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giovedì 3 marzo 2016

John Landis – Un regista da paura

A cura di Selene G. Rossi

Ricordato dai più come regista horror grazie a Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London, 1981) e al videoclip Thriller (1983), in realtà John Landis è soprattutto un regista di commedie brillanti come Animal House (1978), The Blues Brothers (1980) e Una poltrona per due (Trading Places, 1983). 




Vita privata e origini della carriera cinematografica 

Nato a Chicago nell’agosto 1950, ma trasferitosi a Los Angeles con la famiglia a soli quattro mesi, John Landis inizia la sua carriera nel mondo del cinema come portalettere per la 20th Century Fox e, successivamente, come stuntman. 
Nel 1969, poco meno che ventenne, viene baciato dalla fortuna. È infatti convocato come assistente alla regia (non accreditato) per I guerrieri (Kelly’s Heroes, 1969), girato in Yugoslavia da Brian G. Hutton. È qui che incontra Don Rickles e Donald Sutherland con i quali, in futuro, stringerà una proficua collaborazione. Inoltre, durante questi primi anni di carriera, lavora come stuntman in Europa, soprattutto in Inghilterra e Italia, sui set di svariate pellicole, come Il buono, il brutto, il cattivo (1966, Sergio Leone), I seicento di Balaklava (The Charge of the Light Brigade, 1968, Tony Richardson) e C’era una volta il West (1968, Sergio Leone).

Di ritorno negli Stati Uniti, capisce che è giunto il momento di cimentarsi alla regia e, nel 1973, dirige Slok (Schlok)- in cui veste anche i panni del protagonista - film-tributo a King Kong in cui una fanciulla cieca si innamora dello scimmione che la rapisce pensando si tratti di un cane gigante. Questa sua prima impresa registica coincide anche con la prima collaborazione di una lunga serie con Richard Baker, oggi mago incontrastato degli effetti speciali, come, per esempio in Un lupo mannaro americano a Londra.


Il film non riscuote un grande successo e Landis dovrà attendere altri quattro anni prima di rimettersi dietro la macchina da presa con Ridere per ridere (The Kentucky Fried Movie, 1977), commedia ispirata ai Monthy Python, al Saturday Night Live e a The National Lampoon Radio Hour

La svolta: Animal House e The Blues Brothers

L’umorismo corrosivo di Ridere per ridere fa sì che Landis faccia breccia nel cuore degli spettatori, fatto grazie al quale riesce, finalmente, a girare - grazie all’appoggio dello studio Universal -  il suo primo, vero blockbuster: Animal House. Padre di tutti i college movie nello stile di Porky’s e dei vari American Pie, in questa pellicola assistiamo alle esilaranti avventure di una gruppo di confratelli della sfigatissima Delta House, guidati da John “Bluto” Blutarsky, un eccezionale John Belushi alla sua prima collaborazione con il regista. Il successo riscosso dalla pellicola permette a Landis di continuare sulla sua strada e di rimanere sotto l’egida della Universal; nel 1980 scrive, con Dan Aykroyd, The Blues Brothers.

Avvalendosi ancora della collaborazione di John Belushi, i due danno vita a un’altra commedia spassosissima scandita da canzoni soul e R’n’B cantate da artisti del calibro di Ray Charles, Aretha Franklin, John Lee Hooker, Cab Calloway e James Brown. Il film narra le gesta dei fratelli Elwood Blues e “Joliet” Jake Blues, in ‹‹missione per conto di Dio›› per riuscire a raccogliere i fondi necessari per salvare l’orfanotrofio in cui i due fratelli sono cresciuti. Grazie a sparatorie, rapine, nazisti e ottima musica, il film sbancherà i botteghini, dando ulteriore prova delle doti registiche di Landis.





