Heiko H. Caimi – L’avvento del demone Titivillus
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Nel cuore del Medioevo, tra monasteri e scrittori amanuensi, viveva Cesario di Heisterbach, un abate e scrittore noto per la sua grande erudizione, ma anche per la sua inclinazione a sollevare il gomito. Cesario, pur essendo un abile letterato, si trovava spesso a dover giustificare i numerosi errori che affliggevano i suoi manoscritti. Stanco di scusarsi continuamente, ebbe un’idea ingegnosa: inventò il demone Titivillus.
«Non è colpa mia», diceva Cesario. «Il responsabile delle mie sviste, così come di quelle di tutti gli scribi e i copisti, è Titivillus, un demone al servizio di Belfagor, che si diverte a riempire di sbagli e imprecisioni il nostro difficile lavoro».
Così nacque Titivillus, il demone degli errori degli scribi. Questa figura fu accolta con sollievo dagli scrivani, che da quel momento in poi poterono addossare le loro frequenti sviste a questo demone dispettoso. Titivillus, colpevole di molteplici malefatte, divenne presto una figura chiave nella commedia e nel dramma liturgico tardo-medievale, nonché nel Teatro del Mistero.