di Marina Fichera
Sono seduta da oltre un’ora
davanti al lago Son Kul, in Kyrgyzstan, a oltre 3.000 metri di altitudine, come
stregata dalla luce di questo luogo.
Un lembo di terra arsa dal
vento, dal colore primordiale dell’argilla che solo il lago, splendente come
una riga dipinta da una mano divina su un quadro perfetto, separa da un cielo
lapislazzulo. Le nuvole sembrano uno degli immensi greggi di pecore che ho
incontrato arrivando fin qui, lievi, morbide, bianche ma non troppo, sporche di
vita, terra e vento.
In un’area senza alberi né
cespugli per decine di chilometri, l’altalena di legno che vedo alla mia
sinistra è un oggetto alieno, eppure poetico. Ci si può cullare in mezzo al
nulla e senza far nulla, solo aprire gli occhi e il cuore.
Una fila di puntini bianchi,
uno dei tanti campi yurte sulle rive del lago, mi conferma che ormai anche
questo è diventato un luogo turistico, Come al solito mi sento un po’ in colpa
per aver quasi violato questa bellezza che non riesco a smettere di ammirare,
anche se il vento sta diventando sempre più freddo e mi fa lacrimare gli occhi.
Mi perdo a osservare un cavallo,
il cui mantello ha lo stesso colore bruciato della terra, che pascola a ridosso
della riva, dove cresce un po’ d’erba verde e umida. Altri cavalli, poco più in
là, galoppano liberi sulla riva del lago, e poi tante mucche, pezzate e morbide,
ruminano in pace. La mia mente, sempre in subbuglio, è in pace.
Le montagne dall’altra sponda
del lago, ombre scure punteggiate di rosa, con l’avvicinarsi dell’ora del
tramonto volgono all’indaco, per poi sprofondare nel profondo buio di un
luminoso cielo stellato. Un cielo pieno di pianeti, galassie e misteri, potrei perdermi
a immaginare milioni di mondi possibili, ma non lo faccio, mi godo il qui e ora.
Chiudo gli occhi e respiro.
Bravissima, come sempre.
RispondiEliminaTi ringrazio molto
RispondiEliminae come sempre ci porti in luoghi affascinanti. bravissima
RispondiEliminaGrazie! Ciao
EliminaComplimenti Marina descrivi benissimo le tue emozioni
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