Il secondo punto di svolta: il ritorno all’horror e la tragedia personale

Dopo un anno appena, Landis si rimette all’opera tornando al suo vecchio amore per l’horror dirigendo Un lupo mannaro Americano a Londra che, in poco tempo, assurge allo status di cult movie
David e Jack, due ragazzi americani in giro per l’Europa, terminano il loro Grand Tour in una zona rurale dell’Inghilterra settentrionale. Qui, i due entrano in un bar, segnando così la fine della loro tranquilla esistenza. 
Vincitrice del premio Oscar come miglior make-up - creato, ancora una volta, da Rick Baker - e ricca di omaggi citazionisti, la pellicola avrebbe potuto essere solo uno dei tanti film horror dedicati alla licantropia, ma ciò che la rende unica nel suo genere è che horror, commedia romantica, thriller, commedia e gore sono riuniti in un unico film, permettendo al regista non solo di giocare su livelli multipli, ma anche di gettare le basi per i film successivi dedicati alla licantropia in cui adolescenza e mutazione sono strettamente legate. D’altronde, come notava Walter Evans: ‹‹The key to monster movies and the adolescents which understanbly dote upon them is the theme of horrible and mysterious psychological and physical change; the most important of these is the monstrous transformation which is directly associated with secondary sexual characteristics and with the onset of aggressive erotic behavior. The Wolfman, for example, sprouts a heavy coat of hair, can hardly be contained within his clothing, and when wholly a wolf is, of course, wholly naked. Comparatively innocent and asexual females become, after contact with a vampire […] or werewolf […], quite sexy, aggressive, seductive - literally female “vamps” and “wolves”›› (Walter Evans Monster Movies: A Sexual Theory , “Journal of Popular Film,” gennaio 1973).
Ma, come recita la Legge di Murphy, “se qualcosa può andare male, lo farà…” Nel 1982, durante le riprese di Ai confini della realtà (Twilight Zone: The Movie) - di cui Landis firma il teaser iniziale e il primo episodio - qualcosa va più che male. Il 23 luglio di quell’anno, l’attore Vic Morrow e le due giovanissime comparse Myca Dinh Le e Renee Shin-Yi Chen restano uccise in incidente causato da un elicottero di scena che, perso il controllo, li travolge. Landis e numerosi collaboratori sono imputati di omicidio colposo e di aver messo in pericolo la vita dei due bambini. L’accusa cercherà di dimostrare che il regista aveva violato parecchie leggi sulla tutela dei minori – come, per esempio, non aver detto ai genitori dei piccoli che sul set sarebbero stati usati esplosivi o aver sovraccaricato i bambini di ore di lavoro extra. Dopo un lungo processo, Landis e altri membri dello staff vengono prosciolti dalle accuse. Successivamente, il regista sarà ammonito per aver eluso le Leggi dello Stato della California sullo sfruttamento del lavoro minorile. 
Nonostante la tragedia, che avrebbe potuto farne affossare la carriera, il regista continua a mietere successi, diventando - ufficialmente - icona dell’horror nel 1983, anno in cui gira Thriller, il videoclip di Michael Jackson. Avvalendosi ancora una volta di Rick Baker, Landis gira il video che contribuirà a cambiare per sempre la storia dei video musicali.



Gli anni Ottanta 

A partire da questo momento, la carriera di Landis subisce un brusco cambio di direzione. Accantonato l’horror, il regista torna al suo “primo amore,” la commedia, grazie a Una poltrona per due, con Eddie Murphy e Dan Aykroyd protagonisti di una rivisitazione delle tematiche de Il principe e il povero di Mark Twain.
Il filone comico di Landis prosegue lungo tutti gli anni Ottanta con alcune pellicole come Tutto in una notte (Into the Night, 1985) - commedia hitchockiana con Jeff Goldblum e Michelle Pfeiffer -, Spie come noi (Spies Like Us, 1985) - omaggio ai film “Road To…” con Bob Hope e Bing Crosby e alle spy stories alla 007 - con Dan Aykroyd e Chevy Chase, e I tre amigos! (1986) – hommage  a western e musical - con Chevy Chase e Steve Martin. In realtà, nonostante il periodo sia abbastanza proficuo da un punto di vista produttivo, Landis  deve aspettare il 1988 per colpire ancora nel segno con Il principe cerca moglie (Coming To America), commedia veicolo sia per il regista sia per Eddie Murphy, re della commedia passato all’action con la saga di Beverly Hills Cop. 


