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sabato 14 ottobre 2017

"La Trinità bantu" di Max Lobe

(a cura di Mimma Zuffi)
66thand2nd - pagg. 181 - € 15,00 
traduzione : Sandor Marazza 

«Quando il signor Nkamba mi ha annunciato che non mi voleva più, non ci volevo credere». Inizia così, con il suo licenziamento, la tragicomica epopea di Mwána Matatizo, venditore porta a porta presso un’azienda di cosmetici di Ginevra. Spiantato e senza un impiego, con una madre che lotta come una belva contro il cancro che la consuma, Mwána vive in una Svizzera dove la disoccupazione è in calo perpetuo, mentre lui, originario del «Bantuland», non riesce a trovare «nemmeno un lavoretto da cani». Un modo per sbarcare il lunario però ci sarebbe: Ruedi, il giovane bianco con cui è sposato, figlio unico della venerabilissima famiglia Baumgartner, dovrebbe solo mettere da parte l’orgoglio e accettare i soldi dei genitori, così da portare a casa un po’ di «gombo bello liscio». 


Intanto, sullo sfondo, si accende la campagna elettorale, con l’Unione democratica delle pecore nere che propone una politica discriminatoria e razzista, proprio quando Mwána riesce a trovare uno stage presso una Ong che si occupa di lotta alla xenofobia. Seguendo le sventure di un simpatico antieroe, Max Lobe dà vita a un romanzo surreale e ironico, sulla discriminazione e la solidarietà, un racconto che mostra una Svizzera inedita e impietosa, dove per sopravvivere non resta che appellarsi all’antica Trinità bantu.

Max Lobe è nato nel 1986 a Douala, Camerun, e oggi risiede in Svizzera. Nelle sue opere tratta spesso temi socio-culturali come l’immigrazione, l’omosessualità e i rapporti interculturali. Nel 2013, con 39 rue de Berne, ha vinto il Prix du Roman des Romands. Quest’anno, la vittoria del prestigioso Prix Ahmadou Kourouma ne ha sancito lo status di nuova stella della letteratura africana.



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