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lunedì 12 gennaio 2015

Identità e memoria - Premio Nobel a Patrick Modiano


Di Annalisa Petrella


“Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione”

Il discorso di accettazione del Premio Nobel per la Letteratura presso l'Accademia Reale di Svezia tenuto a Stoccolma da Patrick Modiano ha confermato il suo naturale modo di porsi all’insegna dell’understatement. Uomo di grande riservatezza, è apparso visibilmente emozionato per l’assegnazione del premio prestigioso e si è rivolto al pubblico con una certa timidezza nell’esprimere la propria sorpresa per l’alta considerazione attribuita alla sua opera.


In verità la sorpresa aveva coinvolto in parte anche il pubblico italiano, in quanto la diffusione dei suoi scritti nel nostro Paese è sempre stata limitata e alcuni dei suoi romanzi non sono mai stati tradotti.  L’attribuzione del Nobel ha risvegliato di colpo l’interesse delle case editrici che si sono precipitate a ristamparli e tradurli in italiano, rendendo giustizia finalmente a uno scrittore di fama internazionale che ha scritto trentacinque romanzi di valore inestimabile, saggi letterari, libri per l’infanzia, testi di canzoni per Francoise Hardy, sceneggiature per il cinema. Tra queste si deve annoverare "Cognome e nome Lacombe Lucienne", di Louis Malle, candidato nel 1975 al premio Oscar come miglior film straniero .
Nel 2000 è stato membro della giuria del Festival di Cannes presieduta da Luc Besson. Eclettico, classico e moderno al tempo stesso, insignito dei premi letterari più importanti quali il Goncourt nel 1978 per “Via delle Botteghe Oscure”, amante della poesia e della musica, della lettura e della scrittura al di sopra di ogni cosa, Modiano è un autore di difficile catalogazione.
Maestro indiscusso dell’arte della memoria, non è uno scrittore facile da leggere: il suo stile è asciutto, spoglio, le parole a tratti sono come staffilate che penetrano nei meandri più oscuri della nostra storia recente per evocare le rovine rimosse dell’Occupazione a Parigi. E’ un autore riservato che implica un lettore attento e pronto a interagire con il suo stile ermetico, restio a concessioni di facile presa sul pubblico. Le sue storie, ambientate quasi sempre a Parigi, si snodano a partire dagli anni della Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri, con una focalizzazione privilegiata sugli orrori perpetrati in Francia dal nazismo.
 Patrick Modiano è francese, nato nel 1945 nel sobborgo parigino di Boulogne–Billancourt, da padre ebreo francese, di origini italiane, e da un’attrice belga di etnia fiamminga. Ha vissuto infanzia e adolescenza in una Parigi reduce dall’Occupazione nazista dove i dolorosi segni della guerra e delle persecuzioni razziali erano ancora tragicamente evidenti e i ricordi di quegli anni bui narrati nei suoi romanzi ruotano intorno ai concetti di perdita, assenza, identità, solitudine, memoria e oblio.
Il padre era stato un collaborazionista coinvolto in affari loschi, la madre aveva inseguito la sua carriera di attrice alla ricerca di un successo che non aveva mai raggiunto e Modiano aveva realizzato molto presto il significato del vuoto affettivo dovuto all’attesa angosciosa di genitori perennemente assenti e totalmente disinteressati a lui e al fratellino Rudy. A lui, che Patrick ama e protegge fino alla sua morte prematura, per leucemia acuta, dedicherà i suoi primi otto romanzi.
In Via delle Botteghe Oscure, Modiano escogita un interessante procedimento di indagine a ritroso del protagonista, tale Guy Roland, poi Pedro McAvoy Stern, precipitato da alcuni anni in un’amnesia retroattiva e tormentato dalla mancanza di un’identità e di ricordi del proprio passato. Guy ha lavorato per otto anni in un’agenzia investigativa fondata nel 1947 dal titolare, Costantino von Hutte, che è diventato suo amico e confidente e gli ha procurato un documento con un’identità fittizia. La vicenda prende inizio con la chiusura dell’Agenzia di Hutte che, a fine carriera, decide di ritirarsi a vivere in Costa Azzurra, lasciando le chiavi dell’Agenzia a Guy, con la possibilità di accedere agli archivi colmi di documenti preziosi di consultazione.
La memoria, in questo bellissimo romanzo, è il perno di tutto ciò che vi accade, una fotografia in bianco e nero diventa un frammento su cui lavorare per mettere a fuoco il proprio percorso in uno svelamento, dai toni noir, per stratificazioni successive che nasconde in sé sempre qualcosa di misterioso. Affiorano nell’investigazione, dalle numerose quinte del proscenio esistenziale, alcuni fantasmi del passato, risorgono figure ambigue e irrisolte da un tempo fumoso di spie, traffici clandestini, incontri nei bar parigini, fallimenti e misfatti. La storia evoca un clima di terrore poliziesco, intramezzato da attimi d'inconsapevolezza fiduciosa, e il costante bisogno di nascondersi sotto false identità e di fuggire. Le amicizie e gli amori vengono cancellati dal tradimento di loschi figuri e occultati nell’oblio di un inconscio cristallizzato nell’incertezza assoluta.
Infine Parigi protagonista, come in tutti i suoi romanzi, con gli Arrondissement familiari, i boulevard notturni, le fermate del metro, i viali larghissimi e affollati, le strade con i bistrot pieni di fumo, le case, i giardini, gli alberi del Lungosenna accompagna il protagonista in un sogno struggente “nel tentativo di riannodare legami recisi e di trovare passaggi murati da tanto tempo. Avevo vissuto la mia vita e ormai ero solo un fantasma che galleggiava sull’aria tiepida di un sabato sera”.
La città è viva più che mai e in trasformazione continua, nella sua cartografia i caffè e gli hotel sono luoghi privilegiati per l’anonimato che offrono, luoghi dove le solitudini si incontrano o si sfiorano appena e tutto può succedere e subito svanire nel nulla, la Parigi di Modiano è una fortezza di memorie incastonate negli angoli dimenticati di un passato che viene sublimato e trascende il tempo.