Gli anni Novanta

Nel 1991 le strade di Landis e Michael Jackson si incrociano ancora per il videoclip di Black or White.
Nello stesso anno dirige Oscar: un marito per due figlie, (Oscar) commedia degli equivoci - con Sylvester Stallone, Ornella Muti, Don Ameche, Tim Curry, Vincent Spano e Marisa Tomei - omaggio alla slapstick comedy degli anni Trenta.
Il resto del decennio trascorre senza grandi scossoni creativi. Nel 1992 il regista ritorna all’horror-comedy con Amore all’ultimo morso (Innocent Blood), mentre nel 1994 riforma l’accoppiata - questa volta non vincente - con Eddie Murphy per il terzo capitolo della saga di dedicata ad Alex Foley in Un piedipiatti a Beverly Hills 3 (Beverly Hills Cop 3). 
Nel 1998, dopo il flop di Delitto imperfetto (Susan’s Plan) - pellicola che non lascia nulla al mondo del cinema se non la nomination al Razzie Award per il Peggior Regista -, diciotto anni dopo il successo planetario di The Blues Brothers, Landis riporta sullo schermo le gesta di Elwood Blues, “orfano” del fratello Jake, per Blues Brothers - Il mito continua (Blues Brothers 2000) pellicola che, nonostante l’assenza tangibile di John Belushi, è accolta in modo più che benevolo da pubblico e critica. 

Oggi

Con il nuovo millennio, purtroppo, Landis non è riuscito ricatturare la verve caratteristica dei primi film, preferendo invece dedicarsi alla produzione e alla regia di serie televisive come Psych, Masters of Horror, e Fear Itself, e di documentari come Slasher, American Horror e Mr. Warmth: The Don Rickles Project. 
Nel 2010, dopo oltre dieci anni di latitanza dal grande schermo, è tornato dietro la macchina da presa per dirigere la black comedy Burke e Hare - Ladri di cadaveri (Burke & Hare), gioiellino di rara bellezza che si rifà sia alla tradizione gotica Universal degli anni Trenta sia a quella anglossassone della Amicus Productions, avvalendosi, inoltre, dei camei particolarmente gustosi di Christopher Lee e Tim Curry.

L’antefatto storico

Tra il 1827 e il 1828, sessant’anni prima che la Londra vittoriana fosse flagellata dalla scia di sangue di Jack lo Squartatore, Edimburgo fu afflitta da una coppia di assassini che, nascondendosi all’ombra della ricerca scientifica, mieterono tra le tredici e le trenta vittime. 
Esuli irlandesi trasferitisi in Scozia nel 1818 per lavorare come manovali, William Burke e William Hare iniziarono la loro carriera di killer nel novembre del 1827 quando Old Donald, anziano e malato vicino di stanza dei due, morì. Contrariato dalla scomparsa dell’uomo che gli doveva 4 sterline, Hare decise di sostituire il cadavere all’interno della bara con del legno di egual peso e di vendere la salma al Dottor Robert Knox che l’acquistò per 7 sterline e 10 scellini. Bisogna sapere che, in quegli anni, era d’uso trafugare cadaveri dai cimiteri per poi rivenderli alle Facoltà di Medicina. A causa della grande concorrenza che si era sviluppata tra le diverse Scuole di Medicina, Burke e Hare intuirono che quello sarebbe potuto essere il modo giusto per diventare ricchi. Diedero pertanto il via alla loro triste e truce carriera di trafugatori di cadaveri, ma, ben presto, spinti dalla sete di denaro, i due non si accontentarono più di rifornirsi ai camposanti, decidendo di passare alla macellazione di carne fresca. Aiutati da Helen McDougal e Maggie Lard, che adescavano vittime “promettenti,” i due si sbarazzavano dei loro fornitori strangolandoli, per non rovinare la merce. Approvvigionando un cadavere al mese al prezzo di 8 sterline e 14 scellini, divennero sempre più avidi fino a quando non commisero l’errore che fu loro fatale: nel novembre 1828 uccisero Margaret Docherty, destando però i sospetti di una coppia di vicini che li denunciarono alle autorità. Testimoniando contro Burke ed Helen McDougal, Maggie Laird e Hare ottennero l’impunità. Il giorno del processo, i due furono accusati dell’omicidio volontario di Mary Patterson, James Wilson e Margaret Docherty. Helen fu prosciolta dalle accuse, mentre Burke fu condannato a morte e il 27 gennaio 1829 fu impiccato. Ciò che resta del suo corpo, donato alla University Medical School di Edimburgo per essere studiato, è ora conservato presso il Museo di Anatomia di Edimburgo. Scampato alla condanna, Hare fuggì a Londra. Il dottor Knox, invece, fu bandito dalla capitale scozzese. 

