di Alessia Ghisi Migliari
Ovvero le persone con ritardo mentale o autismo che mostrano eccezionali talenti in alcuni campi, dalla musica alla matematica
"Rain Man" non era solo un film, era una realtà, anche se nel vero il nome del protagonista rappresentato nella pellicola era Kim Peek, un autistico morto qualche anno fa, un uomo che aveva un'isola di doti straordinarie, un'isola che emergeva dalla sua situazione difficile.
Ma, soprattutto, guardate
l'immagine qui presente, guardate quel cavallo: direste che l'ha fatto una
bambina in età prescolare? Stiamo parlando di persone che hanno quella che si
definisce la "sindrome del savant": casi in cui individui con ritardo
mentale (spesso autistici) mostrano sprazzi di talento, di un'intensità tale
che la media della popolazione non conoscerà mai; talenti la cui tipologia è
piuttosto ristretta, trattandosi quasi sempre di abilità musicali, di una
formidabile capacità di calcolo e memorizzazione, della capacità di collocare
date del calendario, piuttosto che della tendenza ad avere particolare maestria
in alcune forme d'arte come la scultura o il disegno.
'Rain Man' non
era solo un film, era una realtà, anche se nel vero il nome del protagonista
rappresentato nella pellicola era Kim
Peek, un autistico morto un paio d'anni or sono, un uomo che aveva un'isola
di doti straordinarie, un'isola che emergeva dalla sua situazione difficile.
E c'è per esempio
Stephen Wiltshire, un giovane che
dopo esser stato accompagnato a sorvolare Roma la ridisegna con sconvolgente
precisione a memoria, come se avesse una fotografia innanzi a sé. E ancora:
Leslie Lempke che inizia
quattordicenne a suonare Tchaikovsky senza aver mai seguito una lezione di
pianoforte lui, cieco e con una serie di importanti disabilità cerebrali,
ricrea lo splendore di non facili note.
C'è anche chi questa eccezionale destrezza non l'ha dalla
nascita, ma se la ritrova magari dopo una pessima esperienza, come
quell'americano che in seguito a un'agressione che gli costa un trauma cranico
inizia a disegnare frattali, vivendo un'ossessione geometrica che prima non
aveva.
Ma, soprattutto, guardate l'immagine qui presente, guardate
quel cavallo: direste che l'ha fatto una bambina in età prescolare? Perché Nadia, una giovanissima autistica, ha
iniziato a prendere in mano la matita a tre anni e a riproporre in maniera
ripetitiva e con precisione impressionante cavalli, con un senso della
prospettiva che molti non hanno nemmeno da adulti - una pittrice
rinascimentale che nel suo cosmo di disagio spicca per questa sua attitudine
che a noi pare incredibile; una piccola che però, guarda il caso, crescendo,
man mano che fortunatamente la sua sintamologia migliora e la sua competenza
nell'interagire aumenta, inizia a smarrire un poco questa sua strabiliante
dote.
Stiamo parlando di persone che hanno quella che si
definisce la 'sindrome del savant' - savant, che significa sapiente. Le prime
osservazioni in merito risalgono al XVIII secolo, ma è nel 1887 che J.L. Down
(sì, quello che ha dato il nome alla sindrome di Down) definisce l' idiot savant, l'idiota sapiente, che
può oggi sembrare in termine offensivo (e infatti preferiamo 'sindrome del
savant'), ma che delinea la situazione di cui stiamo parlando: casi in cui individui con ritardo mentale
(spesso autistici) mostrano sprazzi di talento, di una intensità tale che la
media della popolazione non conoscerà mai; talenti la cui tipologia è
piuttosto ristretta, trattandosi quasi sempre di abilità musicali, di una
formidabile capacità di calcolo e memorizzazione, della capacità di collocare
date del calendario (che giorno era il...), piuttosto che della tendenza ad
avere particolare maestria in alcune forme d'arte come la scultura o il
disegno. Sovente si tratta di abilità
meccaniche, molto più raro che si abbiano inusuali propensioni linguistiche;
talvolta vi è anche un'ipersensibilità percettiva, che ha che fare con la
visione, il tatto, gli odori. Certo, come precedentemente scritto, la
sindrome del savant può comparire anche
durante il corso della vita a seguito di traumi e in qualche sparuto caso senza
la presenza di ritardo mentale, ma il più delle volte è già lì alla nascita,
e si è riscontrata persino in gemelli omozigoti. I dati sanciscono che il 50% dei savant sono autistici, e, per contro,
il 10% degli autistici sono savant. Inoltre, sappiamo che questa sindrome,
così come per l'autismo, coinvolge molto di più gli uomini che le donne, con
una proporizione di 6 a 1.
(pubblicato con l'autorizzazione dell'autore e di agmpsiche.com)
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