In Riduzione di pena, del 1988, Modiano narra se stesso e, attraverso i propri ricordi frammentari di un bambino di sette anni, tenta di ricostruire ciò che è stato. Il romanzo è bellissimo e illuminante sullo stretto rapporto affettivo che lega Patrick, detto Patouche, a Rudy.
I bambini, affidati dai genitori a enigmatici e curiosi personaggi, che in seguito si saprà far parte della “banda criminale della Rue Lauriston”, osservano il mondo misterioso che li circonda con lo sguardo ingenuo dell’infanzia. Siamo nel ’52, e i fanciulli cercano di dare un senso a tutto ciò che accade, collegando i personaggi singolari che si occupano di loro a oggetti, situazioni e luoghi sconosciuti. Nelle notti stellate scendono le scale in punta di piedi con le scarpe in mano ed escono nel mistero della provincia parigina a sfidare sogni e fantasmi che popolano la loro fantasia, per poi rientrare a casa, spaventati, e “rannicchiati nei loro letti gemelli, parlare a voce bassa del marchese” e fare progetti per inoltrarsi sempre più lontani nelle notti successive. Fin dall’infanzia l’esplorazione della città di Parigi si rivela essere una delle grandi passioni di Modiano.
Tra i suoi ricordi, che si sovrappongono in strati successivi, affiora nel romanzo anche un esplicito riferimento alla figura del padre che ha subito un primo arresto nel ’43 quando, una sera, colto dalla polizia privo di documenti in un ristorante di Parigi, riesce per fortuna a sfuggire in un attimo di disattenzione dei poliziotti. Nel ‘44 il padre subisce un secondo arresto, le retate nei confronti degli ebrei in quel periodo erano selvagge. In seguito l’uomo racconterà al figlio che “qualcuno l’aveva tirato fuori dal buco” e Modiano non saprà mai perché e da chi sia stato liberato: l’ombra del collaborazionismo e del mercato nero, con il quale l’uomo era compromesso, pur di sopravvivere, cala con la sua ambiguità su una storia personale dai toni ombrosi.
Nei suoi romanzi i riferimenti autobiografici, anche se indefiniti e frammentari, spesso celati dietro i personaggi, sono onnipresenti, e i temi trattati in oltre quarant’anni di scrittura sono sostanzialmente gli stessi al punto che nell’intervista di Maryline Heck, dal titolo Solo la scrittura è tangibile, Modiano afferma di avere forse sempre riscritto lo stesso romanzo, “I miei testi mi danno l’impressione di un caleidoscopio con le stesse figure che ricompaiono sempre”. Non c’è scritto di Modiano che non abbia come nucleo concettuale il tema della perdita, di qualcuno, di qualcosa, di se stesso e quello della ricerca.