Trama 

Racchiusa all’interno di una cornice - attraverso la quale il boia (Bill Bailey) apre e chiude la storia rivolgendosi direttamente allo spettatore - questa commedia nera segue le avventure di William Burke (Simon Pegg) e William Hare (Andy Serkis), due simpatici malandrini che, come accadde nella realtà, non si fanno troppi problemi nell’assassinare vittime innocenti a scopo di lucro. Intercalando questa vicenda biografica noir con numerose citazioni colte - come, per esempio, la presenza di William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge o il Macbeth, allestito da un cast di sole donne, sotto la guida di Ginny Hawkins (Isla Fisher) -, il film, in realtà, mette in scena ciò che secondo lo stesso Landis è una commedia romantica o meglio, una commedia pura e dura. Nell’intervista di Cristina Piccino del 24 febbraio 2011, apparsa su Il Manifesto, il regista ha infatti dichiarato: ‹‹Mi è piaciuta l’idea di raccontare una storia vera, quella di due irlandesi senza il becco d’un centesimo, che cominciano a intascare qualcosa fornendo ai medici di Edimburgo i cadaveri rubati al cimitero per le loro autopsie e esperimenti. Dal furto si passerà alle uccisioni, alla fine Burke e Hare da ladri di cadaveri si ritroveranno colpevoli della morte di sedici persone. Edimburgo allora aveva 120mila abitanti, per il giorno dell’impiccagione in piazza ce n’erano quasi la metà. Quel fatto si sarebbe prestato a una interpretazione in puro stile horror. I miei due delinquenti invece sono malvagi, ma anche un po’ simpatici.››

John Landis e la televisione

Da sempre affascinato dalla televisione, Landis ha spesso tributato onori a questo medium. Alcuni film in cui ciò è più palese sono Ridere per ridere e Donne amazzoni sulla luna (1987, Amazon Women on the Moon), veri e propri hommage al mezzo. Inoltre, ha speso parecchie energie come produttore esecutivo e, spesso, regista di serie TV come Dream On (1990), Weird Science (1994), Sliders (1995), Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi: la serie (Honey, I Shrunk the Kids: The TV Show) (1997), Campus Cops (1995), Sir Arthur Conan Doyle's The Lost World (1998), e Masters of Horror (2005-2006). Ha inoltre diretto spot pubblicitari per DirecTV, Taco Bell, Coca Cola, Pepsi, Kellogg's, e Disney.

Qualche curiosità 
See You Next Wednesday

Uno dei marchi di fabbrica di Landis consiste nell’inserire nelle sue pellicole riferimenti a un film inesistente intitolato See you Next Wednesday.  In realtà, questa frase è un hommage derivato dalla scena di 2001: Odissea nello spazio (1968, Stanley Kubrick) in cui Dave Bowman (Keir Dullea), protagonista della pellicola, riceve, prima di partire, gli auguri di compleanno da parte dei genitori. Sarà l’ultima comunicazione con la Terra prima che tutti i contatti vengano interrotti.   
See you Next Wednesday si ritrova praticamente in ogni pellicola di Landis: in Slok è un poster all’ingresso di un cinema e il titolo della canzone composta dallo stesso regista; in Ridere per ridere è il titolo di un film “Feel-o-Rama;” in Animal House è presente solo nello special del dvd tra le scene tagliate durante la fase finale del montaggio; in The Blues Brothers è un poster pubblicitario - tra i nomi compare quello di Carl LaFong, il personaggio interpretato da Landis nel film; in Un lupo mannaro americano a Londra è presente sia come titolo di un film porno trasmesso in un cinema di Piccadilly Circus sia nella metropolitana di Londra. Inoltre, tra i titoli di coda della pellicola i nomi degli attori di “See you Next Wednesday Cast” sono accreditati su una lista separata; in Una poltrona per due è un poster nella casa di Jamie Lee Curtis; in Thriller è citato poco prima che Michael Jackson esca dalla sala cinematografica in cui si trova per raggiungere la fidanzata - «It's written in blood!» «What does it say?» «See You Next Wednesday!»; in Tutto in una notte compare sotto forma di poster nell’ufficio del produttore ove Michelle Pfeiffer e Jeff Goldblum fanno una telefonata; in Spie come noi è un poster di reclutamento nell’ufficio del comandante che fa una ramanzina a Chevy Chase e Dan Aykroyd - questa è la prima volta che la frase non è riferita a un film; ne Il principe cerca moglie è una locandina cinematografica nella stazione della metropolitana dove la fidanzata di Eddie Murphy gli restituisce gli orecchini ricevuti in dono; in Amore all’ultimo morso è un padiglione di fronte al bar Melody Lounge; in The Stupids è sul retro di un autobus; nella puntata pilota della serie Dream On la frase è presente nell’episodio intitolato The Trojan War, scritta su una lavagna all’interno di un delicatessen; in Oscar - Un fidanzato per due figlie, il Tenente Toomey telefona ai due uomini che spiano Provolone dalla casa antistante; fuori dalla finestra, alle spalle dell’uomo che telefona, si vede l’insegna di un cinema sulla quale appare la parte della frase. Infine, in  Blues Brothers - Il mito continua la frase è stata tagliata in fase di montaggio.

