di Giovanna Rotondo Stuart
(dal web) |
“Brutto
non mi piaci”, mi ha detto, tirandomi fuori la lingua; ci sono rimasto male!
Perché non gli piaccio? Per fortuna che è intervenuta la nonna:
“Non
toccare Skinny. Lui è il mio amico!” e l’ha
sgridato.
Poi
hanno ripreso a girare con quegli arnesi infernali, che chiamano monopattino,
urlando!
“Bimbi
è ora di cena. Fra cinque minuti si mangia. Tutti a lavare le mani! March!”
Meno
male! Almeno ci sarà un
po’ meno baccano e poi, mi auguro, andranno a letto presto. O meglio ancora, a
casa loro!
“Nonna
ma perché Skinny è tuo amico? A me non piace”.
La
voce è quella del piccoletto biondo. Ma perché non
gli piaccio? Di solito mi trovano tutti molto interessante, mi osservano, fanno
commenti su come sono fatto, si fermano a guardami, direi che mi ammirano…
“Ma
guarda com’è bello! Io e lui siamo amici da tanti anni”.
Grande
amica! E’ vero ci conosciamo da quando non era ancora nonna.
“Bello?
Nonna, ma lo sai che sei un po’ strana! Come fa a essere bello quel coso lì?”
Questa
è una grande offesa: chiamarmi “coso”. Il coso sei tu, piccolo impertinente!
“Beh,
prima o poi gli assomiglieremo tutti”.
“A
lui? Tu, Io no!”
Che
bel complimento! Mi fa proprio felice. Non ci avevo mai pensato che prima o poi
mi avrebbero assomigliato. Allora vuol dire che non sono poi tanto brutto! La
giornata sta finendo bene, sono contento.
Sono
andati a letto. Oh meraviglia! Posso finalmente godermi un po’ di pace. Ma
guarda che luna, una stupenda luna piena che illumina tutto. E’ un privilegio
poter ammirare questo bel paesaggio. Dov’ero prima non vedevo niente, solo una
parete bianca con qualche disegno appeso. Sono contento che mi abbiano
trasferito qui, mi sento meno solo.
Ma
quei gatti come miagolano! Forse miagolano alla luna… e anche i cani si sono
messi ad abbaiare. Ecco, hanno rotto l’incanto. Ma tacete! Shhhhh sento dei
rumori, chi può essere a quest’ora? Non ho capito da dove provengono, non ho
sentito la porta aprirsi, mi sembra di udire un fruscio di passi, come quando
si cammina a piedi nudi. Ma chi può essere? Uno di noi avrebbe acceso la luce!
Qualcuno si muove con circospezione… non vedo più la luna tanto bene, una
figura si è sovrapposta tra me e lei e l’ha oscurata. Vedo un’ombra stagliata
contro la finestra: sono irrigidito dalla paura, non so cosa fare. L’ombra si
gira… ecco, avanza verso di me, non distinguo chi è, non
vedo niente, un urlo. Silenzio! Aiuto, aiuto, c’è qualcuno! Una sedia rotola
facendo un grande fracasso, vedo una figura che si allontana, inciampa e cade,
si ode ancora baccano e un altro grido:
“Quello
stupido coso!”
Si
accende una luce, ancora quella parola… non sarò io lo stupido “coso”?
Vedo
la mamma del piccoletto biondo.
“Ma
cosa succede?” sono arrivati anche la nonna e il nonno.
“Nulla,
sono inciampata e sono caduta”.
“Ti
sei fatta male?”
“Per
fortuna no, ero venuta a bere un bicchier d’acqua. C’era la luna che illuminava
la stanza e si vedeva abbastanza. Non ho acceso la luce. Poi mi sono girata e,
di colpo, me lo sono visto davanti, in un bagliore fosforescente! Mi è andato
il sangue in acqua. Mi ero dimenticata che l’avevi messo là. Mi
ha spaventata da morire. Butta via quell’orribile scheletro, non voglio più vederlo!”
Nessun commento:
Posta un commento