 A partire da La Place de l’Etoile, suo primo romanzo pubblicato nel 1968, e via via nei successivi, il recupero della memoria strappata con uno sforzo viscerale alla coltre dell’oblio diventa un’ossessione.
Le domande di Modiano per ottenere informazioni sulle persone conosciute un tempo e poi scomparse nel nulla restano inevase, i silenzi sono pesanti ed eloquenti. Lo scrittore avverte negli interlocutori una reticenza a rispondere sul passato, dettata dal desiderio di “depurare la memoria” da ricordi orribili. E proprio di fronte a queste omissioni si fortifica il desiderio di un’investigazione personale più accurata che Modiano imposta nella sua scrittura come metodo rigoroso di indagine, quasi poliziesca, andando a scovare particolari e frammenti di vite vissute che gli permettano la ricostruzione di attimi esistenziali degni di memoria di persone conosciute o completamente estranee svanite in un tempo che si è dissolto. L’inafferrabilità di ciò che è stato e, soprattutto, di chi ha vissuto ed è scomparso diffonde nelle pagine dei suoi romanzi una profonda malinconia e le atmosfere parigine sono pervase da un vago senso di oppressione quasi ad annunciare il crollo di un’epoca.

La sua prosa nitida e affilata come una lama tagliente delinea anche la radiografia di una Parigi fluttuante che raccoglie in sé infiniti strati di memoria immersi nell’odore del tempo trascorso i cui frammenti indicano il passaggio di generazioni scomparse.
Modiano è spinto nella sua ricerca da una volontà, che definirei etica, di restituire al presente coloro che sono rimasti annientati dagli orrori della storia. Il personaggio di Dora Bruder ne è una prova esemplare. 
Il romanzo “Dora Bruder”, pubblicato nel 1997, è un capolavoro della letteratura memoriale. Attraverso un arduo lavoro d’investigazione, durato parecchi anni, Modiano riesce a far rivivere con il proprio segreto una ragazzina di quindici anni, cancellata dalla brutalità e dal tempo. Lo stimolo alla composizione di questa storia è dettato dalla scomparsa di Dora, Modiano aveva letto per caso l’annuncio dei suoi genitori pubblicato su un vecchio numero del quotidiano francese Paris Soir, datato 31 dicembre 1941: “Parigi. Si cerca una ragazza di 15 anni, Dora Bruder, m 1,55, volto ovale, occhi castano-grigi, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41, Parigi.”
Sono trascorsi ventiquattro anni dalla scomparsa di Dora e Modiano, attratto da una serie di coincidenze che uniscono il proprio passato a quello di Dora, avvia una ricerca personale sulla storia della ragazzina ebrea dopo aver consultato anche il Memoriale di deportazione degli ebrei di Francia (1978) di Serge Klasferld che riporta il nome di Dora Bruder negli elenchi degli ebrei francesi deportati ad Auschwitz.
La ricerca di Modiano è ardua, egli ripercorre luoghi, recupera documenti e fotografie, studia vecchie rubriche che elencano indirizzi e nomi ormai inesistenti, va a cercare persone che hanno abitato nello stesso quartiere negli anni 1937, 1938 e successivi, accede ai pochi archivi dell’epoca sopravvissuti alla catastrofe della distruzione per individuare le tracce della vita di Dora e della sua famiglia, a partire dalla nascita, quindi con metodo certosino ne ricostruisce tutti i passaggi possibili dopo la fuga dal collegio fino al momento dell’ultimo viaggio. Il vuoto storico della Shoah e il vuoto esistenziale appaiono in una dimensione cosmica, con l’internamento di Dora alle Tourelle, poi al campo di Drancy e infine all’ultimo convoglio con destinazione Auschwitz, il 18 settembre del ’42.
Da quel giorno, dice Modiano nell’ultima pagina del romanzo sconvolgente e prezioso, “la Parigi in cui ho cercato di trovare le sue tracce è rimasta deserta e silenziosa come allora. Cammino per strade vuote. Per me restano tali anche la sera, nell’ora di punta, quando la gente si accalca negli ingressi del metro. Non posso fare a meno di pensare a lei e di sentire un’eco della sua presenza in certi quartieri… Ignorerò per sempre come passava le giornate, dove si nascondeva…durante l’inverno della sua prima fuga e nelle poche settimane di quella primavera in cui scappò di nuovo. E’ il suo segreto. Povero e prezioso segreto che i carnefici, le ordinanze, le autorità cosiddette di occupazione, il deposito, le caserme, i campi, la Storia, il tempo – tutto ciò che insozza e distrugge – non sono riusciti a rubarle”.

