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lunedì 7 novembre 2016

VIRTUALE... O REALTA'?

di Giovanni De Pedro



Quella mattina, davanti all'ufficio del direttore del quotidiano, la tensione era palpabile.
Il primo ad entrare fu Sergio, gli altri due giornalisti aspettarono fuori il loro turno anche in attesa di vedere quando lui fosse uscito, se fosse triste o allegro. Erano stati convocati con urgenza soltanto il giorno precedente, senza alcuna spiegazione, erano preoccupati perché pensavano al peggio, un licenziamento in tronco.
La porta della direzione si aprì e Federico, vedendo uscire Sergio con un enorme sorriso sulle labbra, entrò più rilassato.


Anche a Claudio la tensione si era allentata, provò a chiedere qualche delucidazione a Sergio ma il collega se ne andò in fretta verso il suo posto di lavoro.
Quando Federico uscì fischiettando, Claudio entrò deciso nell'ufficio, chiuse la porta e si sedette davanti al direttore manifestando tutta la sua curiosità.
- Caro Claudio - esordì il direttore - come saprai, la nostra testata ha dovuto diminuire le tirature per il calo delle vendite e, siccome vogliamo bene ai nostri collaboratori, il Consiglio d'amministrazione ha pensato che invece di ridurre il personale si abbasseranno i costi delle spese. -
Claudio lo guardava e ascoltava in silenzio con grande attenzione.
- Quindi, per concludere, abbiamo deciso di ridurre gli spazi della redazione per pagare meno affitto e, già da domani, voi collaboratori dovreste lavorare a casa e spedire i vostri articoli via mail, senza riduzione di stipendio ma permettendoci di abbattere i costi dell'ufficio, naturalmente se siete favorevoli. Noi veniamo incontro a voi e voi fareste altrettanto con noi. -
- L'idea mi piace ma se dovessi rifiutare di lavorare da casa, a cosa andrei incontro? - chiese Claudio.
- Al licenziamento, ovvio. - rispose serafico il direttore.
- Credo che accetterò la proposta, in fondo è più comodo lavorare da casa -
Uscito nel corridoio, Claudio volò verso la sua scrivania cantando e fischiettando.

- Fantastico! - esclamò Silvia dopo aver appreso tutto da Claudio - Così avrai più tempo per te e per noi, senza orari fissi se non quello della scadenza per la consegna dell'articolo del giorno. -
Ma le cose non andarono nella direzione sperata da Silvia e un pomeriggio a casa di Claudio nacque una forte discussione.
- E' uscito l'ultimo film di Salvatores, ti andrebbe di andare al cinema stasera?-
- Silvia, se vogliamo vedere un film possiamo vederlo in streaming, senza spendere soldi. -
- Era un modo per uscire, siamo sempre in casa. Tu non vai più in redazione, resti qui tutto il giorno e non vediamo più gli amici. -
- Non vado più in redazione perché non mi serve, vieni che ti faccio vedere. Io invio con una mail il mio articolo, una volta al mese ricevo la busta paga con un'altra mail e mi fanno un bonifico online sul conto bancario, visto? Tutto facile e normale -
- Normale per te!. - disse Silvia aumentando il tono della voce - Da quanti giorni non esci? -
- Credo, aspetta che conto, da due settimane. Anzi no, ieri sono sceso a buttare la pattumiera e, già che c'ero, sono andato in tabaccheria e mi sono preso una stecca di sigarette, così sono a posto per un po' di giorni.-
- Ecco, vedi, praticamente non esci più. E la spesa? Come fai la spesa? -
- Amore, basta entrare nel sito del supermercato, fare la lista della spesa online e loro te la portano a casa. Semplice. -
- Ma le amicizie non si possono coltivare se non ci si vede! -
- E va bene, adesso ti svelo un segreto che volevo dirti più avanti. Tieniti forte!- disse Claudio con orgoglio mentre il volto di Silvia era sempre più dubbioso - Ho quasi raggiunto le duemila amicizie -
Silvia sbalordita chiese: - Dove, in Facebook? -
- Si,si,si - ribadì Claudio con un sorriso infantile.
- Ma sono amicizie virtuali, non reali, magari i profili non corrispondono alla verità! -
- Come non sono amici, mi aiutano anche a superare i livelli più difficili nei giochi che faccio, sono diventato bravissimo anche grazie a loro. Quando ho bisogno, loro sono presenti, se non sono amici questi?! -
L'ira di Silvia aveva raggiunto il limite:
- Allora, quando vorrai fare l'amore, chiama i tuoi duemila amici... se ci stanno nella stanza da letto! -
- Ma...amore -
- Non chiamarmi più amore! Ho venticinque anni e non intendo costruirmi una tomba in anticipo restando fra queste quattro mura. Addio e buona fortuna. -
- Silvia, calmati, parliamo - Claudio le prese la mano ma le sue parole vennero interrotte da un suono -Aspetta, ho un nuovo messaggio.- 
Girò la sedia verso il computer, lesse il messaggio e quando si voltò Silvia non era più in casa. Claudio si alzò, chiuse la porta e tornò alla scrivania per rispondere al messaggio ricevuto.

