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lunedì 24 ottobre 2016

TOM CRUISE ovvero JACK REACHER

di Stefania Mignoli



Chi è Jack Reacher? Chi ha letto la recensione scritta su Sognaparole del libro (link: http://sognaparole.blogspot.it/2015/10/punto-di-non-ritorno-di-lee-child.html) di Lee Child lo sa già. Ma io mi rivolgo a chi non ne sa niente, e che magari non ha visto neanche il primo capitolo o non ha letto i libri della serie. C'è chi va al cinema per ardimento, oppure perché Tom Cruise è protagonista e produttore del film, oppure perché vuole semplicemente evadere con un film di azione. 
Chi è Jack Reacher, dunque? Dopo aver visto il film e senza fare troppo spoiler vi potrei rispondere con una battuta ricorrente del film: non Maggiore, ma “Ex-Major". Poiché non voglio spingermi troppo sulla trama del film, che è tutto a colpi di scena, nello stile dell’action movie classico americano, ribalto la domanda e vi dico: per capire fino in fondo chi è Jack Reacher e il motivo perché potreste andare a vedere questo film, al di là dei legami con il libro, bisogna rispondere alla domanda: chi è Tom Cruise?


Partiamo da Top Gun (1986) e finiamo con questo film: Tom Cruise in entrambi i film - anno più, anno meno - è un uomo che non cammina sulla via principale: è uno diverso, problematico, non è un militare fino in fondo, un uomo in fondo semplice, che affida il suo carisma a una t-shirt bianca e una giacca di pelle. È uno che regge il film su di sé, che ancora oggi non ha paura dei primi piani alternati ai piani americani, è un piccolo grande uomo che lotta per cambiare le cose.  Va su una strada precisa: dal Colore dei Soldi a Rain Man, da Nato il IV di Luglio a Jerry Maguire, da Magnolia a Eyes Wide Shut, da Vanilla Sky a Minority Report: tutti film in cui la sua vera stoffa sta nella sua capacità di interpretare ruoli che si mettono in gioco, non solo sul piano dell’azione, ma anche su quello dell’evoluzione personale. I suoi migliori personaggi sono quelli che lo costringono a interrogarsi, lottare per poi guardare avanti.
Nella sua ricca filmografia c'è poi anche tutta una serie di film in cui incarna il supereroe più classico, meno sfaccettato, perennemente “in corsa”, capace di essere altrettanto credibile e affascinante, ma che, forse, non sfruttano Tom Cruise fino in fondo:  film in cui l’action dà il ritmo al tessuto narrativo: vedasi il ciclo dei Mission Impossible, la Guerra dei Mondi, ecc. 
Film in cui la riflessione è schiacciata sotto l’azione, e che, non a caso, spesso fanno rima con “missione”. 
Ecco: Jack Reacher è uno tra questi. Un film che sfida lo spettatore a colpi di scena, che muove tra una ordinata ma corrotta Washington, e una chiassosa e sporca New Orleans, con due buoni comprimari femminili. Un film per chi ama l’azione pura. Però, io faccio parte di un’altra categoria: sono fra quelli che dopo Top Gun hanno tappezzato i muri della propria adolescenza con le foto di Tom Cruise e che ancora oggi, alla centesima visione piangono quando muore Goose. Una di quelli che l'hanno poi “scansato”, una volta cresciuta,  (come si fa con tutte le figure di riferimento dell’adolescenza) per poi innamorarmi nuovamente  dei suoi personaggi più ambigui, meno main stream, come Magnolia e Eyes Wide Shut.
Jack Reacher, per i miei gusti, fa parte della categoria dei suoi film “a metà”, anche se piacevoli nella visione. È il classico film d’azione americano. Manca però la fragilità del personaggio messa a sistema nel film: anche se è presente, come richiamo alla storia, non c’è il tempo di approfondirla e di darle forza. “Never go back”, recita il titolo in inglese. Mai tornare indietro. Vero. E, per chi ama gli action movie, questo è il film giusto. A me piace Tom Cruise quando supera se stesso, quando torna indietro sui suoi passi, per poi prendere una nuova direzione. Non come eroe, ma come l’antieroe redento. Il cazzutissimo boro aspirante pilota di Top Gun, il possente suscitatore di Magnolia, l’inquieto marito ebete di Eyes Wide Shut. Uno che sembra duro, ma che in realtà è tremendamente fragile, e insieme maschio, e umano. Ecco chi è Tom.

La trama del film

(copertina del libro dal quale
è stato tratto il film)
Jack Reacher  torna  al quartier generale della 110ª unità di polizia militare in Virginia,  per conoscere il maggiore Susan Turner che ha preso ora il suo posto. Ma lo  aspetta un sostituto, perché la collega è stata allontanata e accusata di tradimento. Si mette sulle sue tracce, contatta il suo avvocato per capire cosa stia succedendo e dopo pochi giorni viene accusato di averlo ucciso.  Messo con le spalle al muro e imprigionato Reacher riesce a evadere con il maggiore Turner: resta "solo" da provare la loro innocenza e scoprire la verità.

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