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martedì 12 luglio 2016

"L'amour à Paris", di Melinda Miller

(a cura di Mimma Zuffi)
Editore tre60 - pagg.270 - € 13,00
e-book: € 6,99

«UN LIBRO CHE RACCONTA CHE L’AMORE PUÒ ARRIVARE 
QUANDO (E DOVE) MENO TE LO ASPETTI»
D di Repubblica su London in love

DOPO LONDRA E BARCELLONA, MELINDA MILLER
RACCONTA PARIGI E I SUOI LUOGHI PIÙ ROMANTICI


Dopo Londra (London in love) e Barcellona (Barcellona mi amor), Melinda Miller – pseudonimo di una coppia italiana che ha fatto dell’amore la trama dei suoi libri, ma soprattutto della sua vita – vola a Parigi, regalandoci un nuovo romanzo sullo sfondo di una delle capitali più romantiche al mondo. Amour à Paris è una storia “scalda cuore”, capace di mostrare pregi e difetti delle relazioni sentimentali, ma anche un inno appassionato alla città, della quale vengono offerti affascinanti ed elegantissimi scorci descrittivi.



Eloisa si è da poco trasferita a Parigi per seguire l'uomo che ama, Edoardo, professore alla Sorbona, sposato e con figli. In attesa di un lavoro più adeguato al suo ruolo di ricercatrice, Elò ha accettato un posto in una delle pasticcerie più famose della città, Colet, il «regno» dei macaron.
Yves è un giovane ex dj che fa il tassista alla guida di una vecchia Peugeot, aiutato dal suo cane Chet, dotato di un fiuto speciale per individuare i clienti più affabili. Così, quando Eloisa sale sul taxi in lacrime, dopo un incontro con Edoardo, Chet la prende subito in simpatia, e anche Yves ne rimane profondamente colpito. Per quale motivo una ragazza dallo sguardo così dolce sembra così infelice? L’istinto di Chet, Yves lo sente, non sbaglia. E Yves farà di tutto per ritrovare quella ragazza misteriosa.

Dopo essersi conosciuti in un aeroporto, si sono innamorati, si sono sposati e hanno iniziato a raccontare storie d’amore simili alla loro, ma con un pizzico di fantasia in più. Poi hanno deciso di firmare i loro romanzi con un solo nome – Melinda Miller – e questa è la conferma che le anime gemelle non solo esistono, ma che sanno anche parlare d’amore in modo speciale.


I calici tintinnano. Intorno a noi donne impeccabi¬li in abito lungo, anche se la signora più elegante di tutte è Parigi, che si presenta oltre i vetri in tutta la sua magnificenza. Superiamo la miniatura della Sta¬tua della Libertà, e passiamo sotto la Tour Eiffel nel momento esatto in cui s’illumina a giorno. Sembra di sentire il vociare estasiato dei turisti, mentre i ca¬merieri sollevano all’unisono le cloche argentate sotto cui si trova un’alzata di ostriche bretoni. Sul confit de canard, dopo aver fatto inversione, stiamo oltrepas¬sando la Gare d’Orsay e il pensiero corre subito al
dipinto di Chagall. E quando la bottiglia di Chablis ormai azzerata e i calici da champagne distribuiti pre¬annunciano l’arrivo della mousse al cioccolato, Notre-Dame si svela.





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