Di Annalisa Petrella
«Mi piacciono moltissimo i libri
usati che si aprono alla pagina che l'ignoto proprietario precedente apriva più
spesso»
Premessa
Un piccolo libro di
120 pagine raccoglie la corrispondenza intrattenuta per vent'anni (1949 -1969) dalla
scrittrice Helene Hanff, che abitava a New York, con la libreria Marks & Co. di Londra, specializzata
in libri antichi.
L’epistolario, che racchiude e compendia
due mondi apparentemente incompatibili, come la vecchia Inghilterra e il nuovo
mondo, diventa un viaggio emozionante alla riscoperta del calore perduto tra le
vecchie pagine dove i segni tangibili lasciati qua e là da chi li ha posseduti,
o letti prima, aggiungono una preziosità che li rende unici. «Amo le dediche sulla prima pagina e le note a
margine, mi piace il sentimento fraterno che si prova sfogliando pagine che
qualcun altro ha già sfogliato, leggendo passaggi che qualcun altro, magari da
tempo scomparso, ha voluto segnalare alla mia attenzione.»
La storia
Il
racconto è povero di eventi, ma ricchissimo di emozioni e di suggestioni
letterarie.
Tutto comincia il 5 ottobre del 1949 a New York dove Helene Hanff, approdata da Philadelphia una decina d’anni prima con il sogno di
scrivere testi per il teatro, si arrabatta per sopravvivere con la sua macchina
da scrivere tra lavoretti saltuari di scrittura in un piccolo e sgangherato
appartamento colmo di libri sulla 95esima Strada. La donna coltiva da
autodidatta una passione sconfinata per la letteratura inglese, risvegliata dalla
lettura della monumentale antologia di poesia di Arthur Quiller-Couch, “The Oxford Book of English Verse”, ed è sempre alla
ricerca di libri di seconda mano per approfondire lo studio dei classici
inglesi. L’inserzione sul Saturday Review of Literature della pubblicità
di Marks & Co., libreria antiquaria londinese, specializzata in
volumi rari e di seconda mano, al
numero 84 di Charing
Cross Road, la spinge a scrivere la prima lettera:
Gentili signori,
leggo dalla vostra inserzione sul
«Saturday Review of Literature» che siete specializzati in libri fuori stampa,
l’intestazione «librai antiquari» mi spaventa un poco, perché per me «antico»
equivale a dispendioso. Sono una scrittrice
senza soldi che ama i libri d’antiquariato, ma da queste parti è impossibile
reperire le opere che desidererei avere se non in edizioni molto costose e
rare, o in copie scolastiche, sudicie e scribacchiate, della libreria Barnes
& Noble. Allego un elenco delle mie necessità più pressanti. Se aveste
qualche copia usata decente di uno qualsiasi dei libri in elenco a non più di
$5.00 l’uno, vi prego di considerare questa mia un ordine d’acquisto e di
inviarmeli.
Con i più cordiali saluti
Helene Hanff
Benjamin Marks e Mark Cohen avevano aperto la libreria
all’inizio degli anni ’20, nel 1924
avevano assunto il “giovane Frank”, Frank Percy Doel, un ragazzo di sedici anni
che, dopo una lunga gavetta, aveva acquisito una grande competenza ed era
diventato il responsabile degli acquisti; nel ’49 il negozio godeva ormai di una solida reputazione,
tanto da annoverare tra i suoi clienti personaggi illustri come George Bernard Shaw e Charlie Chaplin.
La lettera di Helene Hanff, arrivata sulla scrivania
di Frank Doel, aprì nella sua vita e in quella degli altri impiegati un lungo
capitolo di corrispondenza tra due realtà lontane e una storia straordinaria: da
una parte dell’oceano la scrittrice squattrinata e anticonformista richiedeva i
testi citati dal professor Quiller-Couch, sull’altra sponda il fido Frank,
quieto e scrupoloso, si prodigava per assecondare le sue esigenze. Il tono spesso
ironico delle missive diventa col tempo affettuoso e confidenziale al punto che
la Hanff, colpita dalla dura realtà
dell’Inghilterra post-bellica, dove fino al ‘53 la popolazione soffriva ancora
dei razionamenti alimentari, cominciò a spedire pacchi di cibo il cui arrivo in
negozio sortiva una gioia e un senso di riconoscenza nei suoi confronti. Arrivò
un enorme prosciutto da suddividere, scatolette di ogni tipo, uvetta, uova in
polvere e, per le donne, calze di nylon in segno di gratitudine per la felicità
che i libri spediti da Frank, da lei chiamato amabilmente “Frankie”, le procuravano.
