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sabato 16 dicembre 2023

Il bed and breakfast di Greta

di Marisa Vidullli        



E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?

Vincent van Gogh


Lo aveva trovato per caso in una vecchia agenda telefonica quell'indirizzo evocatore di tante spensierate vacanze, Domaine de Majastre, France, era il nome del luogo magico ”io ho dormito in tutte queste camere con lui, visto tutti gli animali, nuotato nella grande piscina mangiato tutti quei piatti pensava Greta mentre su internet sfogliava le immagini del luogo dove aveva soggiornato col marito.



Ah i ricordi ti possono uccidere o ringiovanire è questione di prospettiva, Greta li narrava nelle sue novelle o nel suo diario, tutto le ritornava alla mente come folate di vento portate dal vento di Mistral e come quelle folate la destabilizzava facendole perdere l'equilibrio.

Erano passati anni da quella vacanza, ma tutto le tornava alla mente con uno sfarfallio di immagini, le precipitavano addosso macigni di vita. Sì, era stato parecchio tempo prima, ma erano state vissute così intensamente quelle giornate da togliere il fiato. Il Bed and Breakfast era stato trovato per puro caso dai due coniugi, che se ne erano innamorati all'istante. Le stanze della antica costruzione, un vecchio maniero ristrutturato e ben conservato, erano poche e ciascuna diversa una dall'altra: la chambre rose con i suoi velluti rossi, la chambre jaune dalla tappezzeria a fiori gialli e così via, tutte arredate con mobili antichi di squisita fattura. Bisognava prenotare in anticipo almeno due mesi prima, e per molti anni a venire loro lo avevano fatto.

La loro preferita era la chambre rose, ma un anno fu loro detto che madame Rosie, la padrona, aveva avuto un nuovo bambino e quindi Philippe il marito aveva adibito a loro stanze sia la rosa che la contigua, non sarebbero più state affittate, ma avrebbero potuto usufruire ugualmente gli ospiti del comune salone a piano terra per vedere la tv e del giardino sul retro per la colazione al sacco sul bel tavolo di marmo.

Sebbene dispiaciuti, che la camera rose aveva il suo fascino, l'anno seguente i due coniugi presero possesso della chambre jaune, che pure aveva il suo charme, niente caminetto, tanto era estate e non sarebbe servito, ma vista stupefacente su antico bastione e sui campi intorno dove pascolavano sia i cavalli da un lato che il gregge dall'altro, si godeva di un vista magnifica completamenti immersi nella natura.

L'inizio della giornata era sempre una festa ci si recava nel locale adibito per la colazione proprio accanto alla grande piscina, la colazione era sontuosa, il verde tutto intorno mozzafiato, ogni tanto passava un aquila su nel cielo azzurrino: gli ospiti erano sempre diversi chi si fermava per una notte, chi per due, la maggior parte una settimana. Greta avrebbe voluto restarvi un mesetto, non solo quindici giorni, che passavano veloci, ma si accontentava.

Quando l'ora si faceva più calda i ripetuti bagni in piscina erano d'obbligo come le pigre soste sulle chaise longue nel prato a bordo piscina o il gioco delle bocce tipicamente francese nella pista appositamente costruita lì accanto.

La pigrizia per lo più prendeva il sopravvento, ma non sempre: le famose Gorges de Verdun attiravano anche i più pigri e allora via si parte. Gli amici della vicina Aix en Provence erano venuti a trovarli, con loro sportivissimi lui ex cavallerizzo, lei spericolata guidatrice di camion trasportanti i cavalli, di certo non temevano un giretto in barca nelle verdi acque delle Gorges.

Andò l'allegra brigata e il giro in barca nelle Gorge fu molto bello anche per Greta la fifona del gruppo.

Di solito nei giorni normali lui andava, essendo più mattiniero, a fare la spesa in paese poi Greta apparecchiava nel giardino sottostante cui avevano permesso d'accesso e ivi consumavano un pranzo al sacco, con il cane Balu' dei padroni. Un bel Labrador color miele, piuttosto in là con gli anni, che li guardava speranzoso di ottenere qualche bocconcino, che raramente otteneva per ordine esplicito di madame Rosy.

Poi c'era il vicino villaggio di Boduen, famoso per le sue pregiate ceramiche dove avevano acquistato un portasapone e una deliziosa targa per lo studio di lei, che sarebbero durate a lungo nella casa in ricordo della meravigliosa vacanza. Insomma non c'era modo di annoiarsi a Majeste. Quando erano stanchi di muoversi Greta e Tony andavano ad ammirare il laghetto con i cigni e poi via a cena in pizzeria, dove non la pizza consumavano ma certe salcicce del posto e patatine fritte.

La notte li coglieva abbracciati nella chambre jaune, mentre respiravano felicità fino alla luce del mattino che così li sorprendeva e teneva accesa la fiaccola del loro amore.

Greta penso' allora, chiudendo la agenda del telefono, che i suoi ricordi erano si macigni, ma che le avevano lasciato segni rosa di felicità.


 

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