Longanesi - pagg. 352 - € 18,60
«Non mi aspetto che tu lo
sappia, ma a Verona c’è uno dei pochi centri italiani di Paleopatologia e
l’altro giorno un’amica mi ha detto che è stato bandito un assegno di ricerca
per un anno.»
Per prima cosa ho dovuto
capire cos’è la paleopatologia.
È un po’ come la medicina
applicata all’archeologia, si studiano le malattie del passato a partire dai
resti umani. Mummie, roba cosı`.
«Non penso che tu sia
nella posizione di andare tanto per il sottile» ha commentato Antonietta quando
ho osato dire che non era la mia massima aspirazione. Anzi, in tutta onestà, la
mia è una vera e propria repulsione, ma me la devo far passare.
Il concorso si basava su
una selezione per titoli, non ho nemmeno dovuto studiare o presentarmi per un
colloquio. Una pacchia insomma, e infatti non l’ho vinto io. C’era un solo
posto a disposizione e io sono arrivata seconda in graduatoria. Su quanti? Su
due, naturalmente.
Stando ai risultati
ufficiali, la vincitrice era una ragazza di nome Diana, che però poi ha
rifiutato – buon per lei, si vede che aveva di meglio da fare – ed è stato così
che, con un balzo, da ultima sono diventata prima.
Ventinovenne, madre single di
una bambina di tre anni, alle prese con un nuovo lavoro che non la affascina,
un amore lontano e complicato e tanti misteri su cui fare luce: Costanza
Macallè è la protagonista della nuova serie di Alessia Gazzola, una ragazza
sognatrice e un po’ goffa nella quale è impossibile non identificarsi.
Verona non è la mia città. E la
paleopatologia non è il mio mestiere.
Eppure, eccomi qua. Com’è
potuto succedere, proprio a me?
Mi chiamo Costanza Macallè e
sull’aereo che mi sta portando dalla Sicilia alla città del Veneto dove già
abita mia sorella, Antonietta, non viaggio da sola. Con me c’è l’essere cui
tengo di più al mondo, sedici chili di delizia e tormento che rispondono al
nome di Flora. Mia figlia è tutto il mio mondo, anche perché siamo soltanto io
e lei… Lo so, lo so, ma è una storia complicata.
Comunque, ce la posso fare: in
fondo, devo resistere soltanto un anno. È questa la durata del contratto con
l’istituto di Paleopatologia di Verona, e io – che mi sono specializzata in
Anatomia patologica e tutto volevo fare tranne che dissotterrare vecchie ossa,
spidocchiare antiche trecce e analizzare resti centenari – mi devo adattare, in
attesa di trovare il lavoro dei sogni in Inghilterra.
Ma, come sempre, la vita ha
altri programmi per me. Così, mentre cerco di ambientarmi in questo nebbioso e
gelido inverno veronese, devo anche rassegnarmi al fatto che ci sono delle
scelte che ho rimandato per troppo tempo. Ed è giunto il momento di farle.
In fondo, che ci vuole? È
questione di coraggio, è questione di intraprendenza… E, me lo dico sempre, è
questione di Costanza.
ALESSIA GAZZOLA, medico chirurgo specialista in medicina legale, ha
esordito nella narrativa con L’allieva (Longanesi, 2011), cui sono
seguiti Un segreto non è per sempre (2012), Sindrome da cuore in
sospeso (2012), Le ossa della principessa (2014), Una lunga
estate crudele (2015), Non è la fine del mondo (2016), Un po’ di
follia in primavera (2016), Arabesque (2017) e Il ladro
gentiluomo (2018), vincitore del premio Bancarella 2019. Oltre alla serie
de L’allieva, è anche autrice di Non è la fine del mondo (Feltrinelli,
2016) e Lena e la tempesta (Garzanti, 2019).
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