L'autobus è pieno di gente e Silvia guarda oltre i finestrini assorta nei suoi pensieri. Comincia a guardarsi intorno per cercare qualcuno con cui parlare, ma la ragazza al suo fianco picchia velocemente sui tasti del suo smartphone. Una signora sudamericana è impegnata in una lunga discussione a voce alta con un'amica al telefono. Un signore sta ascoltando musica con l'auricolare. Tutti sono impegnati nel soddisfare le nuove esigenze tecnologiche, non si guardano attorno e non si accorgono neppure se qualcuno li urta. Seduta in un posto davanti c'è una signora sola e senza telefono in mano, allora Silvia decide di avvicinarsi e le si rivolge gentilmente:
- Scusi, signora -
L'anziana alza lo sguardo spaventata e stringe al petto la borsa che tiene fra le mani e sbotta:
- Se vuole la mia borsa me la deve strappare, io non la lascio. -
Silvia, sbalordita dalla reazione, le dice:
- No, non voglio la sua borsa, volevo soltanto parlare con qualcuno perché sono triste, ho appena lasciato il mio ragazzo. -
- Non la conosco, quindi non m'interessa. Mi lasci in pace. - replica la signora.
Silvia presa dalla disperazione si avvicina alle porte e guardando la gente urla:
- C'È QUALCUNO CHE HA VOGLIA D' ASCOLTARMI? -
Nessuno la sente per via degli auricolari, tranne la signora anziana che la guarda sempre più spaventata e fa un gesto all'autista, che nel frattempo si è girato a guardare Silvia, come per dire: "Questa è pazza". Arrivata alla fermata Silvia si rivolge a una ragazza ferma davanti all'uscita:
- Scende? Scusi scende? -
Non ricevendo risposta, sempre a causa dell'auricolare, Silvia la spintona via e la ragazza la manda a quel paese.
Camminando nervosamente avanti e indietro sulla pensilina, Silvia telefona a Marta, la sua amica più cara.
- Pronto? - dice la voce dall'altra parte.
- Marta, ho bisogno di parlare con qualcuno e ho pensato subito a te. Possiamo vederci? -
- Silvia, mi sembri molto scossa, è successo qualcosa di grave? -
- Ho litigato con Claudio e l'ho lasciato. Beviamo un aperitivo insieme? -
- Ma certo, cara, vediamoci fra mezz'ora in quel locale di Viale Monte Nero, mi sembrava ti piacesse. -
- Sì, va bene, è un ottimo locale e mi trovo già in zona -

