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domenica 30 settembre 2018

LA PATATA: UNA COLTIVAZIONE ANTICHISSIMA


di Mimma Zuffi

La famiglia Incas è tutta al completo per coltivare le buone patate.
foto dal web
Poi i conquistadores  le portarono in Europa,attraverso oceani, leggende e superstizioni. E qui, Parmentier pensa un giorno di dare un pranzo…di patate.

Danno il meglio appena colte, ma si conservano bene al buio, al fresco (ma non al freddo) e con...qualche mela. E non è affatto vero che fanno ingrassare, sono invece ricche di vitamine e persino di proteine.

UN CONTADINO GALATTICO

I primi piantatori di patate furono certamente gli Incas. Di quella civiltà, tanto lontana e affascinante e tanto perduta, ci rimangono però alcuni reperti archeologici dove è raffigurato uno strano personaggio-simbolo, dall'aria quasi extraterrestre, che regge con una mano il mais e con l'altra dei tuberi con getti
disegno dal web
di foglioline:le patate, appunto. Già allora dunque una coltivazione, e anche ben organizzata; tra aprile e maggio gli uomini incas vangano e rimuovono il terreno, le donne dividono i tuberi, i bambini li piantano nella terra: la stessa situazione contadina che vediamo ancora ai giorni nostri. L'unico dubbio degli storici è circa il luogo della prima coltivazione. Gli altipiani della Colombia e della Bolivia, oppure la costa meridionale del Cile, in prossimità dell'isola di Chiloe? È certo, comunque, che all'epoca delle conquiste europee nel Nuovo Mondo la patata è razionalmente prodotta in coltura.  Nei loro libri di viaggio, gli esploratori ci parlano di certi tuberi bianchi, giali e rossi, chiamati (e così sono chiamati anche oggi) "papa". Gli scambi commerciali dei "conquistadores" portarono successivamente la patata prima in Messico e, poi, in quella zona dell'America che ora è denominata Virginia. In Europa, anzi in Spagna, arriva attorno alla seconda metà del 1500, ma come curiosità. Verso il 1560 la patata arriva anche in Italia, ma solo come pianta ornamentale: e, verso la fine del 1600, la chiameranno "tartufo" e…la daranno da mangiare ai porci.

TRA STORIA E LEGGENDA

L'Introduzione della patata negli altri paesi europei è avvolta da qualche mistero: si dice, per esempio, che in Irlanda arriva grazie a un naufragio. C'è invece chi afferma che la porta da Santa Fé, John Hawkins nel 1565. In Inghilterra si dice che sia il glorioso pirata della regina Elisabetta, Francis Drake, a notare, nelle isole lungo la costa cilena, la produzione di questo tubero, farne una buona provvista (assalendo e derubando anche le navi spagnole) e tornare in patria pieno di patate. Per altri l merito va tutto a sir Walter Raleigh,
Walter Raleigh
ammiraglio inglese che le "ruberà" agli indiani d'America qualche anno dopo. Ma il vero ce lo dice la Storia Botanica: la prima autentica descrizione scientifica va attribuita al botanico olandese Charles de Lècluse, meglio conosciuto con il nome di Clusio, che nel 1588, a Vienna, dove soggiorna, riceve due tuberi inviatigli dal governatore di MONS, accompagnati da un acquerello (il primo ritratto ufficiale della patata, oggi al Museo Plantin di Anversa). Il Clusio assaggia i tuberi, ne riconosce il sapore gradevole e vicino a quello delle rape e ne stende una minuziosa descrizione per la "Raziorum Plantarun Historia". La debuttante patata entra così nel mondo dei vegetali e con tanto di scheda.

UN CIBO DIABOLICO

Ma gli inizi non sono facili, anzi veramente difficili, e per le ragioni più disparate. Una tara di famiglia: nel gruppo delle Solanacee alcune, purtroppo, rivelano proprietà velenose e narcotizzanti. Secondo punto a sfavore: in quei tempi tutte le piante commestibili vengono coltivate per semina, mentre la patata si moltiplica per germinazione. Da qui il sospetto di proprietà diaboliche, avvalorate dalla "deformità" dei tuberi e dal crescere sottoterra. Si sconfina presto nel fanatismo e nella superstizione; la patata viene accusata di ermafroditismo, di provocare orribili malattie contagiose. Ufficialmente sottoposta a processo, viene riconosciuta colpevole e condannata al rogo. In Russia, nel XVIII secolo, i mugiki preferiscono morire di fame piuttosto che coltivare e mangiare patate.

