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giovedì 1 maggio 2014

L'incontro

di Giovanna Rotondo Stuart


Laura aveva lavorato tutto il pomeriggio. Voleva fare bella figura con i nuovi amici che sarebbero venuti a cena quella sera. Il piccolo soggiorno aveva un aspetto gradevole, aveva apparecchiato il tavolo da pranzo con una tovaglia bianca e piatti di linea moderna, decorati con disegni concentrici, molto allegri. Mancavano i fiori, mise i giacinti blu, che aveva comprato la sera prima, in un cestino e li appoggiò su una mensola della libreria. Incominciavano a profumare. Presto il loro profumo sarebbe diventato più intenso.  Si guardò intorno. L’occhiata finale la soddisfò!

A Laura piaceva ricevere, ma non lo faceva spesso: lei e Mario, suo marito, lavoravano ed erano fuori casa tutto il giorno, fino a tardi. Lei era maestra d’asilo, i bimbi erano vivaci e la responsabilità grande, a sera era stanca. Mario lavorava come tecnico di laboratorio in ospedale e aveva un lungo percorso in macchina, prima di arrivare a casa.
Con questa cena voleva suggellare, nel modo migliore, l’inizio di una bella amicizia.  Si sentiva eccitata.
Aveva preparato dei cibi diversi, Laura non mangiava né carne, né pesce e, pur essendo certa di fare la cosa giusta, non pensava a se stessa come a una vegetariana, forse per riguardo a Mario, suo marito, che non lo era.
Mario, a volte, lamentava la carenza di quelle pietanze nella loro alimentazione, ma si adattava di buon grado alle scelte di sua moglie e le sosteneva. Non gli mancavano le occasioni per mangiare carne o pesce durante il periodo del pranzo.
Lei, quella sera, avrebbe servito  verdure crude e semi per antipasto, con  riso integrale poi. Non sapendo che cosa i suoi amici potessero gradire e poiché era la prima volta che si vedevano nella sua casa, aveva deciso, per ospitalità, dopo molti dubbi, di preparare un piccolo roastbeef  con  patate al forno e verdure cotte.
Il roastbeef, reminiscenza della sua famiglia di origine, era  l’unico piatto del suo repertorio culinario!
In realtà Laura non sapeva come trattare la carne e avrebbe preferito  preparare dei semplici menu vegetariani. Ma era riservata e non parlava volentieri delle sue decisioni, pur rendendosi conto che queste diventavano sempre più importanti nella sua vita quotidiana e doveva difenderle. 
Sapeva che il troppo uso di carne  nuoceva alle persone e gli allevamenti intensivi erano una delle principali cause di inquinamento globale.
La produzione di un chilo di carne aveva costi altissimi: comportava un eccessivo spreco di acqua e la distruzione d' intere foreste per avere terreno coltivabile a cereali, il tutto con conseguenze devastanti.
Soprattutto non  accettava le sofferenze inferte agli animali e non riteneva etico il commercio indiscriminato di creature viventi, spesso oggetto di crudeltà gratuite.
Era tempo di consumare meno proteine animali e più proteine vegetali.  
Pur essendo convinta delle sue idee e in grado di motivarle, Laura non era ancora pronta a rivendicarle, ma era sulla buona strada.
Un dolce al cucchiaio e della frutta avrebbero completato la cena. Le piaceva! Era tutto pronto, mancava il vino, che era compito di Mario, e poi avrebbe avuto il tempo di rilassarsi un momento.
Durante il percorso che li portava a casa di Laura e Mario, Marianna ricordava la prima volta che si erano visti.
Si erano conosciuti in vacanza loro quattro. Un incontro fortuito. Lei e Roberto avevano bucato e si trovavano sul ciglio della provinciale che portava a Follonica.
Tentavano di cambiare la ruota della loro auto, quando videro arrivare una piccola utilitaria, una Ypsilon,  che si fermò a pochi metri da loro:
-        Scusate, la nostra macchina ha qualche problema, dobbiamo chiamare un carro attrezzi e un tassì.
Marianna, sempre diffidente con le persone che non conosceva, non si scompose. Roberto si avvicinò per chiedere:
-        Sapete che cosa può essere?
-        Pensavo fosse la batteria, ma l’ho fatta controllare prima di partire e andava bene. La spia è sempre accesa e non mi sento tranquillo. Non vorrei fosse il motore.
-        E’ meglio rivolgersi a un carro attrezzi. Potremmo darvi un passaggio fino a Follonica. Io sono Roberto e lei è mia moglie Marianna.
-        Ciao, noi siamo Mario e Laura.  
Il carro attrezzi  arrivò velocemente e dopo qualche tempo si trovarono tutti in città. Mario e Laura insistettero per ricambiare la gentilezza ricevuta e vollero offrire loro qualcosa da bere. 
Scoprirono di abitare a pochi chilometri di distanza, in una località della Brianza, in Lombardia. A Bosisio Parini, Laura e Mario e a Cantù Marianna e Roberto. Prima di lasciarsi si scambiarono numeri di telefono e indirizzi e si diedero appuntamento per mangiare una pizza la sera dopo, visto che si trovavano ancora in zona. Da allora si erano rivisti un’altra volta.
Avevano fatto una passeggiata lungo il lago del Segrino, che si trovava abbastanza vicino alle due abitazioni. Stavano bene  insieme e quella sera si sarebbero trovati a casa di Laura e Mario, per cena.
“Potremmo organizzare una vacanza insieme”, pensava Marianna.
Quando arrivarono, si misero a parlare tutt’e quattro all’unisono:
-        Ma che bello! Molto intimo…
-        Come state?
-        Benissimo, abbiamo avuto una settimana faticosa ma buona!
Passarono più di un’ora chiacchierando e sorseggiando del vino bianco:
-        Direi che è proprio ora di cena. Avverto un certo languore…
Disse Mario e tutti si mossero verso il  tavolo da pranzo.
Le crudité erano esotiche e saporite, il risotto anche. Il vino di buona qualità. Una meraviglia!
Riposarono un poco prima del grande piatto di portata finché Laura fece il suo ingresso trionfale con il roastbeef, le patate arrosto e le verdure.
Dopo i giri di convenienza, a cui i due uomini non si sottrassero per niente, arrivò il turno delle donne. Marianna si era riempita il piatto di verdure e qualche patata e così Laura:
-        Il roastbeef è molto buono, serviti.
Azzardò Laura, ponendo il piatto di portata accanto a Marianna. Incrociò un’occhiata preoccupata di Roberto, ma non la interpretò.
Marianna, con tono che non lasciava spazio ad altre richieste, dichiarò:
-        No, grazie! Non mangio cadaveri.


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