Silvia si dirige a piedi verso il locale e quando lo raggiunge Marta non è ancora lì. Si siede a un tavolo e la sua attenzione viene subito attirata da una coppia di giovani fidanzati che occupano il tavolo a fianco. I due ragazzi si tengono per mano e con l'altra scrivono velocemente sulla tastiera del loro smartphone. Lei riceve un messaggio, lo legge e scrive; lui riceve un messaggio, lo legge e scrive; lei riceve un messaggio lo legge e scrive e poi lui riceve un messaggio, lo legge e scrive. La testa di Silvia si muove, osservando la scena, come se stesse guardando una partita di tennis, finché la ragazza solleva lo sguardo verso il fidanzato e sorridendo gli dice:
- Ma sei scemo! -
Mentre Silvia rimane allibita, la voce di Marta la fa sobbalzare:
- Eccomi, sono qui, ma cosa stai guardando? -
- Scusa, osservavo quei due ragazzi che si parlano tramite messaggi telefonici, eppure sono uno davanti all'altra, allucinante! -
- Sono i tempi moderni. Allora, racconta, cosa è successo con Claudio? -
Dopo aver ordinato due mojito, Silvia comincia il suo racconto senza tralasciare nessun particolare e il telefono di Marta fa uno squillo, l'amica legge il messaggio e scrive la risposta, appena finito dice:
- Allora, lui resta in casa tutti i giorni davanti al computer ed esce soltanto...- il telefono di Marta avvisa che c'è un messaggio - ...se necessario. Scusa. -
Marta prende il cellulare e risponde, Silvia perde la pazienza e batte la mano sul tavolo urlando all'amica:
- Basta! Speravo che almeno tu mi ascoltassi e invece continui con questo telefono! -
- Scusa, lo spengo. Ecco fatto, adesso sono tutta orecchi. -
Nonostante il rumore della mano di Silvia sul tavolo e il suo urlo, i due fidanzati continuano imperterriti a messaggiarsi.
Finalmente Silvia riesce a finire il suo racconto, senza essere interrotta.

Nel frattempo, Claudio scaldava nel forno a microonde un piatto di pasta congelata e tornava al suo computer, scavalcando bottiglie di birra vuote, pacchetti e mozziconi di sigarette già fumate. Seduto davanti allo schermo, tra una forchettata e l'altra, schiacciava velocemente i tasti per rispondere a tutti i messaggi che gli arrivavano e, ogni tanto, prendeva in mano il cellulare per rispondere in WhatsApp. 
Più tardi, terminata la cena, bevve una bottiglia di birra gelata tutta d'un fiato senza staccare lo sguardo dallo schermo. Si accese una sigaretta ma mentre fumava sentì un dolore al petto che lo soffocava, comprese che qualcosa non andava bene, si sentì mancare i sensi, riuscì a inviare un messaggio a tutti i suoi amici in Facebook:
"Mi fa male il petto, respiro male, sento un dolore al cuore, mi mancano i sensi, credo che stia per venirmi un infarto, per favore aiutatemi, chiamate un'ambulanza!"
Qualcuno rispose: "Claudio, amico, non so dove abiti come faccio a mandarti un'ambulanza? Invece perché non accendi una telecamera e ti fai vedere? Non ho mai visto qualcuno morire davanti a me, dev'essere un'esperienza unica!"
Claudio a stento si muoveva ma rispose:
"Cretino, io non morirò, hai visto quante vite che ho ancora nei vari giochi che faccio? Manda dei soccorsi in via..."
Non riusciva più a muovere le dita sulla tastiera e cadde dalla sedia. Ora si trovava sdraiato sul pavimento con gli occhi fissi nel vuoto e pensava a Silvia, se lei fosse stata lì con lui l'avrebbe aiutato.
Mentre il respiro si faceva sempre più affannoso, il dolore al petto diventava insopportabile e il cuore sembrava un pezzo di pietra, Claudio continuava a  ripetersi nella mente la stessa domanda:
"Sto perdendo solo una delle vite che ho, oppure sto morendo sul serio? E' reale o virtuale? Non capisco, sono confuso."
La confusione di Claudio durò poco perché la vita lo lasciò in fretta, le sue dita non avrebbero più battuto sulla tastiera e la luce dello schermo dei suoi occhi si spense per sempre! Nessuno l'avrebbe più riaccesa.




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