ARRIVA FINALMENTE IL SUCCESSO

Ci pensano l'Illuminismo e le Nuove Scienze a spazzar via fanatismi e ignoranze: si scopre che la patata ha grandi possibilità per risolvere la difficile situazione alimentare. L'Irlanda è uno dei primi Paesi a entusiasmarsi e, quando la "doriflora", un dannosissimo coleottero, si abbatte su tutte le piantagioni, per il Paese è la fame. In Inghilterra nella patata si nasconde il segreto dell'elisir di lunga vita, soprattutto "…un quarto di questa radice farinosa renderà la birra più adatta  a prolungare la vita". I re di Prussia introducono la coltivazione con ogni mezzo, anche i più repressivi. In Francia, fu Parmentier a fare per la patata "una
Parmentier (foto dal web)
campagna pubblicitaria! Nato a Mondidier nel 1737, ventenne già farmacista, partecipa alla Guerra dei Sette Anni (
La guerra dei sette anni si svolse tra il 1756 e il 1763   e coinvolse le principali potenze europee dell'epoca. Gli opposti schieramenti vedevano da un lato l'alleanza composta da Regno di Gran Bretagna, Regno di Prussia, Elettorato di Hannover,   altri Stati minori della Germania nord-occidentale e, dal 1762, il  Regno del Portogallo, dall'altro lato la coalizione composta da Regno di Francia, Monarchia Asburgica, Sacro Romano Impero   (principalmente l'Elettorato di Sassonia, mentre il coinvolgimento degli altri Stati dell'impero fu minimo),Impero Russo, Svezia e, dal 1762, Spagna.   Francesi e britannici fecero anche ricorso a svariati alleati locali tra le popolazioni native dell'India e dell'America Settentrionale. )
Viene fatto prigioniero per ben cinque volte, ma nei campi nemici tedeschi incomincia a studiare e ad apprezzare il cibo "locale": la patata, appunto. Torna a Parigi e invia uno studio dettagliato sull'argomento all'Ufficio Centrale dell'Agricoltura e, contemporaneamente, prepara un banchetto speciale, tutto a base…di patate. Il re stesso è chiamato a giudicare e il successo è tale che il monarca e Maria Antonietta (che, come si sa, preferiva le brioches!!) adornano i loro merletti con i fiori di patata. Ma il popolo è restio ad abbandonare il buon pane bianco, e vede nella sostituzione con la patata un imbroglio dei nobili. Parmentier insiste, gioca sul fascino del proibito, mette guardie armate a curare i campi di tuberi come fossero un cibo rarissimo e gli agricoltori abboccano: di notte i soldati fingono di distrarsi e i furti di patate non si contano. I poveri rubano, seminano, mangiano, sicuri di aver messo finalmente le mani su un cibo aristocratico.

LO SAPEVATE CHE…

- In genere si usa dire "spirito di patata" per indicare un discorso privo di mordente. In realtà, dalla patata si ricava un alcol con cui gli Irlandesi facevno un whisky: il poteen.
- Se si allude a qualcuno dicendo che è "una patata" si fa cenno alla sua goffaggine.
- Gli inglesi definiscono "in vestaglia" o "in giacchetta" (tipico degli irlandesi) la cottura della patata con la buccia.
Jacket potatoes (Patate in giacchetta)
foto dal web


3 commenti:

  1. Che storia! Un racconto sulla patata, che adoro, con spunti ironici divertenti. Juanito.

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  2. Grazie JuNITO PER SEGUIRE SEMPRE CON ATTENZIONE SOGNAPAROLE.

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  3. Articolo molto interessante. Nel '500 e nel '600, secoli strani in cui coesistevano Rinascimento e preparazione dell'Illuminismo, ma si mandava al rogo Giordano Bruno e si minacciava di far fare la stessa fine a Galileo Galilei, le misteriose solanacee avevano tutte le caratteristiche per stimolare fantasie esoteriche e soprannaturali.
    Piante angeliche, (donatrici di cibo) e diaboliche (donatrici di morte). Patate, peperoni melanzane, pomodori da una parte e gli alcaloidi tossici solanina,iosciamina, scopolamina, atropina dall'altra. Lo stesso pomodoro, una volta importato in Europa, fu per secoli coltivato solo come pianta ornamentale e ritenuto velenosissimo fino al'700 e la prima metà del '800. C'è in effetti una parte di verità: infatti molte solanacee sono ricche di alcaloidi tossici solo nella prima fase della crescita, e poi scompaiono per trasformazioni biochimiche durante la fase di maturazione.

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