!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

venerdì 5 gennaio 2018

Vite dal Confine -2

(di Giovanna Ungaro di Montejaisi)



CINZIA, LA COCCA
Mentre era in vacanza, Cinzia era diventata gialla come il limoncello. In ospedale le avevano diagnosticato una grave anemia autoimmune e non le avevano nascosto che, qualora il fisico non avesse risposto alla terapia cortisonica, avrebbe avuto scarse probabilità di sopravvivenza, anche perché era portatrice di epatite C.


Una condizione tanto estrema l’aveva messa di fronte ad uno dei concetti fondamentali del buddismo di Nichiren Daishonin, che praticava da nove anni: la speranza è certezza di trasformazione. ‘In un modo o in un altro di sicuro’ aveva pensato realisticamente ed aveva cercato di farsene una ragione. Dopo qualche giorno di filo ferro con la salute e con una compagna di stanza perennemente circondata da un gruppo di preghiera, era arrivata ad un accomodamento: avrebbero pregato, da sole, ognuna secondo il proprio credo. Di conseguenza il mantra Nam Myoho Renge Kyo  si era intrecciato alle litanie dei santi, in una sorta di ecumenismo ospedaliero che aveva entusiasmato il cappellano ‘Il Signore è entrato in questa stanza’ ‘Allora apriamo la porta!’ aveva reagito Cinzia, che nel frattempo era diventata Cocca, perché aveva cominciato a  cocc…olare i ricoverati più disastrati (ed a sedare i bisticci serali di fronte alla tivù con l’introduzione dei bigliettini numerati, tipo ASL: chi pescava l’uno aveva diritto a scegliere un’ora di programma e gli altri zitti e mosca).  
Nel non sgomentarsi (più di tanto) sul proprio futuro e nel cercare di rasserenare i compagni di reparto, il suo organismo aveva reagito progressivamente meglio, cosicché venti giorni (di insonnia) dopo aveva potuto lasciare la struttura, rimpianta da chi restava.
La sua storia riassume bene il fatto che, migliorando se stessi, si può migliorare l’ambiente. Come scriveva Giordano Bruni “Il linguaggio della cura dell’altro è frutto della presenza del divino nel nostro profondo”.
Ci si può arrivare da più vie, nel caso di Cinzia da una ferrata in alta montagna, dato che aveva partorito a 24 anni un giorno dopo la morte del marito ed assistito per lunghi anni la madre malata. E non solo.

        In quanto alle patologie, esse sarebbero proporzionali all’intensità della reazione repressa a un problema o a un dolore (e lo testimonio dopo un incidente vascolare da parto, due cancri al seno, una leaky gut syndrome ed altre intemperanze del sistema autoimmune). La pressione psicologica può essere depotenziata con un intervento sui corpi sottili.
        Infatti nel MetT è predisposta una sorta di valvola di sicurezza - il cuore alto - per scaricare l’eventuale eccesso di calore emotivo: se una caldaia o una pentola a pressione non avessero un dispositivo di scarico esploderebbero. Noi, che non siamo stufe o pignatte, ci ammaliamo, a meno di non cooperare col sopracitato cuore alto, che è un po’ il nostro ‘grillo parlante’.
       Come si riesce ad utilizzarlo? Focalizzando l’intenzione sul miglioramento interiore. Strada che inizia col non recare danno a terzi (‘come i robot di Asimov!’  aveva esclamato uno che doveva apprezzare più la fantascienza dell’etica. Ho un uditorio alquanto trasversale) e, nel caso il danno sia già stato arrecato o subìto, nel curarlo con l’attitudine al perdono. E scrivo attitudine perché, malgrado l’impegno, non sempre ci si riesce.





SOLUZIONI NELL'AMORE


Quando la materia è stanca, la si può sostenere anche adottando propositi apparentemente poco chiari: ‘Se fino ad ora sono stato male per stare bene (spiritualmente), ora scelgo di stare bene per stare bene’. Sembra uno scioglilingua alla ‘sopra la panca la capra campa’, ma è alquanto realistico: chi è disposto a imparare dalle proprie cicatrici, dopo può vivere nello spirito di guarigione. Non è più il tempo di stare male per stare bene.
Le nostre ‘terre interiori’ non sono lande spaesanti ed insidiose. Non siamo un uovo da spiaccicare. Tutto si risolve nell’essere soggetti d’amore.  

(leggete anche il blog di Giovanna Ungaro di Montejaisi: amicomett.wordpress.com)

Nessun commento:

Posta un commento