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mercoledì 3 febbraio 2016

"A testa in giù", di Elena Mearini

(a cura di Mimma Zuffi)

Morellini editore - Collana Varianti
www.morellinieditore.it.
pagg. 128 - € 9,90

SEGNALATO DALLA GIURIA DEL PREMIO CAMPIELLO 2015


“Non basta una buona trama a fare un libro, serve soprattutto il rispetto per le parole, bisogna saperle maneggiare con cura, altrimenti ti si rivoltano contro fino a sciupare la storia che avresti tanto voluto raccontare. Questo è il talento manifesto di Elena Mearini, la sua istintiva capacità di scegliere le parole giuste per dire, raccontare, immaginare (...) L’utile di questo libro, che ad alcuni potrà risultare necessario, risiede proprio nelle parole, come accade nella poesia, quando è davvero poesia”. 
Dalla prefazione di Elisabetta Bucciarelli.

Una storia di grande poesia alla “Harold e Maude”, il celebre film di Hal Ashby (1971).

La signora Maria è più brava di tutti quanti i dottori dell’Istituto messi assieme. Dovrebbe starci lei, dietro la scrivania di ciliegio e pelle verde, a compilare ricette per la cura di noi altri picchiati in testa.
 Infuso di erba matta al posto del Seropram. Pane e salame invece che il Lexotan.
Sì, perché alla mia malattia hanno sempre attribuito nomi con il suono della latta, un rumore vuoto e magro, che alla carne non è mai andato a genio.
Autismo ad alto funzionamento. Nevrosi ossessiva. Disturbo della personalità.
Tutte definizioni stonate al corpo, capaci solo di stordire il sangue. Che appena il dottore le pronunciava, a me partiva il capogiro alle vene e la vista doppia al cuore. La verità aveva i contorni rotti, era informe e fuori fuoco. Il dottore si sbagliava, e il mio cuore vedeva l’errore. 

Gioele è un ragazzo che vive in un mondo tutto suo, fatto di emozioni e fantasia. Si entusiasma per il colore giallo, o per il rombo di un motore. Ma questo suo “essere speciale” non trova spazio nella realtà.


Gioele viene ricoverato in un istituto che cura il disagio mentale, e lì resta fino a quando sul suo cammino irrompe Maria, una donna anziana, ricca di cuore e saggezza contadina.
I due intraprendono un viaggio visionario, zigzagando per le strade della Lombardia a bordo di un curioso Maggiolone giallo. Saranno i ricordi di Maria e le avventure di un tempo che fu a condurre Gioele fuori dal guscio di chi si sente diverso e lontano da tutti. Piano piano, come briciole di pane sparse, le parole di Maria indicheranno la strada di una rinascita.
Una storia alla Harold e Maude, un incontro tra generazioni, storie e temperamenti lontanissimi tra loro, che finiranno per regalare a entrambi i protagonisti uno sguardo nuovo sulla vita.

Elena Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano.
Dopo aver lavorato per diversi anni per una compagnia che si occupa di teatro ragazzi, conosce  la realtà del disagio occupandosi di laboratori incarceri e comunità.
Nel 2009 esce il suo primo romanzo, 360 gradi di rabbia, edito da Excelsior 1881 (premio Gaia Mancini), nel 2011 pubblica per Perdisa pop il romanzo Undicesimo comandamento (premio Gaia Mancini, Premio Unicam - Università di Camerino, finalista al Premio Maria Teresa di Lascia, vincitore Premio Perelà 2013).
Ha inoltre pubblicato le sillogi Dilemma di una bottiglia (Forme libere Edizioni, 2013) e Per silenzio e voce (Marco Saya editore, 2014) e ha partecipato alla raccolta Siria, scatti e parole (Miraggi edizioni, 2014.

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