiadendo sempre più verso un grigio fumo. Attraverso il suo corpo si potevano vedere i disegni sull’asfalto e i lombrichi nell’erba.
- Non tieni più i segreti, hai dimenticato di custodire i sogni.
Continuò l’ombra sempre più affranta.
-Lo so amica mia, ma non oscuro più le foreste di notte e nemmeno i vicoli loschi. Col mio manto ho smesso di avvolgere anche i mostri nelle stanze da letto. Passo tutto il giorno al parco ora, faccio l’ombra di un fiore.


Rispose finalmente, trasognata:
-Ti vantavi del tuo nero così intenso da far impazzire gli animi più quieti, e ora dai agio ai turisti che si stendono sul prato? 
-Amo quel fiore, ora tutto ciò che voglio è stargli accanto.
La prima ombra scivolò sul marciapiede facendosi più scura.
-Che ha di speciale uno sciocco fiorellino?
-Nulla, è un fiore come tanti in verità; ma lo amo. Per ogni petalo della corolla, ogni vena delle foglie, ogni granello di polline sul suo pistillo; io lo amo.
-Se così stanno i fatti non abbiamo nulla a che spartire. Il tuo chiarore si staglia  troppo sul mio bel nero.
-La luce ha tante sfumature, amica mia. Più sono diverse più si delineano rivelandone la bellezza. Quel che legava noi era ben più del colore, ora che il mio è mutato non dobbiamo separarci per obbligo.
Cercò di rassicurarla l’amica, ma l’ombra non si convinse e allargando il suo manto fuggì per le vie senza lampioni.
Passò il tempo e l’Ombra Nera cercò angoli sempre più remoti e segreti, creature sole che dallo sguardo volevano fuggire, diventando sempre più scura. Imperatrice della notte, sovrana del buio, sola come tutti i regnanti. L’Ombra Grigia spesso la invitava a passare il giorno con lei, a schiarirsi al cielo diurno, avrebbe voluto farle conoscere il suo fiore.
-Sei troppo cambiata, non ti riconosco più. Sai solo parlare della tua felicità e della mia adorata notte non sai più nulla.
Rispondeva l’Ombra Nera allontanandosi. Sotto il suo mantello, tra i trafficanti e i pipistrelli, tentava vanamente di nascondere il suo cuore sofferente.
Avrebbe voluto trovare un'altra compagna, non aspirava agli alti sentimenti che l’Ombra Grigia
predicava al suo fiore, le sarebbe bastata un’amica che non la abbandonasse. Ma tutti quelli che avviluppava sempre poi chiedevano luce.
Che aveva poi, di tanto bello, il giorno?
Decise che arrivati a questo punto voleva scoprirlo, così attese l’alba nascosta in un vicolo. Con la coda dell’occhio vide una luce blu irradiare la piazza.
-Tutto qui?
Pensò con riluttanza. Le nuvole si tinsero di rosso, raggi oro, arancione e rosa allungarono le dita sulla città.
-Forse non è così male.
Si disse lievemente persuasa.
Il sole ora era alto nel cielo limpido, ogni cosa riluceva del suo riflesso e l’Ombra Nera ne fu affascinata. Erano come tanti stralci di un racconto meraviglioso, riflessi di un dipinto magnifico che desiderava guardare nella sua interezza.
Fece un gran respiro, si ritrasse in un angolo, con tutto il suo coraggio si gettò nella piazza e vide il sole.
-Oh, ma è bellissimo
Pensò, prima di dissolversi in un fascio di luce.

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