Sullo sfondo correvano gli avvenimenti epocali di
quegli anni dall’incoronazione di Elisabetta II, ai primi segni di un benessere
sconosciuto dove il possesso di un'auto
usata o una vacanza al mare rappresentavano la realizzazione di un sogno impossibile,
fino alla scanzonata Londra della seconda metà degli anni Sessanta con i
Beatles, Carnaby Street e la contestazione giovanile.
Il progetto della Hanff di volare a Londra per visitare i luoghi amati, entrare
finalmente nella libreria da tempo immaginata per respirare l’odore del legno e
dei libri antichi e conoscere di persona “Frankie” e i suoi colleghi, non riusciva
mai a realizzarsi. I rinvii continui, causati dalle pressanti contingenze
economiche, e lo scorrere inesorabile del tempo colsero la scrittrice
impreparata quando, l’8 gennaio del 1969, ricevette la notizia della morte
improvvisa e prematura di Frank Doel per peritonite.
Helen, sgomenta, si rese conto di colpo di aver perso un carissimo amico e
che si chiudeva inesorabilmente un pezzo importante della sua vita. Con il
rimpianto nel cuore raccolse il carteggio ventennale e decise di pubblicarlo
con la dedica a Frank. Nel 1970 ricevette l’ultima lettera da Londra con l'annuncio che la libreria, dopo cinquant’anni d'ininterrotta
attività aveva chiuso per la ristrutturazione dello stabile. La chiusura fu
definitiva; anche Mr. Marks, il proprietario, era venuto a mancare.
Finalmente, nello stesso
anno, Helene intraprese il viaggio tanto atteso e raggiunse Londra per la presentazione dell’edizione inglese del suo
libro 84, Charing Cross Road.
Il taxi la condusse all’indirizzo così familiare, Helen
entrò cautamente nella libreria ormai vuota: la vecchia vetrina, gli scaffali
polverosi, le scale in legno rappresentavano tracce visibili di una storia condivisa
nel culto del libro e, nel silenzio di quel luogo pervaso da una certa
sacralità, avvertì con emozione la presenza di “Frankie”.
Da questo viaggio a Londra, una sorta di pellegrinaggio nei luoghi che
aveva più volte immaginato, la scrittrice prenderà spunto per il suo romanzo
autobiografico La Duchessa di Bloomsbury Street
(Archinto – Le Vele).
Il film
L'antico negozio
Marks & Co non esiste più a Charing
Cross Road, 84. Oggi nei locali della libreria è ospitato un
anonimo Mc Donald’s.
Rimane all’esterno, sulla sinistra dell'entrata, una placca di bronzo che
cita:
"84, CHARING CROSS ROAD
THE BOOKSELLERS MARKS & CO WERE ON THIS SITE WHICH BECAME WORLD RENOWNED
THROUGH THE BOOK BY HELENE HANFF".
Come sempre la recensione stimola la voglia di approfondire!
RispondiEliminaAvevo visto il film parecchi anni fa e ricordo che mi era piaciuto per la sua intensità e leggerezza, ora mi voglio procurare il libro. Grazie.
RispondiEliminaInstancabile lettrice apprezza nel ricordo di un tempo lontano
RispondiEliminaLe sue recensioni sempre raffinate.
RispondiEliminaLa civiltà del libro in un mondo... incivile.
RispondiEliminaHo"rivisto"il film con il tuo vivido racconto.
RispondiEliminaBello l'articolo.
RispondiEliminaacuta e splendida analisi
RispondiEliminaMiriam
Elegante recensione!
RispondiEliminaLucrezia