!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

lunedì 10 ottobre 2022

LA CAMERA OSCURA DI DAMOCLE, di Willem Frederik HERMANS

(a cura di Mimma Zuffi)
Iperborea - pagg. 448 - € 19,50
 Considerato un capolavoro della narrativa olandese del Novecento, La camera oscura di Damocle è un thriller potente, che si nutre del baratro esistenziale e morale in cui è gettato un paese in guerra.

Viso sproporzionato e glabro, vocetta acuta, statura appena troppo bassa per l’arruolamento nell’esercito, poca istruzione, la madre folle a carico che qualche anno prima gli ha ammazzato il padre e una tabaccheria che, in una cittadina di provincia, gestisce insieme alla moglie-cugina di sette anni più grande di lui: questo è il ritratto del giovane Osewoudt quando, nel maggio 1940, i nazisti occupano l’Olanda. 


A sconvolgere la sua grigia esistenza è l’arrivo nel negozio del misterioso Dorbeck, un ufficiale olandese uguale a lui «come il negativo di una foto è uguale al positivo», o come «un budino riuscito bene» somiglia a «un budino malriuscito». Incaricando Osewoudt di sviluppare un rullino fotografico, Dorbeck lo ingaggia di fatto nella resistenza e da questo momento in poi, a più riprese, compare e scompare nel nulla lasciandogli missioni importanti e drammatiche. Osewoudt, accompagnato dalla sua Leica, ubbidisce con una caparbietà pari all’incomprensione delle proprie azioni sanguinarie. È l’inizio di un vortice di travestimenti e cambi d’identità che confonde amici e nemici, traditori e traditi, buoni e cattivi, fino al caos morale dell’immediato dopoguerra, quando si cercherà di far tornare conti che non tornano. Capolavoro di uno dei massimi scrittori olandesi, La camera oscura di Damocle (1958) è un romanzo sulla condizione umana in forma di grande thriller, in cui il realismo minuzioso, che fino all’ultimo si ostina a proporre topografie precise e descrizioni accurate dei gesti, sembra spogliarsi man mano della sua pretesa di oggettività per farsi ambiguo e vano come una fotografia tutta nera.

Willem Frederik Hermans (1921-1995) Narratore, poeta e saggista, oltre che professore di geografia all'Università di Groninga per quasi quindici anni, è stato uno degli autori olandesi più prolifici e versatili del XX secolo. Nel 1977 gli è stato assegnato il Prijs der Nederlandse Letteren, uno dei premi più prestigiosi per la letteratura in lingua nederlandese. Dei suoi libri, tradotti in tutto il mondo, in Italia è stato pubblicato il romanzo Alla fine del sonno (Adelphi 2014), uscito nei Paesi Bassi nel 1966. 


Nessun commento:

Posta un commento