Immagini d’archivio degli attori

Alla fine dei film di Landis - prima dei titoli di coda o mentre questi scorrono - sono spesso visibili alcuni spezzoni in cui compaiono gli attori e i loro nomi. Di solito, si tratta di brevi clip estratte dal film.
La prima pellicola in cui Landis ha utilizzato questa tecnica fu Animal House. Non è invece stata usata in Slok, Ridere per ridere, Un lupo mannaro americano a Londra, I tre amigos! e Un piedipiatti a Beverly Hills 3. 

Camei 

In quasi tutti i suoi film, Landis si avvale di camei di registi famosi. Frank Oz è quello che compare più spesso; lo si può infatti vedere in The Blues Brothers, Un lupo mannaro americano a Londra, Una poltrona per due,  Spie come noi, Amore all’ultimo morso, Blues Brothers - Il mito continua. Altri registi comparsi nelle pellicole di Landis sono stati in Spie come noi: Frank Oz, Terry Gilliam, Costa-Gavras, Joel Coen, Sam Raimi, Michael Apted, Larry Cohen; in Tutto in una notte: Roger Vadim, Paul Mazursky, Lawrence Kasdan, Jim Henson, Jonathan Demme, Sam Raimi e David Cronenberg; Dario Argento in Amore all’ultimo morso; Steven Spielberg in The Blues Brothers; George Lucas in Un piedipiatti a Beverly Hills 3. 
Altri camei importanti sono quelli del mago degli effetti speciali Ray Harryhausen in Spie come noi, di Rick Baker in Tutto in una notte e di Tom Savini in Amore all’ultimo morso.

Rottura della quarta parete

La quarta parete è quel muro immaginario dietro al quale si trovano gli spettatori di un film o di una rappresentazione teatrale. È buona norma che gli attori non rompano questa convenzione per evitare che la finzione filmica sia disvelata. In realtà, John Landis sembra quasi divertirsi nel sovvertire questa regola. Ciò appare chiaramente in Animal House quando John “Bluto” Belushi, aggrottato un sopracciglio, si rivolge verso la telecamera prima di sbirciare alla finestra della sede della sorellanza. In Una poltrona per due, Eddie Murphy lancia uno sguardo verso il pubblico mentre i fratelli Duke gli spiegano come funziona il mercato azionario. In Un lupo mannaro Americano a Londra, durante la sua prima trasformazione, David guarda in camera per un istante. Ne Il principe cerca moglie, Eddie Murphy solleva lo sguardo verso la macchina da presa quando vede che la sua promessa esegue l’ordine di comportarsi come un animale. 

Riferimenti a vecchi film trasmessi in televisione

In parecchie scene dei film di Landis, gli attori fanno qualcosa mentre sul piccolo schermo scorrono le immagini di vecchi film o cartoni animati. In Una poltrona per due vediamo le immagini di Viale del tramonto (Sunset Boulevard, 1950, Billy Wilder); in Tutto in una notte vediamo Il cervello di Frankenstein (Abbott and Costello Meet Frankenstein, 1948, Charles Barton); in Spie come noi vediamo Il collegio si diverte (She’s Working Her Way to College, 1952, H. Bruce Humberstone); in Amore all’ultimo morso, vediamo Il mostro della Rue Morgue (Phantom of the Rue Morgue, 1954, Roy Del Ruth).

