(a cura di Mimma Zuffi)
Cairo editore - pagg. 128 - € 10,00
12 mesi di storia nazionale sezionati chirurgicamente da una grande matita satirica
«Per me le strip di satira politica e di costume sono come i bagni di latte d’asina per Messalina: mantengono la pelle fresca e insieme alla pelle pure il cervello.»
Sono anni che Stefano Disegni racconta l’Italia che cambia. E, ovviamente, lo fa a modo suo, con l’inseparabile matita satirica e pungente, prendendo in giro vizi e virtù del nostro Paese. Un Paese in continua evoluzione, dove forse trovare punti di riferimento è diventato impossibile. Quindi, l’unica cosa che ci resta da fare è ridere dei nostri problemi e delle nostre piccole e grandi debolezze.
I temi sono tanti, persino troppi, e l’autore li passa in rassegna davvero tutti: l’immigrazione, il degrado delle città (tra rifiuti e criminalità), la disoccupazione, i vaccini, le nuove tendenze e le mode, la deriva populista della politica (tra contratti di governo e premier sconosciuti), le nuove tecnologie che ci rendono la vita più comoda, serena e felice (felice?)…
Un anno di Disegni raccoglie le strip pubblicate, settimana dopo settimana sul nuovo 7, per rivivere dodici mesi in cui è successo di tutto. Avvenimenti e comportamenti di fronte ai quali, talvolta, è facile sentirsi come quegli alieni che, pagina dopo pagina, guardano allibiti ciò che accade nel mondo bizzarro chiamato Italia.
Stefano Disegni, firma famosa della satira italiana, ha disegnato e scritto per le maggiori testate del nostro Paese. Le sue “12 Tavole” su 7 del Corriere della Sera sono un appuntamento settimanale molto atteso. Pubblica le sue strip anche su Il Fatto Quotidiano e Ciak. Ha vinto cinque volte il Premio Satira di Forte dei Marmi (tre per la satira a fumetti, due per la satira televisiva) e ha pubblicato numerosi libri. È stato autore e attore in programmi di successo come Lupo Solitario, L’Araba Fenice, Crozza Italia, Cavalli di Battaglia con Gigi Proietti, e Indietro Tutta 30 e l’ode con Renzo Arbore. Ha al suo attivo testi teatrali, scrive canzoni e le canta in giro con la sua rockband Il Disordine. Si è abbracciato con Keith Richards e Terry Gilliam (sul serio) e lo racconta anche dove non serve.
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