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sabato 25 aprile 2015

Billie Holiday, la Signora del blues

di Marina Fichera

"Non credo di cantare. Io improvviso con la mia voce come se avessi uno strumento. 
Un po' come fanno Louis Armstrong e Lester Young. Tutto mi viene fuori così come lo sento. 
Io odio cantare una canzone così come è scritta sulla carta. Devo per forza modificare una melodia, in modo che possa adattarsi a me: questo è tutto quello che so…"
Billie Holiday

Il 7 aprile 2015 una delle più famose cantanti jazz, vera icona della storia della musica statunitense, Eleanora Fagan, in arte Billie Holiday, avrebbe compiuto cento anni. 

Billie Holiday



















Della sua tormentata vita, segnata dalla sofferenza, dalle dipendenze da alcool e droga e terminata prematuramente a soli 44 anni, si è già scritto molto. Il mio omaggio sarà quindi un viaggio - tra brani più celebri e altri meno conosciuti - attraverso il jazz e il blues della Lady in satin.


Vi invito a mettervi comodi sul divano o dove più preferite, abbassare le luci e immaginare la puntina di un giradischi che accarezza il solco di un vinile a 78 giri: pensate al fruscio che genera quel suono un po’ metallico e che evoca atmosfere fumose e retrò, ai ritmi dondolanti e languidi del jazz, a una voce che nasceva direttamente dall’anima, per certi versi poco pulita ma sempre intensa e senza dubbio indimenticabile. Questa è la musica senza tempo di Billie Holiday, una musica viva e emozionante ancora oggi.
Una giovane e sorridente Billie Holiday 















“Billies’ Blues” è una delle prime incisioni della cantante, siamo nel 1936, Billie ha appena 21 anni e le orchestre di Lester Young, che la soprannominò Lady Day, Count Basie e Artie Shaw fanno ballare l’America intera. 
Questo è un blues spensierato e dolcemente altalenante che ci trasporta all’epoca del Dixieland, del proibizionismo, dei bordelli e delle bische clandestine, luoghi in cui Billie iniziò ad avvicinarsi al mondo delle dipendenze. Il suono dei fiati, in particolare clarinetto e tromba, si alternano e amalgamano perfettamente con la voce potente e vibrante di una giovane donna con un passato breve e già difficile, ma con ancora tutta la vita da vivere.  


Billie’s Blues
“When you’re smiling”, versione incisa a New York nel 1938 con la Teddie Wilson Orchestra, inizia con un lungo assolo di tromba e termina con un brioso assolo di sax. Questa registrazione ci permette di ascoltare una Billie lieta e lieve; io la immagino sorridente, con un fiore nei capelli e un elegante abito di seta mentre canta, con l’orchestra e il pubblico ammaliati dal suo fascino e carisma.


When you’re smiling     
“God bless the child”, pezzo firmato da Billie Holiday e Arthur Herzog, Jr. nel 1939 e registrato per l’etichetta Okeh nel 1941, è uno dei brani più famosi del repertorio di Lady Day. Un testo che cita la Bibbia per una melodia blues, richiamando la musica gospel, e pare elevarsi  come una preghiera laica verso il cielo. 
Di questo brano vi propongo una prima versione con un arrangiamento semplicissimo  - pianoforte, batteria e chitarra - in cui i fiati sono solo un suono lontano, per accompagnare l’ardente voce di una Billie all’apice della carriera.  


God bless the child
E una seconda con un arrangiamento più swingato, nello stile delle grandi orchestre statunitensi degli anni ’40, con violini e i fiati in evidenza. Una versione da poter ballare appassionatamente nel salone di un transatlantico che attraversa l’Oceano, mentre scorrono note languide come placide onde del mare.


God bless the child seconda versione

Nel 1941 Lady Day registra “All of me”. Il pezzo è uno swing, uno standard del jazz che può essere interpretato in molti modi, da quello intenso e melodioso, a tratti lirico, di Billie Holiday a quello più frizzante e vivace, con un’orchestrazione potente e ricca di ritmica, della concorrente Ella Fitzgerald. 
Vi propongo di ascoltare entrambe le versioni, molto diverse tra loro ma ambedue eccellenti, per poter assaporare la bellezza di una melodia solo all’apparenza spensierata, il cui testo recita “Hai preso il meglio di me, perché non prendi anche il resto? Prenditi tutto di me!”. 