Filmografia come regista: 

Slok (Schlock ) (1973)
Ridere per ridere (The Kentucky Fried Movie) (1977)
Animal House (National Lampoon's Animal House) (1978)
The Blues Brothers (The Blues Brothers) (1980)
Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London) (1981)
Coming Soon (1982), documentario
Una poltrona per due (Trading Places) (1983)
Ai confini della realtà (Twilight Zone: The Movie) (1983), prologo ed episodio 1
Thriller (1983), video musicale di Michael Jackson
B.B. King Into the Night (1985), documentario corto
Disneyland’s 30th Anniversary Celebration (1985), documentario per la televisione
Tutto in una notte (Into the Night) (1985)
George Burns Comedy Week (1985), serie TV, episodio Disaster at Buzz Creek 
Spie come noi (Spies Like Us) (1985)
I tre amigos! (¡Three Amigos!) (1986)
Donne amazzoni sulla luna (Amazon Women on the Moon) (1987), (episodi Mondo Condo; Hospital; Blacks Without Souls; Don 'No Soul' Simmons e Video Date), regia di John Landis, Joe Dante, Carl Gottlieb, Peter Horton, Robert K. Weiss
Il principe cerca moglie (Coming to America) (1988)
Disneyland (1990), serie TV
Disneyland’s 35th Anniversary Special (1990), documentario per la televisione
Oscar - Un fidanzato per due figlie (Oscar) (1991)
Black or White (1991), video musicale di Michael Jackson
Amore all’ultimo morso (Innocent Blood) (1992)
Dangerous: The Short Films (1993), raccolta di video musicali di Michael Jackson: Black or White
Un piedipiatti a Beverly Hills 3 (Beverly Hills Cop 3) (1994)
Michael Jackson: Video Greatest Hits – HIStory (1995), raccolta di video musicali di Michael Jackson: Thriller e Black or White
Dream On (1990-1995), serie TV. Episodi: The First Episode; The Second Greatest Story Ever Told; Nightmare on Bleecker Street; Come and Knock on Our Door; It Came from Beneath the Sink; Oral Sex, Lies and Videotapes; Martin Tupper in ‘Magnum Farce;’ Little Orphan Eddie
The Stupids (1996)
Michael Jackson: HIStory on Film - Volume II (1997), documentario. Thriller, video di Michael Jackson
Blues Brothers - Il mito continua (Blues Brothers 2000) (1998) 
Delitto Imperfetto (Susan’s Plan) (1998)
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi: La serie (Honey, I Shrunk the Kids: The TV Show) (1997-2000), serie TV. Episodio Honey, Name That Tune
The Kronenberg Chronicles (2002), film TV
Michael Jackson: Number Ones (2003), raccolta di video musicali di Michael Jackson: Thriller e Black or White
Slasher (2004), documentario per la televisione
The Great Sketch Experiment (2006), cortometraggio
Masters of Horror (2005-2006), serie TV. Episodi: Leggenda assassina (Deer Woman) e Family (Family)
Mr. Warmth: The Don Rickles Project (2007), documentario
Fear Itself (2008), serie TV. Episodio In Sickness and In Health
Psych (2007-2008), serie TV. Episodi Scary Sherry: Bianca’s Toast (2007); American Duos (2007); Christmas Joy (2008)
Ladri di cadaveri - Burke & Hare (Burke and Hare) (2010) 
Franklin & Bash (2012), serie TV. Episodio Voir Dire


4 commenti:

  1. Esauriente, interessante e ben fatta presentazione di un regista icona del cinema. Brava Selene.
    Antonio

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    1. Grazie Antonio, d'altronde è lo stesso Landis a essere interessante!

      Selene

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  2. Non amo questo tipo di film, ma brava per il tuo impegno e, per come hai scritto.
    Delia

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    Risposte
    1. Grazie Delia, son contenta che anche una non appassionata apprezzi!

      Selene

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