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domenica 8 febbraio 2015

"Ballata di uomini e cani", il ritorno di Marco Paolini a teatro

di Marina Fichera

Sul palcoscenico si presenta Jack London - nato in California nel 1876 e morto malato di sifilide e alcolizzato a soli quarant’anni -  sorriso beffardo e fascino dell’ex corrispondente di guerra, ex cercatore d’oro, ex pugile e infine scrittore di successo e chiede agli spettatori: preferite “Zanna Bianca "o "Il richiamo della foresta"?
Con questa domanda si apre il nuovo spettacolo teatrale di Marco Paolini (nei panni di Jack London), “Ballata di uomini e cani”, in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 3 al 22 febbraio 2015. 
Per me, che da piccola ho amato la Tigre della Malesia ma che da grande ho visitato l’Alaska, fare una scelta sembrava quasi impossibile, ma poi alla fine ho capito.
Jack London nel 1903
foto tratta da Wikipedia

Lo spettacolo, che ricalca lo stile del monologo tipico dell’intenso Paolini, si snoda fra tre racconti che si muovono dai toni scanzonati di Macchia, alla ferocia rosso sangue di Bastardo fino alla gelida – nel vero senso della parola - drammaticità di Preparare un fuoco.


La rappresentazione è accompagnata dalle musiche originali di Lorenzo Monguzzi, alla chitarra e voce, sul palcoscenico insieme a  Angelo Baselli ai clarinetti e Gianluca Casadei alla fisarmonica e ritmica. E queste note increspano i racconti come un venticello primaverile su un lago, quel tanto che basta per renderli ancor più veri.
M. Paolini, L. Monguzzi, A. Baselli, G. Casadei sul palco del Teatro Strehler
(foto dal sito del Piccolo Teatro di Milano)

Il primo racconto è Macchia, storia della corsa all’oro di fine ‘800, a cui parteciparono - senza alcun successo materiale - anche Jack London e il suo socio. Macchia è un cane bellissimo e furbo quanto svogliato. 
Sbarcati al confine tra Canada e Alaska i due soci comprano una muta di cani, tra cui il più bello è Macchia - acquistato per ben 138 dollari – che si rivela subito un cattivo affare. Durante il lungo inverno che precede la vera corsa all’oro nello Yukon, oltre mille chilometri a nord attraverso il nulla, Macchia non solo non lavora, ma combina guai ed è perciò rivenduto decine di volte. In un continuo ciclo di abbandono e ritorno, Macchia puntualmente si ripresenta ai suoi padroni, così come la sfortuna che, beffarda, si accanisce sui due soci di avventura. Jack abbandonerà lo Yukon e si imbarcherà mestamente per rientrare in California, dove pochi mesi dopo lo attenderà una sorpresa…

Bastardo, scritta da London nel 1902, è una storia di odio e “odontoiatria”, come dice Paolini/Jack London. Un legame tra due esseri molto simili, il franco-canadese Leclère e il suo cane Bastardo, per i quali l’odio supera ogni barriera di razza e unisce quasi più dell’amore. Sanguinosi azzannamenti reciproci, torture, malvagità sono recitati dai due protagonisti sul palcoscenico del duro Klondike, in un’incalzante storia con un imprevedibile finale che rovescia le parti e ristabilisce l’ordine naturale delle cose. 

Preparare un fuoco è un racconto del 1908, protagonisti un anonimo e solitario uomo accompagnato da un cane in una missione di “business” tra i boschi, a meno 60 gradi Celsius.  Nelle terre del Nord più estremo, quando lo sputo ghiaccia appena uscito dalle labbra e cade con un tonfo sordo tra la neve e le trappole di ghiaccio e acqua dei torrenti, vuol dire che ci sono 60 gradi sotto zero e anche la minima distrazione risulta fatale. E’ un attimo, un errore che in altre condizioni non sarebbe tale, ma che nell’inverno gelido e oscuro da annichilire vale una vita. Il cane lo sa, lo ha scritto nel DNA modellato dalla Natura. L’uomo, che non fa parte di quell’ambiente feroce e possente, lo scoprirà a sue spese.
La miniera di Kennecott, in Alaska, citata da Paolini/London
(foto di Marina Fichera)

Nei tre racconti i protagonisti sono uomini e cani, e il cane non è solo il migliore amico dell’uomo ma, nelle terre dell’estremo freddo e buio del Nord America, è ancora oggi un suo pari.  
Pari dignità, sentimenti, solitudine uniscono uomini e cani, in un gioco in cui non esistono perdenti o vincenti, perché i cani di Jack London sono un corrispettivo degli esseri umani, in una ballata per un’epoca scomparsa ma sempre viva nell’immaginario di sognatori e avventurieri di ogni età.  
Questi sono i motivi per cui non è possibile poter scegliere tra Zanna Bianca e Il richiamo della Foresta e, di conseguenza, lo spettacolo di Marco Paolini è imperdibile.

Ballata di uomini e cani - dedicata a Jack London
di e con Marco Paolini
musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi 
con Angelo Baselli e Gianluca Casadei
Piccolo Teatro Strehler, Milano
dal 3 al  22 febbraio 2015

6 commenti:

  1. Bella recensione per la splendida interpretazione di un Paolini magistrale. Complimenti. Il grande interprete anche di Mario Rigoni Stern merita, merita...
    Teodora

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    1. Grazie Teodora. Concordo con te, Paolini è uno dei più grandi attori sulla scena!
      Marina

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  2. Grazie della segnalazione...andrò sicuramente a vederlo...e complimenti a sognaparole che è sempre aggiornata e segnala gli avvenimenti importanti. Brava Marina, hai saputo carpire l'interesse.
    Francesco

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    1. Ti ringrazio molto Francesco e ti consiglio di cercare i biglietti sul sito del Piccolo, dove fanno sempre qualche interessante offerta
      Marina

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  3. Quanto hai ragione quando scrivi "i cani di Jack London sono un corrispettivo degli esseri umani"!
    Brava
    Roberta

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    1. dato che sono una sincera, ti dico che questa è l'unica frase che ha scritto la nostra cara Direttrice Mimma quando ha fatto l'editing del mio pezzo, per cui brava a lei! Io posso solo imparare!
      Marina

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