Bibliografia in italiano
I viali di circonvallazione, Milano, Rusconi, 1973
Villa triste, Milano, Rusconi, 1976
Via delle botteghe oscure, Milano, Rusconi, 1979
Domeniche d’agosto, Milano, Feltrinelli, 1987
Riduzione di pena, Roma, Lantana, 2011
Viaggio di nozze, Milano Frassinelli, 1991
Fiori di rovina, Roma, Lantana, 2012
Dora Bruder, Parma, Guanda, 1998
Sconosciute, Torino, Einaudi, 2000
Bijou, Torino, Einaudi, 2005
Un pedigree, Torino, Einaudi, 2006
Nel caffè della gioventù perduta, Torino, Einaudi, 2010
L’orizzonte, Torino, Einaudi, 2012

L’erba delle notti, Torino, Einaudi, 2014

28 commenti:

  1. In un momento tragico per la Francia e il mondo civile l'opera di Modiano contribuisce a rinforzare la memoria di tutti contro la violenza e il suo saggio coinvolgente fortifica i sentimenti di pace. Eros Pellegrini

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  2. Sto leggendo Via delle Botteghe oscure ed è vero che Modiano è uno scrittore impegnativo. Il suo articolo mi dà una chiave di lettura. Grazie. R.T.

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  3. La piccola Dora mi ha commosso fino alle lacrime. Annette

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    1. Tenerezza e disperazione: indimenticabile. Annalisa

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  4. La seguo per la sua rara capacità di mettere in luce l'essenza degli autori che tratta. Una fedele lettrice.

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    1. Ne sono lusingata e la ringrazio. Annalisa

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  5. Quasi un presagio l'attribuzione del Nobel a questo grande scrittore francese che ha saputo e sa mettere in luce i pericoli di una guerra che ancora agitano il nostro apparente quieto vivere.
    Brava per aver saputo cogliere le sfumature della "memoria".
    Miriam

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  6. L'articolo mi fa riflettere su responsabilità e memoria, concetti dimenticati. Pinuccia Rosi

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    1. Fortunatamente non da tutti. Grazie. Annalisa

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  7. Un saggio ben costruito per non dimenticare. Florence

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  8. I libri di Modiano mi risultano difficili da leggere perché sono frammentari, con lunghe liste di nomi che interrompono la storia. Mi piace però l'ambientazione parigina e il suo modo di scrivere. L'articolo è chiaro e fatto bene. Augusto

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    1. È vero che l'approccio può risultare non semplice, ma ne vale la pena. Grazie. Annalisa

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  9. È interessante la sua presentazione di Modiano anche per i suoi tratti noir.

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    1. Il noir in Modiano rende le storie e le ambientazioni più enigmatiche. Grazie. Annalisa

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  10. Bravissima! Quali libri di Modiano mi consigli di leggere? Mariateresa

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    1. Cara Mariateresa, oltre ai tre che ho commentato nell'articolo mi sono piaciuti molto "Bijou", "L'orizzonte", "Un pedigree", "Viaggio di nozze"e "Nel caffè della gioventù perduta". Buona lettura. Annalisa

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  11. Come sempre sei fantastica, mi piace come affronti sia le storie che i personaggi. Fai appassionare il lettore ad acquistare un romanzo dell'autore. Mg

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  12. Cara Mg, ti ringrazio del tuo giudizio generoso. Annalisa

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  13. Cara Annalisa, ho letto il tuo articolo con molto interesse e mi ci sono ritrovata completamnte. Ho letto parecchio di Modiano e, recentemente, un libro che forse non è stato tradotto in italiano. Si intitola "Un cirque passe", non c'è nessun riferimento diretto alla situazione politica del tempo, ma è una storia fantastica di perdita e di solitudine, dove l'inafferrabile è protagonista insieme, come sempre, a una Parigi desolata eppure sempre affascinante .Ma ne riparleremo, spero presto...
    Ti abbraccio, Anna C.

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  14. Cara Anna, ti ringrazio e spero di poterne riparlare presto. Annalisa

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  15. Come sempre i suoi articoli stimolano alla lettura degli autori trattati, complimenti!

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  16. Parigi e i ricordi che restano nell'inconscio raccontati magicamente. Vb

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