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domenica 18 dicembre 2016

C'ERA UNA VOLTA MILANO...E C'É ANCORA: IL NATALE


di Giovanni De Pedro
Albero di Natale sotto la "madunina"
(Fotografia di Giovanni De Pedro)

Puntuale come la bolletta della luce, ogni anno arriva Natale per chi lo ama o lo odia. La corsa ai regali è quasi d'obbligo e, a Milano, comincia nelle strade illuminate piene di gente che viene "giù con la piena" dalla provincia e rimane a bocca aperta davanti alle vetrine più lussuose senza riuscire a vedere qualcosa, in balia della folla che non lascia libero un solo centimetro di suolo; e i discorsi son sempre quelli:" Beh, Milano è tutta un'altra cosa con le luci natalizie, ma vuoi mettere con Parigi, Londra o New York?".  Allora mi chiedo perché non se ne vanno in quelle città invece di stare qui a rompere le palle dell'albero? Potrei fare le mie compere, oops!, il mio shopping in piena libertà.
Milano è diventata una città cosmopolita, a chi arriva dai paesi limitrofi si aggiungono anche giapponesi, cinesi, arabi e russi che comprano di tutto, dal Milan all'Inter, a palazzi interi mentre le signore fanno shopping tra Piazza del Duomo e Via Montenapoleone, per gli amici Montenapo, e passano con le loro borse dei marchi di moda, oops! marchi più fashion, davanti agli occhi dei senza tetto, spesso indicati con la parola inglese homeless, che dormono sotto i portici del centro, sopra e sotto i cartoni recuperati nel retro delle boutique più fashion della città.


Nei negozi, i commessi, con espressioni innaturalmente festose, mostrano un sorriso a sessantaquattro denti per farti notare che indossano un vestito o un cappello da Babbo Natale o da elfo pensando di essere originali, ma l'unica cosa che ti verrebbe da chiedere è il numero di telefono del loro dentista.
La metropoli ambrosiana si riempie di alberi di Natale di ogni tipo: pini veri dal Trentino, abeti finti con luci a fibre ottiche, alberi di plastica o creati dagli art designer più rinomati che pensano a un Natale essenziale e minimalista, ovvero un palo di legno con quattro stecche di rami secchi e palline di carta per una cifra talmente modica e minimalista che ti tocca chiedere un prestito rateale.
Qui scatta la nostalgia, ma che fine ha fatto il presepe movibile che ogni anno veniva allestito in Piazza del Duomo? Ma soprattutto, che fine ha fatto il presepe?
Evitiamo di chiedere all'art designer più illustre di crearne uno perché potremmo ritrovarci con un Gesù Bambino di colore, la Madonna asiatica e San Giuseppe vestito da rapper di una gang latino-americana, per accontentare ogni etnia che popola Milano.
Luci in Galleria
(Fotografia di Giovanni De Pedro)

Una tradizione importata dai paesi germanici e, ormai diffusa anche in Italia sono i mercatini di Natale e nella metropoli lombarda compaiono in ogni angolo casette di legno dove, oltre al cibo, si possono trovare tipici prodotti artigianali:sciarpe in cachemire made in India; oggetti di legno finemente intagliati da operai cinesi o magliette in cotone egiziano e vestiti confezionati in Pakistan.
I banchi gastronomici delle varie regioni italiane riscuotono un notevole successo e Grande successo hanno i banchi gastronomici delle varie regioni italiane dove la gente si butta sopra i salami piemontesi, gli speck altoatesini, le caciotte toscane, i pecorini laziali o sardi, olive pugliesi, caciocavalli silani o, per finire il giro d'Italia, i cannoli siciliani, in un sogno pantagruelico che fa pensare che Natale fa rima con mangiare e la dieta può aspettare.
C'era una volta...e c'è ancora la fiera degli "o bej! o bej!" che si svolge il 7 Dicembre, giorno di Sant'Ambrogio. Da qualche anno non è più ospitata attorno alla Basilica del patrono ambrosiano e nel suo chiostro  ma intorno al Castello Sforzesco, dove alle tipiche bancarelle di oggetti usati, castagne e vin brulè, sono subentrati i banchi dei mercati rionali gestiti da cinesi e arabi, chissà cosa ne pensa Sant'Ambrogio!?
Molti negozi si trasformano in Christmas Village, ovvero il villaggio di Natale ma in inglese fa più effetto! Che cos'è il Christmas Village? Non è altro che rivestire di addobbi natalizi gli stessi articoli venduti per tutto il periodo dell'anno in modo tale che a Dicembre, come per miracolo, i prezzi lievitano come fossero pane.
Restando in campo culinario, un simbolo del Natale milanese, ma famoso in tutta Italia e nel mondo, è il panettone.
Eccolo, il "panetun"
Ogni anno scrivo alla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" per sapere che fine ha fatto il panettone che preferisco, quello tradizionale con uvetta e frutta candita. Da anni ormai nei supermercati o nelle pasticcerie si trovano soprattutto panettoni al cioccolato anche bianco, con crema chantilly, all'hawaiana con pezzi d'ananas ma quale sarà il futuro del panettone? Per non essere inospitali con gli stranieri che abitano a Milano, probabilmente un giorno lo avremo con chicchi di riso basmati, tracce di kebab o insaporito col curry.
Se Sanremo è sempre Sanremo, Natale è comunque sempre Natale,  almeno fino a quando qualcuno suggerirà di abolirlo, per par condicio con festività di altre culture e religioni.

Nonostante tutto, BUON NATALE E BUONE FESTE A TUTTI I LETTORI DI SOGNAPAROLE.
L'albero in Galleria
(Fotografia di Giovanni De Pedro)




2 commenti:

  1. Il tuo humor lo si vede anche in questo pezzo. Bravo!
    Adriana

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  2. Grazie Adriana, Buone Feste. Giovanni

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