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mercoledì 10 febbraio 2021

UNA BAMBINA AD AUSCHWITZ, A cura di Mario Bernardi, di Arianna Szörényi

(a cura di Mimma Zuffi)

Mursia - pagg.  134 (testo: 118 + inserto: 1/16), € 13,00


«Perché solo ora, a quasi ottant’anni, ho deciso di pubblicare queste pagine che da decenni giacciono in un cassetto? Affinché una voce in più, quella di una bambina deportata a undici anni, si unisca alle tante che con le loro sofferte memorie vogliono contrastare chi osa, mentre alcuni dei sopravvissuti sono ancora in vita, minimizzare, addirittura negare, quanto accaduto. Chi alzerà la propria voce indignata, offesa, quando fra non molto non ci sarà più alcun testimone?»



 


Dopo una vita trascorsa senza mai sottrarsi al dovere morale di testimoniare, Arianna Szörényi decide di pubblicare il suo diario della deportazione, scritto dopo la liberazione dal lager di Bergen-Belsen, dove la sua voce di bambina urla la propria sofferenza con una semplicità e un’ingenuità disarmanti. In ogni riga il lettore sentirà l’eco del pianto e della disperazione dei suoi famigliari. Rivedrà le mani bianche del padre e gli occhi socchiusi della madre che la stringeva a sé cercando di proteggere la sua creatura più piccola, e i volti degli altri fratelli che cercavano un abbraccio fra tutti, senza avere tregua nell’incessante allucinazione di quel viaggio di cui non si conosceva la meta.

 

Arianna Szörényi è nata a Fiume nel 1933 da papà ungherese e madre triestina. Sfollata a San Daniele del Friuli, viene arrestata nel giugno del 1944 con tutta la famiglia e deportata nella risiera di San Sabba. Trasferita ad Auschwitz-Birkenau, sopravvissuta alla marcia della morte, arriva al campo di Ravensbrück e da lì a Bergen-Belsen, dove viene liberata nell’aprile del 1945 dagli Alleati.

 

 

 



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