All of me - versione Billie Holiday 

All of me - versione Ella Fitzgerald 

Copertina dello spartito di "All of me" - 1931
















“Sophisticated Lady”, composto da Duke Ellington nel 1932, è davvero un brano musicalmente sofisticato e tecnicamente difficile, sia per i musicisti sia per i cantanti. Una canzone romantica, che in questa registrazione propone un lungo assolo di sassofono tenore paragonabile a una perfetta dichiarazione d’amore. Lady Day la incide nel 1956, un’interpretazione intensa e carica di pathos, che ci fa ben percepire la sua disillusione per la vita mentre canta: “Fumo, bevo, senza mai pensare al futuro”… 

Sophisticated Lady 

Ogni interpretazione di Billie Holiday è unica e originale, e rappresenta il suo modo di esprimere e vivere la musica profondamente radicato nella cultura meticcia degli afroamericani e alimentato dal dolore e dalla rabbia per il razzismo che subì in prima persona. Una volta disse “Non si può copiare un altro, e nello stesso tempo pretendere di arrivare a qualcosa. Se tu copi, è perché il tuo lavoro non ha un sentimento sincero, e senza sentimento nessuna delle cose che fai avrà realmente un valore. Come non ci sono al mondo due persone uguali, così dev'essere anche con la musica, sennò non è musica.”
Copertina dell'LP "Lady in Satin" - 1958


















Per concludere questo breve viaggio nell’arte dei suoni di Billie Holiday vi propongo l’ascolto di un altro dei brani più famosi della grande interprete, “I’m a fool to want you”. 

I’m a fool to want you

Composta nel 1951 - tra gli autori di questa canzone abbiamo anche Frank Sinatra che, narra la leggenda, la scrisse per Ava Gardner - e incisa da Billie Holiday nel 1958 per l’album “Lady in satin”, "I'm a fool to want you" è una struggente ballad, in cui tormento e passione sono magistralmente espressi riuscendo ad accendere tutti i sensi. Un pezzo dal sapore agrodolce, malinconico, che mescola il formalismo di un arrangiamento classicheggiante – violini  e sassofoni -  a una meravigliosa, pur nella sua imperfezione, interpretazione vocale. Il testo recita “Sono pazza a volerti”  ma ascoltando il canto di una Billie  ormai malata, quasi vinta dalle vicissitudini dell’esistenza, ho come l’impressione che per lei questo brano perda l’originale connotazione di canzone sentimentale, e sia una sorta di dichiarazione d’amore alla vita – vita che l’ha tanto maltrattata - e che si sintetizza nella frase conclusiva: “non posso tirare avanti senza di te”. 

Billie, la Signora del blues, morirà l’anno successivo, il 17 luglio del 1959, ma la sua musica ancora oggi ci regala emozioni nuove a ogni ascolto.



6 commenti:

  1. Quante volte l'ho ascoltata. Proprio come dici tu. Uno splendido ritratto della Signora del Blues, scritto in maniera sentita e non banale (elenco di date e di eventi). Così si ricordano i grandi. Complimenti, sei bravissima.
    Fede

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    1. ti ringrazio molto Fede, è che sono profondamente appassionata di jazz!
      ciao
      Marina

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  2. L'atmosfera l'hai saputa creare e la scelta dei brani è ottima. Hai ricordato Billie Holiday in maniera eccelsa.
    Un grazie a te e a sognaparole.
    Milly

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    1. Sono molto contenta di esserci riuscita! Grazie Milly
      ciao
      Marina

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  3. Ciao Marina!Complimenti sia per l'articolo sia per i pezzi che hai scelto, li abbiamo ascoltati con piacere.
    Un bacione
    Patrizia e Alice

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  4. Grazie care amiche, sono molto contenta
    Un abbraccio
    Marina

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