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martedì 27 febbraio 2024

Costretti all’esilio, di di Nevia Mitton

 (a cura di Mimma Zuffi)                                    

Mursia - pagg. 176, Euro 17,00



                                                       GIORNO DEL RICORDO:

 IN LIBRERIA

“Costretti all’esilio”

Memorie di una bambina istriana

LA TESTIMONIANZA DI NEVIA MITTON

COSTRETTA ALL’ESODO A SOLI 6 ANNI

 

GIORNO DEL RICORDO – In libreria la toccante testimonianza di Nevia Mitton “Costretti all’esilio. Memorie di una bambina istriana  che fu costretta all’esodo con la sua famiglia, a soli 6 anni.

«Era buio quando il carro si mosse. Il viaggio verso la frontiera con l’Italia si svolse di notte. Mi chiedo se i miei genitori avessero scelto di partire a quell’ora tarda per non dover imprimere nella memoria la visione dolorosa del paese che si allontanava per sempre!»


La nostalgia è un sentimento viscerale. Prima di toccare l’animo, ti prende il corpo. È come un mancamento: a volte basta una parola, il nome di un luogo che hai sentito proferire tante volte da tuo padre. Questo è il sentimento che pervade il racconto di Nevia Mitton che, sul filo complesso e misterioso della memoria, talvolta in toni drammatici e in altri più teneri, narra la sua vicenda di profuga istriana, dall’abbandono del borgo natio alla permanenza nei campi profughi. Incrociando vicende famigliari e storiche, evoca i momenti difficili vissuti in Istria e l’esodo dalla terra amata ormai non più italiana. Per i poveri esuli il piccolo borgo diventa il pensiero primo delle loro esistenze.

L’autrice conclude la narrazione ricordando chi ancora oggi subisce il suo stesso destino. Qui sovvengono le parole del grande Esule fiorentino: «Come legno sanza vela e sanza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade».

Nevia Mitton sarà impegnata in un tour di presentazioni per contribuire, con la sua testimonianza, a mantenere vivo il ricordo sull’esodo giuliano-dalmata.

Come scrive l’autrice nella prefazione: «Chi ha vissuto un doloroso esodo difficilmente vuole raccontare di sé. Il trauma del distacco dalla propria casa, la lunga permanenza nei campi profughi, la difficile ricerca di una nuova esistenza dignitosa segnano l’animo fin nel profondo. Per tanti anni noi profughi abbiamo conservato i nostri più segreti sentimenti. Solo in tempi recenti qualcuno ha cominciato a raccontare. »

Nevia Mitton (Valle d’Istria, 1946) dopo la fine della Seconda guerra mondiale è costretta, con i famigliari, a lasciare la sua terra, ormai slava, per rifugiarsi in Italia. Trascorre la prima infanzia nei Centri di Raccolta Profughi per approdare, nel 1956, a Torino dove si stabilirà. Lavora negli uffici della FIAT Trattori a Stupinigi sino al 1973 per trasferirsi a Monopoli (Bari). Lavorerà, sino al pensionamento, come direttrice amministrativa nella scuola pubblica della stessa città dove vive con il marito. 


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